Ha chiuso con una maratona di 36 ore il Whitney Museum, storica istituzione newyorchese dell’arte, che, come evento conclusivo, aveva scelto un’esposizione dedicata a Jeff Koons le cui opere di una vita sono rimaste in mostra dal 27 giugno al 19 ottobre.
Lo scorso fine settimana, il museo è rimasto aperto dalle 11 di Sabato alle 23 di domenica per dare un’ultima possibilità ai newyorchesi di visitare la mostra dell’artista americano noto per le sua arte pop e coloratissima, per le sue lucide riproduzioni di pupazzi, nonché per le sue provocazioni che da sempre dividono critica e pubblico tra appassionati estimatori e scettici sprezzanti.
Centianaia i visitatori che sabato notte hanno fatto la fila davanti al museo per poi percorrere le sale in cerca del selfie perfetto davanti a una delle immense tele fumettistiche o nel riflesso di un gigante palloncino rosa brillante. Tra loro anche un giovane dall’aria più che normale che ha lasciato un personale commento spruzzato a spray su una parete del museo. Il ventinovenne è stato in seguito fermato dalla sicurezza e consegnato alla polizia. Ma intanto il suo enorme graffito, nero su bianco, ha aggiunto un tocco di estemporaneo a una mostra altrimenti molto patinata.
Il Whitney riaprirà in primavera nella nuova sede del Meatpacking progettata da Renzo Piano.