All'interno del Progetto Petronilla per WE – Women for Expo, abbiamo cercato di raccogliere diverse voci e anime, dalla scrittrice famosa, alla blogger della porta accanto, giornaliste, ma anche donne comuni, grandi chef, ma anche mamme di famiglia, donne che non hanno mai lasciato neppure il proprio paese e, spero presto, anche voi, donne d'oltroceano. Quelle che sono nate all'estero ma della nostra Italia portano nel cuore i racconti e quelle che l'Italia l'hanno lasciata ma la portano a tavola ogni giorno a figli e nipoti.
Oggi vorrei raccontarvi la storia di una chef famosa, una nostra amica, una che ha fatto anche il viaggio di ritorno. Cristina Bowerman, la chef stellata di Glass Hostaria di Roma, infatti, è partita da Cerignola, è arrivata in America, ma poi è tornata in Italia. Ed ora ci aiuta e sostiene il Progetto Petronilla.
Cristina Bowerman è una forza della natura, e incasellarla in definizioni sarebbe scontato e inadatto al personaggio. Perchè la sua carriera è un film d'avventura, fatta di opportunità create da lei stessa. Dalla carriera legale al trasferimento a San Francisco e la folgorazione per la cucina.
Parola d'ordine: studio
A leggere la sua bio, e la sua daily routine, la parola studio emerge prepotente ed è la parola d'ordine. Una vera secchiona, Cristina Bowerman, che passa dalla laurea in giurisprudenza, agli studi matti di cucina, nei quali incanala la passione per ingredienti e materie prime. Disciplina ferrea e perfetta conoscenza delle basi sono le regole che resteranno impresse nei suoi futuri lavori. Ogni volta che arriva a meta, ricomincia a studiare. Ogni volta riparte dalla conquista appena raggiunta.
Nel 2005 arriva a Roma, Trastevere, Glass Hostaria, locale al quale c'è bisogno di dare un'anima, e lei gliela dà. Siccome non di solo pane vive l'uomo, e neanche la donna, al Glass trova anche l'amore, e dopo un pò arriva un figlio. E per il principio di cui sopra, per cui Cristina macina mete come se non ci fosse un domani, colleziona anche tre forchette del Gambero Rosso, una stella Michelin, un nuovo locale, Romeo.
È donna, è chef, è insegnante, è creatrice e sperimentatrice. È una studiosa delle materie prime e dei metodi di cottura. È moglie e madre. È imprenditrice. È un'Ambassador di WE Women for Expo. Ma definirla è, come dicevo all'inizio, riduttivo. È un'equilibrista, perchè tutte le donne lo sono, che dondola tra la vita familiare e la carriera.
Ci ha regalato il suo ricordo, la ricetta della vita, e noi oggi lo condividiamo con voi.
Chef ma non troppo sul serio
“La mia 'ricetta per la vita' è senz'altro qualcosa che si riallaccia alla mia infanzia, e alla mia famiglia — ci dice Cristina — Come ad esempio quella della pasta e piselli di mia nonna, che rimane senz'altro il piatto più buono che io abbia mai mangiato. O i cavatelli di grano arso di mia madre, il cui profumo mi riporta alle passeggiate in campagna con mio padre, quando si bruciavano le stoppie e si usava il grano 'bruciato' per fare questa farina scura dal sapore unico. Ma, visto che stiamo parlando di 'ricette della vita', vorrei dire anche che una delle lezioni più importanti da tenere a mente credo che sia questa: noi chef cuciniamo per dare piacere alla gente, ma dobbiamo ricordare che non stiamo salvando vite umane. Non prendersi troppo sul serio, e ricordare che le cose davvero importanti sono altre: ecco questa è la mia 'ricetta' fondamentale per vivere felice."
Ingredienti:
per 1 kg cavatelli
700 g. di farina
250 g. di semola
50 g. di farina di grano arso (secondo mia madre é "un pugno" di farina di grano arso. Sistema di misura di mamma!)
1 cucchiaino da tè di olio extravergine d'oliva
acqua q.b.
(non aggiungere sale)
I cavatelli di grano arso di Cristina Bowerman
Dopo aver lavorato gli ingredienti e formato una pasta morbida ed elastica, farla riposare per almeno 20 minuti. Stendere poi la pasta facendone dei rotolini di circa 1 cm di diametro e tagliarli a pezzettini di circa 1 cm e mezzo. Con le dita, incavare e arrotolare i pezzetti di pasta per formare i cavatelli. La cottura in acqua salata é di pochi minuti.
Condire con una salsa di pomodoro fresco passato (non vorrete la ricetta anche di questa, no?!) e grattugiarvi sopra della ricotta salata.
Questa è una delle ricette tradizionali raccolte all'interno del Progetto Petronilla del Casato Filo della Rosa Onlus. Il progetto parte da Roma ma ha l’ambizione di viaggiare nel mondo, non solo in altre città e centri italiani, ma anche all’estero.
Raccogliendo le ricette delle donne del mondo, il progetto Petronilla punta a creare un ricettario internazionale e tutto al femminile, con un occhio al passato ma anche uno slancio verso il presente e il futuro. Le ricette raccolte verrano poi presentate a Milano in occasione di Expo 2015.
Ma il capologuo lombardo sarà solo una delle tappe: le “Petronille” sono già in viaggio e hanno iniziato a sviluppare progetti simili a quello romano in Bielorussia, a New York e a Barcellona. E ora, attraverso La VOCE di New York chiedono anche alle donne italiane negli States e alle italo americane di condividere le proprie ricette inviandole a moc.ynecoval @enoizader o a moc.liamg @asoralledolifotasac. Le proposte migliori verranno pubblicate su La VOCE di New York ed entreranno a far parte del ricettario delle Petronille nel mondo.