Anche quest’anno, nonostante le misure restrittive emanate dal governo italiano per contenere i contagi del Coronavirus durante il periodo festivo di fine anno, molte famiglie non rinunciano a farsi travolgere dalla tipica atmosfera natalizia e non mancano piani strategici per festeggiare il Natale senza rinunciare al piacere della convivialità, anche se in modo del tutto diverso dal solito.
Mentre molti stanno ancora completando la lista della spesa per il menù delle feste, abbiamo pensato di dedicare uno spazio sul giornale alla scelta dei vini da mettere in tavola durante il periodo natalizio per cercare di concludere al meglio gli ultimi giorni di quest’annata così insolita.

Solitamente, come da tradizione, il menù per il pranzo o la cena di Natale prevede portate tendenzialmente a base di carne diversamente dal menù per la Vigilia che si compone di piatti a base di pesce.
Distinguere queste due tipologie di menù è una delle regole alla base per un corretto abbinamento del cibo con il vino e, come sappiamo, di solito abbiniamo vini rossi alle carni e vini bianchi per le portate che prevedono l’utilizzo del pesce o di verdure.
In questo articolo faremo un focus sul menù natalizio a base di carne, partiremo dall’antipasto fino all’ultima portata, il dessert; mentre, nel video linkato nell’articolo trovate alcune idee di cantine consigliate per la scelta dei vini per le vostre feste.
Iniziamo quindi dal nostro antipasto e stappiamo una bottiglia di spumante.
Le “bollicine” sono perfette per aprire un pasto che prevede diverse portate nel menù.
Che siano bianche, rosse o rosate esse risvegliano le papille, preparano la bocca ad accogliere i diversi sapori delle preparazioni e aiutano a bilanciare il gusto degli antipasti.

Le tipologie di vino spumante che possiamo prendere in considerazione per il nostro menù di Natale sono essenzialmente due: le produzioni da Metodo Charmat e quelle da Metodo Classico, con la rifermentazione del vino che avviene direttamente in bottiglia.
La prima tipologia è la più utilizzata per produrre spumanti molto profumati e fragranti come il Prosecco in Veneto ed altri vini spumanti italiani senza denominazione d’origine che sono particolarmente indicati per accompagnare tutte quelle le preparazioni più semplici come tartine, rustici, fritti ed alcuni salumi e formaggi meno stagionati.
Con preparazioni più elaborate invece, o magari con delicati crudi a base di pesce o di carne, uno spumante Metodo Classico potrebbe essere la scelta più oculata.

Spumanti italiani come il Franciacorta o il Trento DOC, L’Oltrepò Pavese e i vini d’Alta Langa, oppure gli Champagne in Francia o i Cava spagnoli, hanno di solito una struttura più elegante e fine, profumi che ricordano il lievito e la crosta di pane, bollicine più delicate e un gusto più secco, perfetti per accompagnare al meglio gli antipasti più raffinati.
Per i nostri primi piatti nel menù delle feste scegliamo vini più corposi e saliamo leggermente anche di gradazione alcolica.
Il taglio di pasta che si sceglie per la preparazione ma anche le salse, bianche o rosse, le spezie e le erbe aromatiche che si utilizzano, sono tutte componenti che dobbiamo tenere in considerazione quando abbiniamo un vino ad una portata.
I migliori vini “jolly” per le più tipiche preparazioni di primi piatti italiani per il menù di Natale sono da scegliere tra vini rosati molto strutturati o vini rossi leggeri ma anche vini rossi più strutturati se il piatto che abbiamo preparato è molto elaborato.
Alcune idee tra le tipologie di vino rosato che esistono in Italia e che possono andare bene per accompagnare sughi bianchi o salse rosse molto semplici possono essere i vini rosati prodotti con uve Aglianico oppure Nero d’Avola, ma anche vini rossi più scarichi di colore come la Schiava del Trentino Alto Adige, tipicamente di un rosso rubino molto tenue e brillante ma con una struttura più importante di un semplice vino rosato, che ricorda tutta l’eleganza e la brillantezza dei vini altoatesini.
Tra i vini rossi di media struttura che possono andare bene con delle preparazioni non troppo elaborate come ragù bianchi di cacciagione o ragù rossi, tagliatelle ai funghi e salsiccia oppure lasagne al forno consideriamo sicuramente la Barbera, il Nebbiolo d’Alba o il tipico Lambrusco Emiliano, ottimo anche per accompagnare le preparazioni più “umide” come ad esempio i tortellini in brodo.
Per i primi piatti più corposi, invece, scendiamo nel centro Italia; terra di vini rossi strutturati e tannini dirompenti per accompagnare i sughi della tradizione, tipicamente molto pesanti.
Con le preparazioni più elaborate si sposano perfettamente vini opulenti come il Rosso di Montefalco, prodotto in Umbria, o il Montepulciano d’Abruzzo ma anche vini rossi come il Cesanese del Piglio o di Olevano Romano, per non parlare dei grandi vini toscani come il Rosso di Montalcino o anche il Vino Nobile di Montepulciano.

