President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • Login
VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily Newspaper in the US

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in Spettacolo
September 3, 2021
in Spettacolo
September 3, 2021
0

A Venezia le forti emozioni della lectio magistralis di Roberto Benigni

L'attore-regista toscano appena premiato con il Leone d'Oro alla carriera ha risposto anche alle domande del pubblico seguendo sempre il "fuoco dentro"

Maria Teresa AntoniozzibyMaria Teresa Antoniozzi
Time: 6 mins read

Attesissimo l’incontro che Roberto Benigni ha trattenuto con il pubblico, a cui l’artista ha dedicato un’ora di tempo nel corso del pomeriggio della seconda giornata del Festival del Cinema di Venezia. L’attore ha iniziato con il tessere le lodi dei famosi registi che lui ha da sempre considerato le sue guide, i suoi Caronti, le sue Beatrici, i suoi Maestri. Grande il riconoscimento con cui Benigni parla del lavoro artistico di Charlie Chaplin: “Parlare di Chaplin è come parlare di Michelangelo”, ripete più volte. Quando parla dei lavori di Fellini, poi, il nostro si agita, gesticola con le mani, i suoi occhi si illuminano, con difficoltà rimane seduto sulla sedia, sembra volersi genuflettere al solo suono del nome del grande regista di Rimini. Prosegue: “Ragazzi, Fellini è il regista del secolo, no che dico: il regista di tutti i secoli. Non ce ne sono altri come lui. I suoi personaggi, le sue inquadrature, il modo di muovere i carrelli! Ragazzi, che dire del lavoro di Otto e Mezzo, e poi la Dolce Vita, capolavori incredibili. Lui si che ha fatto volare le astronavi! Si perché fare un film è lo stesso sforzo che richiede il mandare in cielo una astronave e lui ne ha mandate in cielo tante”.

La domanda a cui cerca di sfuggire riguarda la sua vita privata “Come trascorre le  sue giornate?” gli chiede Gianni Canova, critico cinematografico, oggi in veste di moderatore. Benigni, imbarazzato, risponde balbettando ed esitando: “Ma, ma, ma perché, mi si chiede come trascorro il mio tempo, non è importante, perché mai dovrebbe essere di interesse altrui? Perché mai la gente dovrebbe essere interessata alla mia giornata”. Poi ne parla a raffica: “Ma, dai su. Io faccio le cose normali come tanti di voi, leggo e leggo sempre Dante perché una volta che si comincia a leggere Dante non si può leggere altro. O Dante o Shakespeare. Credetemi i due grandissimi, come loro non c’è nessuno”. E qui Benigni sembra essere incantato dalla possibilità di parlare di Dante, è rapito, alza le braccia verso l’alto, come a dirci che Dante è lassù sopra a tutti. Poi ricongiunge le mani come in un applauso sordo, a sottolineare che la bellezza della poetica di Dante è impari.

“Perché in inglese e in altre lingue il lavoro di recitare si dice play” chiede Canova “con il significato di giocare, mentre in italiano il recitare non ha un significato vicino al concetto di giocare”. Benigni risponde: “Eh no caro moderatore”, sghignazza il Benigni “è giusta la terminologia italiana: il lavoro dell’attore è un duro lavoro, non è un gioco. È decisamente meglio la nostra parola italiana ‘recitare’ e non ‘giocare’ come dicono gli anglosassoni. Recitare è un lavoro faticoso, altro che play! Tante volte all’attore si chiede di essere spontaneo, ma il recitare non è spontaneità perché noi dobbiamo fare fiction e questo richiede tanto allenamento fino ad ottenere la migliore rappresentazione, ci vogliono tante prove e sperimentazioni per sapersi modellare in base alle esigenze della sceneggiatura”.

