Robert De Niro non ha mai nascosto il suo amore per il cinema italiano. Del resto deve a registi italoamericani il primo Oscar, che è arrivato grazie alla sua interpretazione di Vito Corleone ne Il Padrino – Parte II di Francis Ford Coppola. Anche il secondo Oscar è arrivato per l’interpretazione di un pugile di origini italiane, Jake La Motta, in Toro Scatenato di Scorsese.
“La mia carriera non sarebbe stata la stessa – ebbe a dire qualche tempo fa – se non avessi lavorato con grandi registi italiani e italo-americani come Scorsese, Coppola, Bertolucci, De Palma, Leone”.
CI SONO COSE FANTASTICHE NEL FILM DI SORRENTINO
Ora però Bob De Niro regala una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti del film del regista italiano Paolo Sorrentino e del suo È stata la mano di Dio, candidato all’Oscar 2022 nella categoria Miglior film internazionale il 27 marzo prossimo.
In una intensa lettera pubblicata su Deadline Hollywood, De Niro esprime tutto il suo apprezzamento per il lavoro del regista napoletano. ”Ci sono così tante cose fantastiche (…)” – scrive – “È un film incredibilmente personale. Sorrentino, che ha scritto oltre che diretto il film, ha creato il suo surrogato Fabietto dal proprio DNA e dalle proprie esperienze e ha ambientato il film nella sua città natia, Napoli”.
PERSONAGGI APPASSIONATI E PIENI DI SPERANZA
De Niro continua nella sua recensione declinando tutti gli aspetti che a suo avviso fanno di questo lavoro un film bello e commovente, “Il co-protagonista più importante di Fabietto – continua – non è un membro del meraviglioso cast bensì la città stessa. L’amore di Sorrentino per Napoli si nota da subito nelle prime bellissime inquadrature di un avvicinamento aereo alla città dal Golfo di Napoli. Amore che si vede nel suo affetto per la varietà dei personaggi della storia: eccentrici, spesso molto divertenti, “larger than life“, appassionati, pieni di gioia e speranza”.
QUESTA NAPOLI MI RICORDA LA MIA NEW YORK
“Sono stato a Napoli solo poche volte, ma per me questo film è decisamente napoletano nel modo in cui molti dei film di Martin Scorsese (The Wolf of Wall Street, Al di là della vita, Mean Streets, Taxi Driver, ecc.) come molti altri film di Woody Allen (Annie Hall, Broadway Danny Rose, Manhattan, ecc.) sembrano essenzialmente New York City. Napoli per molti versi mi ricorda la New York italo-americana che amo”.
“Nonostante la tragedia che è al centro del film, È stata la mano di Dio trabocca di divertimento” – spiega ancora De Niro. “Scene come il pranzo all’aperto della famiglia allargata e la successiva gita in barca sono così affascinanti e divertenti. E mentre nella storia centrale Fabietto è strappato alla sua precaria giovinezza e trascinato in un’età adulta prematura e sgradita, le storie della strada non hanno prezzo. Ad esempio, c’è Armà, il contrabbandiere di sigarette/cappuccio/teppista violento/amico solidale e infine galoppino; stravagante, sì, ma completamente credibile per me a causa delle mie esperienze a New York da bambino”.

BOB RINGRAZIA PAOLO PER LA MANO DI DIO
Non sfugge all’attore italoamericano neanche il ruolo centrale del regista Antonio Capuano, mentore del giovane Sorrentino. “In una scena meravigliosa verso la fine di È stata la mano di Dio, Fabietto supplica Capuano di dargli una direzione. Capuano lo interroga e allo stesso tempo lo rimprovera, le loro voci si alzano, quasi musicalmente. Sembra la scena di una grande rappresentazione operistica”.
Per concludere, De Niro chiosa la sua recensione per “È stata la mano di Dio” in italiano: “Mille grazie, Paolo!”