Cosa farebbe Sophia Loren? Se l’è chiesto per tutta la vita Nancy “Vincenza Careri” Kulik, americana di nascita, ma figlia di emigrati italiani, in un limbo tra fascinazione e rivisitazione delle proprie origini. Netflix ne fa un piccolo documentario, ironico e nostalgico del cinema che fu.
Gli albori di una cinematografia italiana eterna, un’icona immortale e una storia di cui non ci stancheremo mai. Il documentario What Would Sophia Loren Do? firmato Netflix e diretto da Ross Kauffman, racconta due storie: Nancy e Sophia dall’adolescenza alla “vecchiaia”, termine che la Loren sembra non voler far entrare nel suo vocabolario nemmeno davanti alla camera. La famiglia di Nancy è originaria della Calabria, Sophia di una Napoli in guerra. In comune l’Italia nel sangue. Immagini di repertorio, spezzoni da L’oro di Napoli, La Ciociara, Ieri, oggi e domani, si alternano agli album di famiglia di Nancy, ai suoi video di repertorio, quelli girati nelle piscine di un passato sgranato, americano e vintage.

Ma cosa ci sarà di magico, o di interessante, in un parallelismo tra una storia di fama e una ordinaria? In un mondo dove l’emulazione assomiglia sempre di più ad una forma plastica di imitazione, Nancy ha vissuto volendo somigliare ad un’icona del cinema, cogliendone la passione e il dramma allo stesso tempo. Non omologatevi, sembra dire tra le righe. Non anteponete la vostra fisicità al carattere, “guardate Sophia quant’era bella con le sue forme e coraggio da vendere”. Siamo colti di sorpresa nel vedere l’attrice eterna in tutti i suoi anni, sfoggiare ancora uno sguardo malizioso e irresistibile mentre parla di sé. E dove l’ammirazione a tratti sembra sfociare nell’ossessione, magari ci soffermiamo pensando ai nostri idoli giovanili, alle fantasie che pian piano sono diventati sogni, e poi dolci ricordi per cullarci quando ne avevamo bisogno.

What Would Sophia Loren Do è un piccolo esperimento, una scommessa vinta su come l’espressione dell’arte possa influenzare la vita degli altri. Quella di Nancy è un’inguaribile passione come può esserlo collezionare dischi jazz, è il rifugio scanzonato dei suoi dubbi esistenziali, morali, o a volte banali. Vedere Sophia recitare, mettere quel piccolo pezzetto di sé in ogni personaggio, le ha regalato ogni volta una piccola perla o una lezione di umanità. Figlia dell’occhio di Vittorio De Sica e Carlo Ponti, ha restituito a Nancy le radici italiane da cui la sua famiglia l’ha sradicata ancora prima che nascesse, in un’America che al cinema italiano deve tantissimo.

Fresca de La vita davanti a sé (Netflix, 2020), Sophia Loren non smette di emozionarsi, e non ama parlare di fortuna. Quest’ultima regia, curata dal figlio Edoardo Ponti, ha ormai fatto cadere l’ennesimo velo rispetto all’illusione di giovinezza e immutabilità che il nuovo mondo social ci vuole raccontare. Ciò che siamo resta per sempre, a quanto pare, a prescindere dal nostro aspetto e dallo scorrere del tempo. Ce lo hanno insegnato anche la Magnani, Monica Vitti, Claudia Cardinale, Silvia Mangano. Qui la forma del documentario si fa ipnotizzante, maestra nel raccontare ciò che è stato, infondendo in noi una strana nostalgia. Mentre la camera mette a fuoco un televisore su cui vediamo in play i film con Sophia, scopriamo una fama genuina di cui chiunque potrebbe innamorarsi. Materiali d’archivio tra interviste e footage ci ricordano che è tutto vero, anche la parte in cui la Loren non si presentò agli Oscar perché convinta di non poter vincere.

In una manciata di minuti Nancy ci racconta le sue impressioni sulla scena più cruda de La Ciociara, confessandoci le sue considerazioni sul mestiere di madre e moglie, riportandoci quella che potremmo definire a tutti gli effetti una testimonianza sull’imprevedibilità e sull’amore incondizionato. Raccontare storie è diverso quando lo fai in relazione a quella degli altri. Ed è incredibile quanto questo incastro riesca ad emozionarci, ad assottigliare la barriera a volte invisibile tra cinema e realtà. What Would Sophia Loren Do sarà disponibile su Netflix dal 15 gennaio e non potrà che strapparvi un sorriso, soprattutto nel finale.
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