Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Spettacolo
December 22, 2020
in
Spettacolo
December 22, 2020
0

Hillbilly Elegy: quei bianchi americani in crisi che ora toccherà a Biden far sognare

Il film su Netflix firmato Ron Howard non ha solo un finale da Oscar, ma è un richiamo verso consistenti e tutt’ora pericolose disuguaglianze sociali negli USA

Danila GiancipolibyDanila Giancipoli
Time: 4 mins read

Tratto dal romanzo Hillbilly Elegy (2016) di J.D. Vance, l’adattamento Netflix diretto da Ron Howard è la traduzione perfetta del sottotitolo in copertina: A Memoir of a Family and Culture in Crisis. Uscito nel giugno del 2016, la storia di Vance risuonava allora come la sua espiazione e vittoria personale nei confronti di un passato tra povertà e violenza. Nato e cresciuto in Ohio, ha dato voce agli americani bianchi delle classi operaie residenti nella regione degli Appalachi e del midwest. Che questo frangente geografico abbia rappresentato una fetta di voti decisiva per la vittoria di Donald Trump, è una lettura ancora oggi fondamentale alla luce del vento democratico portato da Joe Biden.

J.D. Vance non è solo l’autore di un libro. Dopo le elezioni del 2016 le sue apparizioni televisive non si contano. Viene più volte intervistato dalla CNN e il New York Times gli chiede di scrivere come columnist per fare da tramite tra il suo passato e il nostro presente politico. Vance racconta gli hillbilly, un termine dispregiativo che accompagna i residenti delle aree rurali, un modo per mettere l’accento sul loro analfabetismo e la loro decadenza. Cresce nella cittadina di Middletown, un tempo oleata dalla produzione del carbone, delle acciaierie, dell’indispensabile manovalanza della working class. «Nella nostra società fondamentalmente ancora razzista, il vocabolario non va quasi mai al di là del colore della pelle: parliamo di “neri”, di “asiatici” e di “bianchi privilegiati”. […] Per questa gente la povertà è la tradizione famigliare, i loro antenati erano operai nel Sud schiavista, e poi braccianti, artigiani e operai. Gli americani ci chiamano hillbilly, redneck o white trash. Io li chiamo vicini, amici, la mia famiglia» così si legge nelle primissime righe d’introduzione.

La consistenza della sua narrativa autobiografica risiede nel sapore che l’accompagna, quello della cintura di ruggine (Rust Belt) considerata un tempo il cuore industriale dell’America. L’albero genealogico di Vance ha le radici nelle colline di Jackson, Kentucky. I suoi nonni emigrano giovanissimi dalle regioni dei monti Appalachi verso l’Ohio, alla ricerca di un benessere che si trasforma presto in miseria e violenza domestica. Vance passa la sua infanzia nutrendosi del disagio della sua comunità, un luogo dove fucili, violenza e droga convivono sotto lo stesso tetto. Un padre alcolizzato e una madre eroinomane rendono la vita di Vance a Middletown un inferno. La fortuna di Vance furono i suoi nonni, che nonostante una vita di stenti e sussidi statali, sono riusciti a preservare in lui il principio di un sogno americano trasformato poi in realtà. J.D. si arruola nei marines, passa quattro anni in Iraq, si laurea alla Ohio State University e si specializza in legge a Yale.

Il lieto fine non è fuorviante, è semplicemente ciò che è successo e che ha permesso a Vance di venire allo scoperto. Partendo da una storia vera, approdiamo nella vastità di una povertà storica che dal Kentucky attraversa i monti Appalachi, il West Virginia, l’Ohio. Parliamo di territori già storicamente poveri che hanno ricevuto il colpo di grazia con la scomparsa del manifatturiero, ma non basta parlare di insicurezza economica. Vance vuole raccontare «le vite delle persone reali quando l’economia industriale si delocalizza».

Nel film – che racconta un arco di tempo dal 1997 al 2007 – il protagonista giovane (Owen Asztalos) e la sua versione adulta (Gabriel Basso) affrontano una battaglia ben peggiore e senza fine con la figura materna: Bev (Amy Adams). Un senso di deresponsabilizzazione aleggia nel personaggio di Bev, infermiera senza un lavoro fisso che chiede al figlio di riempire i vasetti delle urine per i suoi esami tossicologici. Le violenze di Bev nei confronti del figlio sono magistralmente dirette da Howard, creano empatia nei confronti di un bambino che della vita non sa niente tranne che la cosa più importante è la famiglia. Lo script trova qui la sua quadra hollywoodiana: Vance adulto lotta letteralmente contro il tempo per aiutare Bev dopo un’overdose e guadagnarsi il posto a Yale nello stesso giorno. Peccato però che “salvare” non sarà il termine giusto, ed è in questo che probabilmente la pellicola si salva dall’essere quella che l’Atlantic ha definito essere una descrizione caricaturale di un mondo che Hollywood non riesce a comprendere.

