Una delle chicche di questa edizione del Vinitaly, mai così affollato, è stata la visita del premier Renzi, nella giornata conclusiva del 9 aprile. Nel corso della conferenza stampa, seguitissima, il premier ha sottolineato gli obiettivi delineati dal governo, affermando che “l’'export del vino adesso è a 5 miliardi, nel 2020 puntiamo a 7,5 miliardi. Lo stesso si può fare con l'agroalimentare: dagli attuali 33 miliardi bisogna arrivare a 50, sempre nel 202”. Ha poi lanciato, come è ormai nel suo stile, un hashtag, #campolibero con il quale si potrà intervenire sulle 18 azioni concrete che il ministero dell'Agricoltura intende portare avanti con la collaborazione degli operatori di settore. E con il blitz renziano chiude quindi anche la 48ª edizione di una delle fiere più gettonate da intenditori e non, degustatori, giornalisti da tutto il mondo ma anche semplici curiosi, con dei numeri sempre più interessanti. Ad iniziare dall’affluenza di buyer dall’estero che ha raggiunto quota 56.000: tante le presenze estere su un totale di 155.000, con una percentuale netta del 36% di buyer internazionali. Nella top ten quest’anno il primo posto se lo aggiudica la Germania, con gli USA quasi a pari merito; seguono Gran Bretagna, Canada, Russia, Svizzera, Asia con Singapore, Hong Kong e Cina, la Francia al settimo posto, Austria, Giappone. All’undicesimo posto i Paesi Scandinavi con Danimarca, Svezia e Norvegia.
Curiosando tra i padiglioni
Tante le novità, le curiosità che rendono questo evento uno dei più seguiti e affollati nel panorama internazionale. Grande successo del Padiglione Sicilia, uno dei più visitati, con la presenza di ben 170 aziende vitivinicole, per un totale di circa 2 mila etichette. Presenti, per la prima volta, insieme ai nomi storici, anche i G.A.L. siciliani, i gruppi di azione locale, che hanno portato con sé, oltre ai propri prodotti, anche la propria identità, la propria storia, il proprio terroir, perché una delle ricchezze della Sicilia del vino risiede proprio nella diversità dei suoi vigneti, dei suoi territori e quindi dei suoi vini.
Folla al padiglione Abruzzo, per la mostra fotografica L'Abruzzo dei grandi maestri che prosegue il percorso intrapreso nell'edizione 2013 quando, unica regione ad aver mai promosso un'iniziativa simile al Vinitaly, è nato il binomio arte-vino che approderà a Londra il 15 aprile con un evento creato ad hoc dal Consorzio all'interno della Tate Gallery. Ricercato dai visitatori un assaggio del cioccolatino creato appositamente per l'occasione dallo chef stellato Davide Oldani, con, come protagonista assoluto e ingrediente principe, il Montepulciano d'Abruzzo. Presentato per l’occasione anche l’ottimo Tullum Dop Spumante Brut Metodo Classico, ottenuto da uve 100% Chardonnay coltivate sui terreni collinari. Un prodotto che si inserisce in un trend positivo per le bollicine italiane, delle quali si produrranno soltanto 1.600 bottiglie di altissima qualità.
Denominazioni, tipologie, vini. Ma anche etichette e bicchieri. Tante le proposte inedite al Padiglione Lombardia. La più originale viene dalla DOC bresciana Botticino, che ha portato a Verona alcune eccezionali bottiglie, tenute a riposare per 18 mesi in miniera, a ben mille metri di profondità. La temperatura costante, di 9°/10°C, e la forte umidità conferiscono al vino una maturazione che pone in risalto aromi primari, derivanti dal particolare affinamento. Degustazioni live non stop di 192 etichette, assaggiate a ritmo di Jazz su una terrazza di 360 metri quadrati.
Un “faccia a faccia” tra il Verdicchio dei Castelli di Jesi e quello dei Castelli Canadesi per svelare pericoli, segreti e bugie dei famigerati wine kit che “riproducono” in sole 4 settimane i grandi vini del mondo. Queste le novità della Regione Marche, che si è presentata con 99 aziende e 20 denominazioni, forte di crescenti apprezzamenti sul fronte della qualità, in primis per il suo vino principe, il Verdicchio, che registra quest’anno un autentico boom sul fronte dell’export.
Vino rosso? Bianco? No, green
Tanti i vini sostenibili: da quelli di Magis, il programma di viticoltura sostenibile che mette insieme mondo della ricerca, organizzazioni di filiera e tante cantine del Belpaese, a Winezero, progetto che coinvolge i Consorzi del Prosecco Doc e dei Vini Venezia ed alcune cantine dove la carbon footprint si misura con vere e proprie centraline tra i filari come a Bosco del Merlo-Paladin; dai vini con l'etichetta rilasciata dal Ministero dell'Ambiente del progetto V.I.V.A. Sustainable Wine (da Gancia a Marchesi Antinori, da Mastroberardino a Montevibiano Vecchio, da Tasca d'Almerita a Venica&Venica, per citare solo alcune cantine), a quelli del progetto SosTain dell'Università Cattolica di Piacenza, con le aziende che autovalutano la loro sostenibilità ambientale, sociale, etica, produttiva ed economica, e poi decidono se e quanto intervenire.
