La sera dell’8 Novembre un appassionato gruppo cosmopolita di scienziati, artisti, amanti dell’arte, terapeuti e pazienti si sono riuniti all’Istituto Italiano di Cultura. “Art and the Brain: Science, Creativity and Healing,” un evento dell’AIRI, l’Associazione Internazionale dei Ricercatori Italiani, New York Chapter, è stato sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura, dal Consolato Generale d’Italia, con una introduzione calorosa del Console Generale Fabrizio di Michele, dal Marlene Meyerson JCC, e dal Comites New York, grazie soprattutto all’impegno di Dario Corradini, scienziato e Segretario del Comites e Presidente della Ricerca e Sviluppo.
I contributi illustri di Vittorio Gallese, Maria Felice Ghilardi, Naomi Renée Campbell, Emiliano Santarnecchi, Marygrace Berberian, Andrea Casson and Caroline Kohles hanno intrattenuto e illuminato il pubblico.
Nel tempo limitato dell’incontro, sono stati molti i temi trattati e alcuni di questi meritano di essere divulgati qui con la speranza che presto il Comites New York possa continuare ad approfondire il discorso salute, benessere e arte in futuri appuntamenti. Si è parlato di arte e cervello e di come il cervello tenda a creare “vite parallele”: ogni scarabocchio e ogni opera d’arte è come se aprisse un nuovo mondo. “Dal punto di vista neurologico, infatti, Dario Corradini mi ha spiegato durante la wine and cheese reception, “si osserva una sovrapposizione parziale delle reti neurali attivate durante il compimento di un’azione nella vita reale e l’immaginazione della stessa.”
Si è inoltre parlato di come l’arte porti a migliorare condizioni difficili come il Parkinson. Fra il pubblico e fra gli oratori c’erano persone affette dalla malattia, le quali hanno parlato di come durante le sedute di pittura la loro mano tremasse meno. L’arte offre la possibilità di utilizzare il cervello e il corpo insieme e con concentrazione, il che porta giovamento. L’arte può anche diventare un ricettacolo positivo per la rabbia provata per la malattia. Tramite l’arte infatti si può esprimere la rabbia che non si può esprimere nella vita. Anche se il Parkinson danneggia la vita, l’arte apre un nuovo mondo. L’arte permette di essere visti reciprocamente; di essere vulnerabili e di ricevere una conferma sociale; in altre parole, di sentire la nostra umanità. Infine, l’arte ci permette di elaborare e condividere traumi e conflitti interiori che altrimenti rimarrebbero bloccati dentro il nostro corpo.
Un altro tema di discussione ha riguardato il fatto che il cervello dal punto di vista fisiologico è continuamente in stato di attivazione: infatti l’inibizione neurale è fondamentale nei processi neurologici. Il cervello va sempre a grande velocità ed è spesso quando si rallenta un po’, per esempio sotto la doccia, o quando si dipinge, o quando si gioca, che si sprigiona la capacità creativa che permette di risolvere nuovi problemi. Per essere creativi, per pensare “out of the box,” per quanto sia contro-intuitivo, bisogna “inibire” il cervello e rallentare un po’. Inibire il cervello funziona meglio che mantenere un accanimento continuo e stressante sul problema: L’arte può senza dubbio essere un modo creativo per risolvere i problemi.
Gli esperti hanno illustrato come le tradizionali separazioni, per esempio, fra emisfero sinistro e destro o fra una mente tecnica/ingegneristica/scientifica e una mente artistica siano per lo più illusorie ed è più ciò che le due parti abbiano in comune di quanto le distingua. Dal punto di vista neurologico, gli stessi circuiti cerebrali vengono attivati durante un’opera tecnica o artistica. Quando quindi abbracciamo nella nostra identità uno solo di questi poli, ci stiamo limitando ad esprimere solo una parte del nostro potenziale.
Gli speakers hanno concordato che lo stress inibisce la creatività, ribadendo che che ci fa male e che dobbiamo imparare a gestirlo. Una ragazza del pubblico ha chiesto agli esperti quali fossero i loro rimedi per combattere lo stress. Le loro soluzioni, sebbene molto personali, ci sono da esempio: il Kundalini Yoga; le passeggiate nei boschi a raccogliere foglie; la pittura; giocare con i figli o gli animali domestici; la cucina; la danza, parlare col partner a fine giornata; cercare ogni giorno di ridere e avere gioie che nutrano l’anima; l’idea di amplificare i sensi per 90 secondi ogni giorno e sentire con pienezza.
In pieno accordo con le esperienze appena condivise, pubblico, terapeuti e professori si sono uniti in risate, chiacchiere e degustazioni offerte da Terra Foods e Agricola Maraviglia.