Il dramma del cambiamento climatico – i danni sono fatti, ora si può solo evitarne ulteriori – si sta diffondendo viralmente e speriamo che la rinnovata attenzione per l’ambiente non sia solo un trend travestito, ma – finalmente – reale e collettivo impegno. Il settore del vino, rientrando nel regno di madre Natura, non rimane indifferente e dal Politecnico di Torino arriva il progetto iXemWine, ideato e implementato dai laboratori iXem, che da 15 anni sviluppano strumenti di comunicazione per finalità sociali, concentrando dal 2013 nell’ambiente vitivinicolo lo sviluppo di sistemi di monitoraggio innovativi e alternativi, dalle telecamere tascabili ai palloni meteo statici.
L’obiettivo è di realizzare, su tutto il territorio italiano, una piattaforma di conoscenze per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici attraverso un utilizzo capillare e assistito delle moderne tecnologie. La riedizione, ad esempio, delle capannine meteo, che per circa 40 anni hanno supportato gli agronomi nella predizione delle infezioni fungine della vite, prevede copertura telefonica (peraltro non sempre garantita in campgana) per inviare su Internet le informazioni raccolte: i consumi energetici elevati richiedono pannelli solari e pesanti pacchi batterie che li rendono grandi e ingombranti e non permettono di effettuare misurazioni a stretto contatto della pianta, ma solo all’esterno del vigneto, oltre alla necessità di manutenzione continuativa. Gli iXem Labs hanno superato questi limiti applicando i più avanzati sistemi di trasmissione, tecniche di miniaturizzazione e facendo ampio uso di nanotecnologie per realizzare sensori meteo microscopici. Le ridotte dimensioni e i bassi costi permettono così libertà di posizionamento, maggiore precisione di misura e aumento del numero di punti sotto osservazione, per comprendere le variazioni microclimatiche che spesso incidono in modo non uniforme all’interno dello stesso vigneto.
I dati rilevati dai sensori sono trasferiti su Internet attraverso canali radio dedicati che usano tecniche di trasmissione sviluppate dagli iXem Labs; i sensori possono essere raggiunti anche da 60 km di distanza, mantenendo consumi energetici bassissimi (3 anni di vita autonoma senza alcuna ricarica), superando tutti i limiti derivanti dall’assenza di copertura. Una volta immagazzinati, i dati sono analizzati da agronomi con algoritmi per la gestione dei big data, che permettono analisi in tempo reale e confronti con dati storici che sono universalmente condivisi. E la condivisione rappresenta l’aspetto più sociale del progetto: i dati meteo misurati in ogni vigneto sono accessibili non solo al proprietario, ma a tutti i partecipanti alla piattaforma.
«Il progetto iXemWine – ha spiegato Daniele Trinchero, direttore iXem Labs – nasce nel 2013 da concorsi di idee studentesche, concretizzate grazie ad un meccanismo di autofinanziamento e crowfunding gestito dai nostri laboratori. Oggi il progetto raggiunge una maturità adeguata per essere proposto a tutti i produttori di vino, anche grazie alla straordinaria collaborazione che in sei anni diverse aziende produttrici hanno messo a disposizione dei nostri ricercatori, confrontandosi quotidianamente per indirizzarne l’attività di sviluppo. Un esempio vincente che dimostra l’importanza della sinergia tra ricerca di base, attività didattica e applicazione, per rispondere alle istanze reali del territorio».
Il progetto è già utilizzato negli istituti agrari piemontesi e nel 2018 è stato oggetto di studio per i maturandi dell’istituto “Umberto I” di Alba, la più importante scuola enologica nazionale; anche le associazioni di categoria lo hanno adottato come strumento di ammodernamento professionale per i propri associati: Coldiretti, i consorzi di tutela Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Nebbioli Alto Piemonte, Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Vini D.O.C. Caluso Carema Canavese, Vino Nobile di Montepulciano, Vini Friuli Colli Orientali e Ramandolo e l’Associazione Produttori Moscato d’Asti.
«L’utilizzo – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero – di piattaforme digitali e di strumenti tecnologici di precisione nel settore agricolo hanno un ruolo determinante nelle produzioni di qualità, garantendo sostenibilità ambientale. Soprattutto quando si tratta di strumenti ad un costo accessibile per i singoli produttori, in questo caso i viticoltori, che posso così usufruire di informazioni più capillari sul territorio e al tempo stesso accedere ad una rete di informazioni condivisa, come dimostra il progetto iXem Labs. Le nuove tecnologie di comunicazione riducono l’isolamento del mondo rurale e sono utili supporti per rispondere alle normative presenti e future previste dal Pan e dal Psr».
In tema di ambiente, l’imminente Vinitaly presenta Vinitalybio, salone dedicato al vino biologico certificato prodotto in Italia e all’estero, organizzato in collaborazione con Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica , che testimonia l’interesse in continua ascesa da parte dei consumatori per questa declinazione enologica; nel padiglione riservato (F), oltre agli stand verrà allestita un’enoteca “bio” per dare visibilità anche alle aziende, già presenti in altri padiglioni, che oltre ai vini prodotti con metodi convenzionali, propongono una linea biologica certificata.
L’anticipazione della ricerca effettuata dall’istituto di ricerca IRI in esclusiva per Vinitaly 2019 e riguardante il mercato del vino italiano nella grande distribuzione ha evidenziato una flessione nel 2018 (con previsione di ripresa nel 2019), ma un aumento sensibile per vini e spumanti biologici, rispettivamente del 18% e dell’11,8%, anche se le vendite nei supermercati sono ancora limitate a circa 5 milioni di litri l’anno. La ricerca completa verrà presentata lunedì 8 aprile nel corso della tradizionale tavola rotonda organizzata da Veronafiere, con la partecipazione di cantine e catene distributive.
E per proseguire sul tema, al di là di Vinitaly, ecco Inconfondibile, unica rassegna italiana dedicata ai vini a rifermentazione spontanea in bottiglia (in parole povere, i vini col fondo), domenica 12 maggio a Villa Braida di Mogliano Veneto (TV), con oltre 40 produttori.
Una secolare tecnica produttiva, quella della rifermentazione spontanea, frutto di una viticoltura rispettosa dell’ambiente e di delicate tecniche enologiche, col risultato di vini versatili nell’abbinamento con il cibo e dotati di grande capacità evolutiva. Inconfondibile, che ha come partner l’Associazione Italiana Sommelier Veneto, traccia un viaggio attraverso l’Italia delle bollicine rurali: dal “col fondo” delle colline trevigiane al Lambrusco “sur lie” emiliano, fino alla Val d’Aosta, passando attraverso l’Oltrepò Pavese.
«Oggi potremmo definire questi vini “resilienti” – spiega Roberto Dalla Riva, ideatore e organizzatore della mostra mercato – e capaci di riproporre la loro anima artigianale e il loro carattere profondamente genuino. Un racconto di abbandono e di riscoperta, di tradizione e di futuro. Un intreccio virtuoso di terra, dialetto, cultura contadina».