“La mia famiglia fa vino da sei generazioni e per me questo è un gran punto d’orgoglio” mi racconta Gaetana Jacono, da due anni presidente dell’azienda siciliana Valle Dell’Acate in provincia di Ragusa, 70 ettari coltivati biologicamente nel feudo Bidini tra Acate, Comiso e Vittoria. Ma da oltre vent’anni Gaetana si dedica anima e corpo a promuovere il vino del suo territorio.
Alla fine del XIX secolo Vittoria era il centro di produzione più attivo del vino Frappato, che partiva in botticelle per il porto di Marsiglia. Il Frappato è un vino profumato dal colore rosso chiaro che si abbina al pesce. Nel 1973 dall’unione di questo vino e il Nero d’Avola, di un rosso granata e dal sapore intenso e tannico, è nato il Cerasuolo di Vittoria, un elegante vino color ciliegia, l’unico vino rosso siciliano ad aver ottenuto la denominazione D.O.C.G., nel 2005.

“Io sono innamorata di tre cose:” mi confida Gaetana, “il territorio in cui sono nata che è di una bellezza straordinaria; la mia storia familiare; il Cerasuolo che è ancora un vino poco conosciuto con grandi potenzialità. E’ un bland con una grandissima facilità di abbinamenti e per questo gli Americani l’hanno chiamato food friend. Quando non sai cosa aprire, lui sta bene con qualsiasi pietanza e ha un grado in meno di un normale rosso, attestandosi sui 16/17 gradi”.
Dopo una copertina su Il Mondo nel 1999, Gaetana fu contattata da un importatore di New York molto famoso, che era rimasto incuriosito da questa giovane donna che proponeva un nuovo vino. “I newyorkesi hanno subito adorato sia il Frappato che il Cerasuolo, espressioni di una Sicilia diversa, e nel 2001 ho cominciato a viaggiare per farli conoscere in tutti gli Stati d’America. Ero davvero sola come donna del vino siciliana e mi sentivo una pioniera”.
In Italia Gaetana aveva avuto difficoltà a far capire che i vini del suo territorio brillavano per eleganza e non per potenza, mentre in America ha riscontrato un grande successo. Nel 2012 è ritornata in Italia: “L’attenzione verso il territorio di Ragusa era diventata massima e non mi sentivo più sola, perché ricevevo la gente che veniva da noi”.

Nello stesso periodo Gaetana ha intrapreso la ristrutturazione amministrativa e agricola dell’azienda e, dopo aver scoperto che nel suo territorio c’erano 7 terre diverse, ha dato vita al progetto: “7 terre per 7 vini”: terra nera per Il Moro, Nero d’Avola; nera con pietre bianche per Il Frappato; rossa per il Cerasuolo di Vittoria; ocra per il Tané; bianca per il Bidis; gialla per lo Zagra; rosso arancio per Iri da Iri. Quest’ultimo, che prende il nome dall’ultimo canto del Paradiso di Dante (due iridi che si riflettono e fanno uscire il sole), è un Cerasuolo di Vittoria Cru D.O.C.G. che dopo 5 anni di affinamento in cantina conserva ancora caratteristiche di freschezza. Ma a Gaetana non bastavano perché “ad un certo punto ho percepito che eravamo visti come un’azienda classica, che peraltro non è la mia natura , e ho pensato che bisognasse avvicinare i giovani al vino. Abbiamo ideato “Belli folli”: 4 vini che parlano il loro linguaggio con etichette coloratissime”.
Oggi Gaetana ha al suo attivo 350 mila bottiglie prodotte all’anno e la Casa del Gelso o house of pairing, un ristorante su prenotazione dove si possono degustare i patti della tradizione abbinati ai vini e seguire corsi di cucina. Ma sta anche preparando dei progetti culturali collaterali: “Per me il vino è cultura e la cultura si tramanda: si prende dal passato e si porta nel futuro”.