Al Fancy food, come ogni anno, era ben in vista lo stand di Monini, che quest’anno ha esposto i suoi prodotti insieme ai marchi La Molisana, Pellini Espresso Coffee e De Rica.
Lunedì 24 giugno, durante la seconda giornata della fiera, abbiamo incontrato Zefferino Monini, presidente e amministratore delegato dell’azienda umbra, e vicepresidente di Federolio, che ci ha raccontato la sua esperienza al Fancy Food, le possibilità che ne derivano, i problemi legati all’olio extravergine d’oliva e i progetti futuri per la sua azienda.
Arrivati allo stand, quest’anno più grande e molto funzionale, notiamo subito che qualcosa rispetto agli anni scorsi è cambiato.
“Non abbiamo più Mutti per scelte strategiche interne alla società, ma abbiamo acquisito Pellini e De Rica. Con Molisana invece c’è sempre stato un rapporto molto stretto di amicizia e collaborazione,” ci dice Zefferino, un uomo molto elegante ma allo stesso tempo informale e sorridente, con accanto la figlia Maria Sole, che sta lavorando in America per un periodo più lungo; insomma la sana gavetta per prendere un giorno le redini dell’azienda di famiglia.
Domandiamo quali siano le novità dell’anno, e Zafferino Monini ci descrive la nuova linea di olio 100% italiano, Monocultivar, composta da tre oli diversi: il primo, Coratina fatto con olive da cui prende il nome, ben si accosta con carni alla brace e verdure grigliate; il secondo, Nocellara, ottimo su pesce e insalate; il terzo, Frantoio, ideale con carni crude e zuppe di legumi

Riguardo ai problemi insorti in Italia con gli oli che dichiaravano di vendere olio autoctono quando non lo era, un tema che qui in America è ancora molto dibattuto e ha fatto irritare certi consumatori, chiediamo il parere di Monini che dice subito la sua:
“L’Italia è deficitaria di produzione per quello che riguarda i consumi domestici, se ci aggiungiamo anche l’esportazione lo è ancora di più, senza parlare dell’esportazione all’ estero. Oggi vi si produce 300.000 tonnellate medie e se ne consumano 500.000, più 350.000 che vengono esportate. Praticamente si produce 1/3 di quello che necessita il mercato”.
A questo punto, Zafferino continua spiegando le etichette di protezione per la trasparenza: “Oggi abbiamo abbiamo tante etichette in più per poter dichiarare l’origine di un determinato olio, come ad esempio D.O.P (Denominazione di origine protetta) o I.G.T. (indicazione geografica tipica). Per quanto riguarda l’italiano le protezioni sono minori però comunque sia c’è sempre un controllo abbastanza attento. L’ importante è dichiarare la provenienza, se no si rischia di incappare nel problema delle aziende che invece hanno giocato un po’ sul marketing nascondendola almeno in parte”.
Quindi Monini in merito ha una strategia precisa: “Il nostro vero impegno è con la qualità. Noi stiamo lavorando sodo perché vogliamo essere portatori di valori del nostro paese e non circoscritti alla nostra regione ma a tutto il paese”.
E riguardo la questione del biologico, Monini come si sta muovendo e cosa ne pensate del marchio biologico in Italia?
“Noi siamo molto impegnati sull’organico, specie siamo stati forse la prima grande azienda che si è avviata facendo proprio un prodotto organico. Abbiamo fatto delle scelte molto sfidanti, su queste nostre monoculture siamo voluti andare oltre la sola varietà facendo un prodotto di altissimo livello organico. Noi crediamo molto in questo prodotto, e la nostra azienda sta sviluppando un progetto importante sulla sostenibilità. Sui nostri studi che abbiamo fatto sull’immissione di CO2 nell’ atmosfera incredibilmente abbiamo visto che fra un olio extra vergine di oliva convenzionale e un olio organico c’è una differenza di impatto sull’ambente a favore del biologico di 5 a 1. L’olio organico inquina un quinto rispetto a quello non organico. Noi ci crediamo, e siccome siamo una famiglia sensibile e molto attenta per il futuro, vogliamo sviluppare progetti molto vicini ai prodotti organici”.
Chiediamo ancora cosa sia un olio di qualità, e Monini ci risponde così: “Significa parlare di un prodotto che ha dei valori nutraceutici, perché è di facile presa per le nostre cellule e quando un extravergine è di buona qualità è anche molto ricco di antiossidanti che fanno quindi da protezione alle cellule contro gli attacchi dei tumori. Penso che nel tempo questo aspetto sarà molto importante e molto valutato anche perché con la crescita demografica saremo qualche miliardo di consumatori in più al mondo con la stessa quantità di cibo, perciò dovremo imparare a mangiare di meno, ma meglio”.
Ai nostri lettori ricordiamo che l’azienda Monini è anche raggiungibile nella nostra “Vetrina Italiana a New York” appena inaugurata.