Le abitudini alimentari degli americani sono le peggiori al mondo. Non è un segreto, loro stessi lo ammettono, che il loro cibo è grasso, artificiale ed assolutamente unhealty –non sano.
Ci vuole poco per rendersene conto. Una volta arrivati negli States, la ciccia compare su fianchi e pancia già a poche ore dall’atterraggio, e specialmente se si vola con compagnie americane. Burgers, fries –patatine fritte-, cheesecakes, biscotti e dolci al colesterolo, bevande gasate e super zuccherate. Questa la piramide alimentare che caratterizza il paese. Bisogna stare attenti alle calorie, cosa a cui pochi, almeno in Europa, sono abituati.
Ci sono ovviamente anche qui delle eccezioni. New York ad esempio è diversa. La tendenza di adesso tra i newyorchesi, è proprio il contrario, mangiare cioè sano e solo cibi naturali. La chiamano essere Green ma ha migliaia di definizioni questa nuova moda della nutrizione, che si è diffusa nella metropoli e di cui ahimè, può farne parte solo un’elite visti i prezzi.
Cari amici, state lontani da supermercati, ristoranti e piccoli alimentari con la scritta GREEN o ORGANIC, perché centinaia di dollari stanno per partire dal vostro portafogli. Provate a prendere uno di questi succhi a quanto pare miracolosi per la salute, in questi famosi fruit bar di Manhattan. In sostanza frullati, a non meno di 7 dollari. Quando dico che costa quindi, credetemi, non scherzo.
Per contro, so che suona male, ma mi affascina molto, questa contraddizione manhattaniana tra persone ossessionate dall’aspetto fisico e chi invece fa dell’obesità una scelta di vita. Perché in Italia il problema per quanto esista è ristretto, mentre qui è reale e si tocca con mano.
New York non ha mezze misure, per strada ci sono persone magre e con fisici atletici, o grasse e con gravi problemi di peso. Modelli o “ciccioni”. Parlando con una mia amica che entra ed esce da programmi di dieta da anni ormai– e che è americana al 100%- qualche giorno fa, mi si è aperto un mondo legato ad una istituzione, di cui prima conoscevo soltanto il nome, la Weight Watchers.
Mi sono documentata. Il sistema a punti è stato inventato dalla WW nel lontano 1995 ed è stato esportato in seguito, in tutto il mondo. Il Point System assegna ad ogni persona che intende effettuare una dieta un numero di “punti” che è consentito mangiare al giorno e che corrispondono all’ammontare di calorie e grassi saturi in ogni singolo cibo.
La cosa bella del sistema WW comunque, è che non è vietato mangiare niente: dalla cioccolata alle patatine fritte, a patto che non si ecceda con i punti che ci sono stati assegnati. Ma c’è anche altro, che mi ha un po’ fatto sorridere e che è una caratteristica molto americana del programma: i meetings. I seguaci di Weight Watchers che si incontrano per fare il punto della situazione e condividere le loro esperienze “di dieta”. A Manhattan, molto popolari.
“Siamo onesti, quante persone hanno voglia di raccontare che si sentono in colpa quando mangiano un biscotto nel cuore della notte?” ha confidato la mia amica quando le chiedo di raccontarmi la sua esperienza alla WW. Per quanto ne parli male, e ripeta continuamente “no non fanno per me”, anche lei ha ammesso, che in realtà i meetings per alcune ragioni fanno la differenza nei programmi WW. Nelle riunioni il leader da consigli utili per ridurre le porzioni, aumentare l’esercizio fisico e migliorare quindi, l’esperienza di dieta. Una cosa divertente che la mia testimone speciale mi raccontava è il momento iniziale della celebrazione. Ogni riunione comincia con il leader che chiede alla sala, se qualcuno ha qualcosa da festeggiare.
Questo senso di condivisione mi fa emozionare. E’ una cosa che a noi italiani manca profondamente e che credo, faccia invece la forza degli americani. Noi non ci sogneremo mai di andare a festeggiare se abbiamo perso un chilo, per di più con persone che magari non hanno nulla per cui essere felici in quel momento. In America invece, si perde peso e si festeggia. Si guadagna una taglia in più e si piange insieme. Amo il senso di comunità che si respira in questo paese, anche per le cavolate, che poi in realtà stupidaggini non sono, visto che si tratta di salute. Il punto è piuttosto come si è arrivati a tanto.
La popolazione americana è quella che registra più problemi di salute, legati proprio alla cattiva alimentazione e al sovrappeso. Com’è possibile che un paese tanto avanzato abbia delle abitudini alimentari così sbagliate? A questo non c’è risposta, se non nel fatto che le abitudini alimentari sono anche culturali. Pertanto se cambia una cambia anche l’altra e si sa, le tradizioni son dure a morire.