I capelli sono tornati rossi, la figura minuta, lo stile aggressivo nel look all black con i grandi occhiali scuri a proteggerla, per La Syndacaliste invece Isabelle Huppert si è trasformata, capelli lunghi biondi e gli occhiali da vista, quasi irriconoscibile.
“Con il personaggio e la vera Maureen Kearney siamo diventate gemelle, ho accettato una trasformazione radicale aiutata da regista, parrucchiera, truccatrice e mi è piaciuto molto questo cambiamento”, dice l’attrice francese a Venezia. È protagonista del film di Jean Paul Salomè in concorso ad Orizzonti, poi in sala con I Wonder Pictures.
La vera sindacalista e la giornalista del Nouvelle Observateur Caroline Michel-Aguirre che ha seguito la sua storia hanno visto il film a Parigi con regista e cast, “e hanno apprezzato, era stata rispettata fedelmente la vicenda”. Tutto accade nel 2012, quando la maestra d’inglese diventata sindacalista si mette contro i capitani d’industria di Areva, all’epoca un gigante del nucleare francese che stava per essere assorbito da un partner cinese. Provando così a salvare migliaia di operai. Fu trovata a casa sua legata a una sedia, con la lettera A incisa sulla pancia e il manico di un coltello nella vagina. Violentata, denunciò alla polizia ma da vittima divenne sospettata, condannata a due anni e a una multa di 5000 euro. Vinse nel 2018 in appello. Una storia clamorosa finita nel dimenticatoio.
“Il suo coraggio, la sua forza, la reazione forte e di grande dignità rispetto a quello che le avevano fatto e che stava succedendo sono sembrate quasi sfacciate per una donna. Non voglio entrare nel merito, come attrice mi sono impegnata a rendere credibile il personaggio su cui sin dall’inizio aleggia un clima di sospetto, facendo il ritratto di una donna dura, spigolosa, che con abiti, occhiali, accessori e rossetto indossava una armatura”.