New York ha ricordato Grazia Deledda, una tra le più grandi scrittrici del novecento, considerata la più grande narratrice italiana di tutti i tempi e unico Premio Nobel femminile, nel 1926, delle lettere italiane. Mercoledì 30 novembre, alla Casa Italiana NYU e giovedì 1 Dicembre all’Istituto di Cultura di New York hanno avuto luogo le commemorazioni del centocinquantenario della nascita.
Tre eventi in due giorni, promossi dal Comitato Istituzionale composto da Provincia e Comune di Nuoro, Museo MAN, UniNuoro, Fondazione Banco di Sardegna e realizzate in collaborazione con NYU Casa Italiana Zerilli Marimò, Istituto Italiano di Cultura di New York e con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a New York e del COMITES New York. Grazia Deledda ha lasciato un patrimonio letterario di immenso valore che non è stato ancora sufficientemente riconosciuto e fruito, soprattutto in territorio italiano, ad evidenziarlo Valeria Orani, studiosa e autrice teatrale, con il suo ‘Liberty Meets Grace’. La quale è riuscita a consegnare al pubblico un sapiente lavoro accademico che ha visto dialogare relatori italiani e le più autorevoli studiose di Grazia Deledda del Nord America. Un progetto complesso che aiuta a scoprire come l’autrice abbia saputo superare i recinti della cultura maschilista e attraverso il suo percorso creativo di artista e di donna attinge direttamente all’importanza del ruolo femminile nella radice culturale sarda. Una due giorni ricca e che ha coinvolto e catturato l’attenzione delle diverse platee, tra studiosi, accademici, italofili, e gli studenti ed insegnanti della Scuola d’Italia a New York che, grazie alla giornalista e docente Ilaria Scano Muggianu e del giovane autore Matteo Porru, sono stati accompagnati in un viaggio appassionato alla scoperta della ‘Grazia italiana’ e al suo grande impegno nelle scuole come metodo didattico.
Q&A sono stati curati dalla Consigliere Comites NY Leide Porcu, PhD LP, che ha esaltato la figura della donna che ha vissuto il paradosso dell’essere tanto amata quanto osteggiata. E il ricordo non poteva che andare a quel “L’arte non fa politica”, la risposta che la temeraria nuorese diede a Mussolini che, dopo l’incontro ufficiale al rientro da Stoccolma, le chiese espressamente di scrivere qualcosa per il partito.
Ad omaggiare la figura di Deledda anche il presidente del Comites NY, Alessandro Crocco: “Di lei si esalta soprattutto la sua tenacia, l’andare contro i pregiudizi e gli stereotipi del suo tempo, emancipata e precorritrice di battaglie. È giusto ricordarla per quello per cui qualcuno l’ha definita “la donna che non mise limite alle donne” ma anche per quell’attaccamento alla sua terra, alle sue radici. Faccio mie – ha continuato Crocco – le parole del Presidente Sergio Mattarella, per i 150 anni dalla nascita: “Sentiva la forza delle proprie radici, nella Sardegna che le ha dato i natali e l’ha resa partecipe di quell’umanità che ha poi descritto con realismo nelle sue storie intense e drammatiche. Aveva una forte carica etica che ha contribuito a rendere universali il dolore, il calore, i sentimenti dei personaggi tratti dalla sua terra”. Deledda – ha concluso il presidente – scelse di utilizzare parole sarde coscientemente, per trasmettere la durezza, la caparbietà, il sentimento terroso che è l’identità stessa della sua terra. Quello che in fondo ognuno di noi porta con sé”.
Un nuovo evento che ha visto protagonista il Comites di NY e che evidenzia l’impegno profuso e significativo verso la conoscenza, la promozione della cultura, della lingua, delle produzioni, dei saperi del Bel Paese.