Passiamo ai secondi.
Per accompagnare i nostri secondi piatti del menù abbiamo bisogno di vini molto strutturati.
Infatti, le parole chiave per la scelta dei vini per questa portata sono complessità e struttura.
I secondi piatti del pranzo di Natale di solito prevedono preparazioni molto elaborate a base di carni con salse corpose, roast-beef, carni in umido, carni alla griglia, brasati e molto altro.
Per bilanciare bene i sapori di queste preparazioni abbiamo bisogno quindi di vini rossi ricchi di tannino che aiutano a mantenere la bocca pulita, pronta ad accogliere il prossimo boccone.

Iniziamo con le preparazioni in umido; per queste tipologie di piatti abbiamo bisogno più che mai di vini dal tannino dirompente così da bilanciare la parte liquida del piatto.
Sicuramente un’ottima scelta sarebbe il Sagrantino di Montefalco, fratello maggiore del Rosso di Montefalco menzionato più in alto nell’articolo.
E’ un vino dal tannino molto importante e dal gusto secco e deciso, perfetto per accompagnare preparazioni molto umide leggermente a tendenza grassa come roast-beef, carni in umido o brasati. Atre scelte di vini rossi da abbinare a queste preparazioni ma con un gusto meno deciso sono sicuramente il Taurasi, prodotto in Campania da uve Aglianico, oppure produzioni in taglio bordolese come i vini di Bolgheri ma anche gli ormai tipici Cabernet Sauvignon di Atina, anch’essi prodotti in taglio bordolese.
Con le carni alla piastra o alla griglia sono perfetti invece quei vini dal tannino più moderato come ad esempio il Barolo in Piemonte, perfetto anche da utilizzare per la preparazione del brasato di carne secondo la tipica ricetta piemontese, ma anche i vini toscani più eleganti e raffinati come il Brunello di Montalcino o il Chianti della zona classica di produzione.
Infine, per concludere il nostro abbinamento di vini italiani al menù di Natale, non resta che scegliere un vino da abbinare ai dolci o al panettone.
A questo punto è necessario scegliere un vino dolce oppure un vino liquoroso che possa sposarsi perfettamente con il gusto dei dolci tipici della nostra tradizione.

Tra i vini più leggeri che possiamo scegliere a fine pasto ci sono sicuramente il Moscato d’Asti oppure il Brachetto d’Aqui ma è interessante anche spaziare tra le produzioni più piccole e tradizionali italiane come per esempio il Vinsanto toscano, il Recioto di Soave oppure i vini passiti da “Zibibbo” cioè da grappoli di uve Moscato appassite ai raggi del sole caldo siciliano; ma il migliore amico del panettone non può che essere il Marsala nella sua versione dolce. Ottimo anche da degustare con un sigaro a fine pasto oppure con dei formaggi molto stagionati o muffati se si desidera concludere le portate alla francese con un tagliere di formaggi al posto dei dolci tipici della tradizione.