Daniel del francese Daniel Boulud, l’alsaziano Gabriel Kreuther, l’americano Thomas Keller e il suo Per Se: questo è il podio attuale della ristorazione di New York per il portale di viaggi Tripadvisor. Nessuno chef italiano, ma al quarto posto ecco finalmente i panini di Pisillo, gettonatissima paninoteca di appena 55 m2 a Nassau Street, nel Financial District, a pochi passi dal 9/11 Memorial.
Inaugurata nel novembre del 2012, l’idea di Carmelo Nazzaro, beneventano classe ’73, e la moglie Antonella Silvio è stata quella di coniugare la passione degli americani per il fast food al gusto tutto italiano per la buona cucina. Il risultato? Trentacinque panini dedicati alle principali città dello stivale, dal salutare Capri – pomodori e mozzarella di bufala – al più ricco Cagliari, soppressata e carciofini, più lo speciale della settimana, che varia di volta in volta. Il locale è piccolo, non ha più di quattro, cinque tavolini, ma nell’ultimo anno Carmelo ha rilevato e annesso la vicina caffetteria, dove si servono espresso e dolcetti italiani. Alle pareti, coloratissime, maglie e sciarpe dell’amata Juventus, squadra del cuore di Carmelo. Il nome Pisillo, poi, è un tributo all’antica attività di famiglia, il bar del nonno a Montesarchio.

La clientela è variegata, ma un affezionato spicca tra gli altri: il conterraneo Bill De Blasio, il cui nonno materno Giovanni proveniva da Sant’Agata de Goti, paese ai piedi del Taburno nonché città natale di Antonella. Il primo cittadino della Grande Mela, infatti, ha scelto i panini di Pisillo per la sua pausa pranzo alla City Hall. Tutti gli ingredienti e i condimenti dei sandwich sono importati dall’Italia, mentre gli sfilatini e le ciabatte provengono da un panificio di Bensonhurst, Brooklyn, dove Carmelo, Antonella e i due bambini abitano da dieci anni. Insomma, quattordici pollici di qualità italiana – questa è infatti la misura dei panini di Pisillo – che hanno conquistato i newyorkesi, ben contenti di fare la fila per il loro sandwich preferito. Ecco la nostra chiacchierata con Carmelo.
Cosa vi ha spinto a lasciare l’Italia? Ne avete nostalgia?
“Abbiamo lasciato l’Italia un po’ per esigenze lavorative e un po’ perché New York è sempre stato il mio sogno da bambino. Nostalgia? Sicuramente. Come non si ha nostalgia dell’Italia?
Com’è nata l’idea di una paninoteca?
“L’idea della paninoteca è nata perché io importo e distribuisco prodotti italiani, da lì è nata l’idea di fare questo tipo di panino ‘da salumeria’: prodotti di qualità importati dall’Italia e pane casereccio, come nell’antica tradizione italiana e campana”.
Siete nella top ten di Tripadvisor, quarti tra novemila attività newyorkesi. Una grande responsabilità. Come ci si mantiene in vetta? È ancora vero che il duro lavoro ripaga sempre?
“Siamo in vetta alla classifica di Tripadvisor ed è davvero una grossa responsabilità. Cerchiamo di mantenere la posizione, migliorando sempre di più la nostra passione e il nostro amore in tutto ciò che facciamo. È vero, il duro lavoro ripaga sempre, sia in Italia che in qualsiasi posto del mondo”.
Avete un panino besteller?
“Il panino bestseller non c’è poiché sono tutti molto gettonati. Il Montesarchio – prosciutto di parma, mozzarella fior di latte, peperoni arrostiti, rucola, olio extravergine d’oliva e una salsa di aceto balsamico fatta da noi – è forse quello più venduto insieme al Pisillo. Gli americani amano esagerare e alcune volte aggiungono altri salumi ai panini del menù, anche due o tre tipi di salumi insieme”.
Il sindaco è vostro cliente. Com’è nato questo rapporto di fiducia con Bill De Blasio?
“Il rapporto con il sindaco è nato soprattutto perché mia moglie è di Sant’Agata, così quando fu eletto andammo anche noi all’insediamento, e facendo la sua conoscenza ci promise che sarebbe venuto. Da allora è sempre ritornato. Apprezza molto il panino Sant’Agata, quello a lui dedicato”.
Cosa senti di consigliare ai giovani italiani che sognano gli States? Il sogno americano è ancora possibile?
“Ai giovani che sognano l’America consiglio di venire a provare, di rimanere per i tre mesi del visto turistico per capire cosa sia la vita americana, cosa uno può fare e dare in questa terra, per poi mettersi completamente in gioco e ‘giocare’ appunto con la realtà americana. Il sogno americano è ancora possibile. L’America è rimasta quella di molti anni fa. Chi arriva con tenacia e impegno viene ripagato di tutti i sacrifici fatti”.