Strano ma vero, a Vinitaly abbiamo visto anche questo
Dalla bottiglia-lavagna su cui scrivere e riscrivere le proprie impressioni al Lambrusco Tartan che si indossa come una borsetta, dal sommelier in etichetta al vino "misterioso" il cui uvaggio è segreto e si deve indovinare. Sono solo alcuni dei vini più curiosi, secondo WineNews, scovati in questa edizione del Vinitaly. Dove, tra le curiosità, si va dal Recioto on the rocks al Prosecco vegano e senza solforosa aggiunta, dalla bottiglia superleggera (360 gr) a quella con il tappo in vetro, dal vino che affina nelle anfore a quello che invecchia in miniera. E c'è anche chi stappa una Salmanazar (9 litri).

Foto: Elena Barassi
Se ci sono le bollicine de La grande bellezza, il Franciacorta della Guido Berlucchi reduce dal brindisi oltreoceano di Paolo Sorrentino e Toni Servillo al Premio Oscar, c'è anche il vino Il Brutto: un Prosecco Asolo DOCG di Montelvini, sur lie o come viene chiamato nel dialetto locale "col fondo". Restando in tema cinematografico, ci sono anche Angelica e Don Fabrizio, ovvero i vini del Gattopardo, due purezze da uve autoctone di Grillo e Nero D'Avola della Cantina Corbera, che è sponsor principale del Premio Letterario Internazionale Tomasi di Lampedusa. E tra i personaggi famosi, c'è il vino preferito da Giulio Cesare, il Mamertino (presto DOC) frutto di un'operazione "archeo-enologica" di Planeta, che in una vigna affacciata sul mare, La Baronia a Capo Milazzo, ha deciso di coltivare Nero d'Avola e Nocera. Il vino "misterioso"? Stuzzica davvero la curiosità, in tutti i sensi: è la Cuvée Secrète, un'etichetta targata Caprai, e, soprattutto, un blend il cui uvaggio è segreto. All'eno-appassionato il compito di indovinarlo.
Per i meno preparati in materia, a correre in aiuto è il "sommelier in etichetta" nel Cabernet Sauvignon Sass Roà della Cantina Laimburg, che nella sua veste nasconde una tecnologia Nfc all'avanguardia che, attraverso un microchip, permette di ricevere sullo smartphone consigli per la degustazione, aneddoti sulla filosofia produttiva e curiosità sul vino (è della stessa cantina anche il Versoaln, il vino prodotto in Alto Adige dalla vigna più antica al mondo, con oltre 350 anni di storia che cresce rigogliosa a Prissiano a 600 metri di altitudine). Una volta degustato, è possibile annotare con il pennarello le proprie impressioni sulla bottiglia-lavagna Total White, al cui interno c'è il Lambrusco delle Cantine Ceci. Che uniscono anche wine & fashion, nell'Otello Nero di Lambrusco Tartan, vestito di tessuto scozzese e con un manico in eco-pelle per poterlo indossare come una vera e propria borsetta.
In ambito artistico, si va dai Vini del Palladio, made in Veneto, terra natale del grande architetto, alla bottiglia "morandiana" dedicata a Giorgio Morandi, riproduzione dell'originale creata dalla Umberto Cesari nel 1992 in occasione dell'inaugurazione del Museo Morandi e oggi in mostra al Mambo di Bologna.
Tra le tante curiosità, ci sono anche il Recioto on the rocks, l'Angelorum targato Masi, una forma diversa di servire il noto vino dolce (con due foglie di basilico, del ghiaccio tritato, un'amarena sciroppata, 6cl di Recioto e una scorza d'arancia a guarnizione; il Prosecco vegano – durante il processo di chiarifica vengono utilizzate proteine di origine vegetale anziché di origine animale – della cantina biodinamica Perlage Wines, ed il Jeio noSO2, il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG di Bisol senza solforosa aggiunta creato su misura per il consumatore sensibile ai solfiti.
Si chiude così un Vinitaly all'insegna di un'innovazione capace di fare tesoro della tradizione per un'industria che porta l'Italia sulla scena internazionale.
E il premio va a…
Premio speciale Gran Vinitaly 2014: Cavit S.C. – Trento (Italia), che ha ottenuto il maggior punteggio in base a due medaglie conseguite in gruppi diversi.
Il premio speciale Vinitaly Nazione 2014, attribuito al produttore di ogni Paese che ha ottenuto il maggior punteggio calcolato dalla somma delle valutazioni riferite ai migliori tre vini insigniti del diploma di Gran Menzione, è stato attribuito alle seguenti aziende:
– Divino Nordheim Thüngersheim EG – Nordheim-Bayern (Germania)
– Cantine Due Palme Soc. Coop. Agricola – Cellino San Marco (BR) (Italia)
– Murfatlar Romania S.A. – Murfatlar (Romania)
Il Premio speciale Denominazione di Origine 2014, assegnato al vino di ogni denominazione di origine italiana che in assoluto ha conseguito il miglior punteggio è stato attribuito a:
– Amarone della Valpolicella DOC Campo dei Gigli 2008, Società Agricola Tenuta Sant'Antonio – Colognola ai Colli (VR)
– Gutturnio DOC Riserva Duca di Ferro Mont'Arquato 2010, Casabella – Ziano Piacentino (PC)
– Montepulciano d'Abruzzo DOP Murelle 2012, Cantina Miglianico Soc. Coop. Agr. – Miglianico (CH)
– Prosecco Doc Treviso Frizzante 2013, Antonio Facchin & Figli S.S. Soc. Agr. – San Polo di Piave (TV)
– Trentino Doc Vin Santo Arèle 2000, Cavit S.C. – Trento
– Valdobbiadene Prosecco Docg Superiore Spumante Dry Paradiso 2013, Cà Salina di Bortolin Gregorio – Valdobbiadene (TV)