Altra domanda incalzante che giunge dal pubblico: “Quale personaggio verresti essere se fossi collocato nell’ Inferno Dantesco?” Prontamente Il nostro Roberto risponde: “Ma Dante! Naturalmente! Ma se proprio devo scegliere altro da Dante, beh direi…. No, Ulisse proprio no, perché è avvolto nelle fiamme, vorrei invece essere nel terzo e ultimo canto del Paradiso che non smetto mai di leggere. Sono canti che raccolgono tutto quello che noi essere umani siamo”, sostiene il regista/attore/comico che dal modo in cui si esprime fa sentire al suo pubblico che le sue parole stanno traducendo in modo simultaneo i suoi pensieri senza filtri, senza barriere. Il suo pensiero sciolto e sincero viene offerto alla gente in sala.

Una domanda del pubblico lo sollecita a parlare del suo rapporto con Giuseppe Bertolucci: “Giuseppe Bertolucci mi ha adottato nel momento in cui sono arrivato a Roma, si è innamorato dei miei racconti tragici e poetici. Con Giuseppe ho condiviso le emozioni più  forti, mi ha insegnato da che parte si guarda l’orizzonte, mi ha insegnato tutto. Mi ha fatto sentire come Adamo nel Paradiso  Terrestre e mi ha aiutato a trovare la mia strada. Un’amicizia che definire formidabile è nulla. Sapete quando scatta la scintilla dell ‘amicizia? Beh è stupendo e arricchente”. Non è mai avaro di superlativi Benigni quando deve descriverei suoi amici e i sentimenti che a loro lo legano.

Venezia: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Roberto Benigni in occasione dell’inaugurazione della 78* mostra internazionale d’arte cineamatografica, oggi 1 settembre 2021.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Commovente è stato l’intervento di una signora straniera: “Roberto ti vorrei abbracciare perché quando venti anni fa giunsi in Italia ho deciso di rimanervi dopo aver apprezzato il film ‘La vita è bella’, quindi in un certo senso la tua figura, la tua arte ha finito con il condizionare le scelte della mia vita”. Con grande  sorpresa Roberto Benigni, da grande padrone della scena qual è, si è alzato e rompendo tutti i protocolli ha risposta «Allora sai che ti dico, metto la mascherina e vengo ad abbracciarti». Senza esitazione si è avvicinato alla platea ad abbracciare la donna. Un abbraccio atteso da atteso circa 20 anni. Un’immagine veramente commovente.

Una giovane studentessa del centro di arte drammatica ha inoltre chiesto a Benigni come poter controllare le emozioni nel suo futuro lavoro da attrice. “Beh, dai spazio alle tue emozioni. Io sono attratto dalle persone sensibili e anche io sono sensibile. Io non ho controllato le emozioni, in un certo senso le emozioni hanno condotto me e quando sento che ‘devo’ non mi trattengo dal prendere in braccio la gente che amo, mi scaravento per terra, insomma mai avere paura delle proprie emozioni. Come con l’ aggressività: è un leone dentro di noi, un bel leone, è bellino ma fa paura. Non mi piacciono tutte le  discipline che controllano le emozioni. No, io voglio sentire tutto e controllare poco. Però non bisogna dimenticare di lavorare corazzandosi di una forte disciplina soprattutto sul set, come nel servizio militare, come per i politici ‘disciplina e onore”. A ricordarci che un po’ di ironia non fa mai male.

Una signora del pubblico, nel proprio intervento ha raccontato di aver portato la sua nonna a vedere ‘La vita è bella’. Una nonna particolare perché è una sopravvissuta di uno dei campi di concentramento. “La reazione di mia nonna nel veder il film è stato quella di sentirsi a suo agio perché come lei stessa mi ha raccontato è riuscita a sopravvivere grazie al fatto di immaginare che il tutto non fosse vero”.

Altra domanda: “se lei non fosse diventato Benigni, chi sarebbe diventato?”

“Un pretino di campagna!”, dice e sorride di una risata contagiosa, poi subito ribatte: “ma no, io ho sempre saputo che volevo questo. Ho da sempre sentito un forte richiamo nel  mostrare agli altri quello che io sapevo per comunicare contenuti importanti, contenuti utili, in un certo senso ho sempre sentito il desiderio di utilizzare la comunicazione per creare uno spirito di comunità e rendere gli altri partecipi delle mie emozioni, per contagiare gli altri. Un desiderio che ho avuto sin da piccolo. Quando ho capito che quello era il mio cammino, ho sentito che dovevo prendere quella direzione  e mai ho pensato ad altro”.