J.D. Vance durante una delle sue interviste in tv

Vance non ha vinto il sogno americano, se l’è guadagnato. «Siamo il posto da cui veniamo, ma scegliamo ogni giorno chi diventeremo» ci confessa fuori campo. C’è dell’amara speranza che da queste parole ci riporta all’alba di Biden. Come può un presidente con idee così diverse da quelle di Trump, guadagnarsi il favore di una classe sociale così frammentata e disperata? Nonostante gli aiuti massicci elargiti dalla presidenza Obama nei confronti delle industrie sull’orlo del fallimento, poco poteva essere fatto per dirottare l’inevitabile futuro tecnologico. La narrativa dovrebbe lasciar spazio alle lotte dei sindacati, agli sforzi concreti delle comunità di cui poco si parla. Dove sono finite poi le nuove generazioni?

A ridosso della vittoria di Trump, la professoressa di scienze politiche e politologa Katherine Cramer rilasciava interviste sul suo libro The Politics of Resentment (2016), offrendo un punto di vista diverso nella lettura delle zone rurali americane. Non bastava parlare di rabbia, invitava invece a considerare la politica come un fatto d’identità personale. Per comprendere questo sentimento, ha scritto, dobbiamo capire come Trump ha sfruttato la percezione che queste persone hanno di loro stesse. Nella cultura americana, dove il duro lavoro deve combaciare con il merito, la qualità della vita non può venir meno. A questo giro, ed anche nel rispetto di tutti gli hillbilly lì fuori, per Biden sarà importante comprendere in che modo queste persone guardano il mondo e come ci si vedono all’interno. Abbiamo visto più blu quest’anno, si parla di unione e guarigione, concetti tanto scontati quanto nuovi. E forse domani ci sarà meno ruggine e rabbia.

Share on FacebookShare on Twitter
Danila Giancipoli

Danila Giancipoli

Nata a Roma, mi sono specializzata in cinema e arte contemporanea a Bologna. Durante la gavetta sui set romani ho cominciato a collaborare con riviste di moda, arte e cinema. Mi sono poi trasferita a Torino dove ho collaborato con musei, festival e brand nel ruolo di Editor e Content Producer. Ad oggi lavoro come creativo, giornalista, curo un blog su Medium e sono ossessionata da Stephen King. Born in Rome, I specialized in Cinema and Contemporary Art in Bologna. While gaining experience in the entertainment industry in Rome, I started writing for fashion, art, and cinema magazines. Later I moved to Turin, where I worked with museums, festivals, and brands as an Editor and Content Producer. Currently, I work as a Content Creator and Journalist, I have a blog on Medium and I'm obsessed with Stephen King.

DELLO STESSO AUTORE

Un libro dal sapore Bukowskiano: intervista a Michela Polito autrice di “Nico”

Un libro dal sapore Bukowskiano: intervista a Michela Polito autrice di “Nico”

byDanila Giancipoli
Lago Owens_Acque_d'America_Addabbo

“Acque d’America”: il tesoro dell’Ovest americano immortalato da Daria Addabbo

byDanila Giancipoli

A PROPOSITO DI...

Tags: America ruraleElegia americanaHillybilly ElegyJ.D. VanceNetflixRon Howardwhite trush
Previous Post

Frank Zappa, quel genio che portò la fantafollia al potere della musica

Next Post

Giandomenico Picco, il negoziatore ONU liberatore di ostaggi ora ha bisogno di noi

DELLO STESSO AUTORE

pasolini

Omicidio Pier Paolo Pasolini: Simona Zecchi svela ciò che gli altri non dicono

byDanila Giancipoli
Tomato Soup in Skid Row: la verità sugli homeless nel docu-film di Alexo Wandael

“Tomato Soup in Skid Row”: Homelessness Uncovered in Alexo Wandael’s Docufilm

byDanila Giancipoli

Latest News

Gaza, Trump: altri 3 israeliani ostaggi di Hamas sono morti

U.S. to Resettle 60 White South Africans as Refugees Citing “Racial Discrimination”

byAnna Capelli
USA, accolti 60 sudafricani bianchi come “rifugiati” per “discriminazioni razziali”

USA, accolti 60 sudafricani bianchi come “rifugiati” per “discriminazioni razziali”

byAnna Capelli

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
Giandomenico Picco, il negoziatore ONU liberatore di ostaggi ora ha bisogno di noi

Giandomenico Picco, il negoziatore ONU liberatore di ostaggi ora ha bisogno di noi

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?