Se ne va Draghi e ritorna la Madre dei Draghi. Il 21 agosto potremo vedere su HBO, su Sky Atlantic in Italia (alle 3 del mattino) e in streaming su NOW la serie prequel di Games of Thrones, in italiano titolato Il Trono di Spade. Games, in italiano giochi, è un vocabolo più preciso a significare che questa serie fantasy si snoda in giochi di potere sanguinari. Nel trailer del prequel House of Dragon si sente: “Con la famiglia che ha i draghi gli uomini non dovrebbero scherzare, è un potere così grande”.
Ma i politici italiani non sono semplici uomini e se ne sono fatti un baffo di Draghi con la D maiuscola, defenestrandolo alla vigilia del placet europeo al PNNR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Potremo pertanto continuare a sognare davanti al video lotte per la conquista del potere, lasciando campo libero a quei quattro scappati di casa, come li apostrofa il popolino, che intanto nella realtà fanno il bello e il brutto a Roma.
I fautori della Madre della Patria italica faranno di tutto per portarla sul trono italico come se le spettasse di diritto, sfidando le altre potenze europee. Poi non è detto che Giorgia non si doti alla bisogna di un draghetto di fiducia, ancora non meglio identificato, per conquistare in futuro il Trono di Spade, ossia l’Europa, considerato che Merkel l’ha lasciato libero. E se l’ha potuto ricoprire lei con il suo lato B possente, ci starà pure quello della nostra Madre della Patria.
Sono tornati anche i Vichinghi e non solo sulle nostre spiagge soleggiate a rimpinguare le casse del turismo nazionale, benché convinti che Italia sia sinonimo di mafia, ma pure sullo schermo. La saga Vikings su Netflix continua con il sequel Valhalla che narrerà la fine dell’epoca vichinga con la battaglia di Stamford Bridge del 1066. Il che non è di buon auspicio per le imminenti elezioni italiane, perché orami è chiaro che non distinguiamo più il mondo virtuale da quello reale.
Anzi, appena ci appaiono sugli schermi degli attori prestanti come non se ne vedono nella vita reale, evitiamo accuratamente di guardare le facce di Letta, Renzi, Calenda, Salvini, per non parlare di quella di Berlusconi. Ecco che allora anche quella di Giorgia costituisce un diversivo più piacevole, visto che anche l’occhio vuole la sua parte. Bisogna inoltre considerare che i dialoghi delle fiction sono più epici e passionali di quelli che ci propinano i talk show politici e poi andiamo a dormire rilassati sognando il seguito. Mentre dopo aver ascoltato le fantasie dei Nostri, ci corichiamo con la bile grossa e dobbiamo ricorrere a un sonnifero.
Qui in Italia si fa il terzo polo Calenda-Renzi più o meno sul video, più o meno irreale, mentre su Sky imperversa una terza serie, la più amata: Outlander, di cui si sta girando in Scozia la settima stagione. E non solo perché è la storia più bella, più avventurosa e in cui ci si può immedesimare perché è una grande storia d’amore che va a ritroso nel tempo, ambientata tra gli anni ‘50 e il ‘700, ma soprattutto perché Sam Heughan, che impersona il protagonista scozzese Jamie Fraser, è l’uomo più desiderato nei social dalle donne di tutto il mondo tanto da esser stato nominato il più sexy del 2022.
Poteva uscire solo dalla penna di una donna, la bravissima scrittrice texana Diana Gabaldon, perché è l’uomo che tutte sognano: bello al punto da essere perfetto, fedele, temerario, orgoglioso, indomito, protettivo e soprattutto vergine.
Infatti è Claire che slaccia la cintura del kilt che Jamie indossa, mentre lui le sussurra che l’ha amata dal primo momento che l’ha vista. Poi la bacia e lei, un po’ interdetta, gli chiede: “Ma dove hai imparato a baciare cosi?” E lui le risponde: “Ti avevo detto che ero vergine, ma non un monaco”. “Bello e impossibile”, cantava Gianna Nannini.
E se gli mandassimo tutti out land? Gli antichi Romani lo chiamavano esilio. Poi qualche outlander come Jamie sarebbe il benvenuto.