La giovane Susanna, dal pubblico, chiede cosa consiglierebbe ai giovani di oggi. Con la sua risata pronta, risponde: “Oh là, là. Se  sapessi rispondere insegnerei Teologia alla Sorbona! Come faccio a dare consigli ai giovani?  Io sono l’ ultima persona a poter dare consigli. Direi però che bisogna seguire il ‘fuoco di dentro’, il ‘proprio fuoco’ e sentire che quello che si sta facendo lo si faccia con serietà. Niente è facile e tutto richiede tanto lavoro e come si usava dire ai miei tempi: nessuno ti regala niente ma se segui la tua passione e lavori con disciplina i risultati arrivano”.

Un caloroso applauso accompagnato da una spontanea standing ovation ha salutato Roberto Benigni. E lui ricambia con alzate di braccia, il sorriso di sempre, e ringraziamenti per tutto l’affetto espresso dal pubblico per dirigersi poi verso l’uscita che lo riconduce al suo privato. Questo è il nostro Benigni.

Share on FacebookShare on Twitter
Maria Teresa Antoniozzi

Maria Teresa Antoniozzi

DELLO STESSO AUTORE

“Lo Chiamavano Tyson”: tra precarietà e rabbia, l’anima della periferia di Roma

“Lo Chiamavano Tyson”: tra precarietà e rabbia, l’anima della periferia di Roma

byMaria Teresa Antoniozzi
Guerra ucraina, annunciati nuovi corridoi umanitari. Già 2,2 milioni di rifugiati

Cause e possibili soluzioni della guerra in Ucraina: l’analisi del prof. Andrea Ruggeri

byMaria Teresa Antoniozzi

A PROPOSITO DI...

Tags: Benigni Leone d'Oro alla carrieraDanteMostra del Cinema di VeneziaRoberto BenigniRoberto Benigni a VeneziaVenezia 78
Previous Post

Italia-Usa: Guerini incontra Austin, “un dovere accogliere gli afghani”

Next Post

“Cenzorka”, “107 Madri”, alla Mostra del Cinema di Venezia la resilienza delle donne

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Davanti al Palazzo di Vetro dell’ONU tra i manifestanti ucraini e russi contro Putin

Federico Varese: “Putin terrorizzato dalla democrazia ucraina, modello per la Russia”

byMaria Teresa Antoniozzi
Moda e cinema, ovvero l’arte del Made in Italy che spinge la lingua italiana nel mondo

Fashion and Film, the Art of “Made in Italy” that Promotes the Italian Language Globally

byMaria Teresa Antoniozzi

Latest News

Camp Darby: un 4 luglio “made in Italy”

Camp Darby: un 4 luglio “made in Italy”

byDania Ceragioli
Bale, Chiellini, e l’esordio nel derby di Los Angeles

Bale, Chiellini, e l’esordio nel derby di Los Angeles

byLa Voce di New York

New York

Gli affreschi romani di Villa Boscoreale dispersi nel mondo

Gli affreschi romani di Villa Boscoreale dispersi nel mondo

byAlma Torretta
Bimbo di 3 anni precipita nel vuoto da un grattacielo: tragedia a East Harlem

Bimbo di 3 anni precipita nel vuoto da un grattacielo: tragedia a East Harlem

byLa Voce di New York

Italiany

Con il falso Made in Italy gli Usa vogliono invadere il mercato europeo

Con il falso Made in Italy gli Usa vogliono invadere il mercato europeo

byLa Voce di New York
Lo staff di In Scena!

In Scena! Sipario sul festival del teatro italiano a New York che reagisce alla pandemia

byManuela Caracciolo
Next Post
“Cenzorka”, “107 Madri”, alla Mostra del Cinema di Venezia la resilienza delle donne

"Cenzorka", "107 Madri", alla Mostra del Cinema di Venezia la resilienza delle donne

La Voce di New York

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In