Cultura e aree interne: un binomio intorno al quale scaturiscono sempre numerosi dibattiti, con criticità da una parte e possibili processi di sviluppo territoriale dall’altra. Negli ultimi anni in Italia, nonostante persista ancora molta resistenza in tal senso, numerosi dati statistici hanno evidenziato che esiste ed è davvero possibile un’economia della cultura anche nei luoghi più periferici, e le ricadute sul tessuto sociale di questi territori sembrerebbero incoraggianti. Più si amplia la partecipazione culturale dei cittadini infatti, più si crea una comunità attiva e interessata in grado di dar vita a meccanismi sociali virtuosi, vocati all’innovazione, al cambiamento, al confronto, all’opportunità di crescita. In tutto questo credono gli organizzatori del Sulmona International Film Festival, manifestazione cinematografica con ben trentotto anni di storia alle spalle e, da qualche anno, rinnovata nella formula in un’ottica di rilancio originale e internazionale.

“Il SIFF si tiene come di consueto a Sulmona – racconta Marco Maiorano, Presidente dell’Associazione Sulmonacinema- nel mese di novembre nei locali del Cinema-Teatro Pacifico, un piccolo gioiello di architettura degli anni ’50 in pieno centro storico. La manifestazione ha sei sezioni competitive (National, International, Documentary, Music Video, Animation e Abruzzo Shorts) che prevedono un premio in denaro e un trofeo, oltre ai riconoscimenti per miglior attore, miglior attrice, miglior regia, miglior film, miglior colonna sonora, migliore sceneggiatura.I registi che intendono iscrivere le proprie opere lo fanno online, da marzo ad agosto, tramite Film Freeway, scegliendo una delle scadenze mensili che il sito propone. Quest’anno il Festival si terrà dal 4 al 7 novembre ed è di pochi giorni fa una notizia che ci rende molto orgogliosi: il Premio Oscar Chris Cooper insieme a sua moglie, l’attrice Marianne Leone (tra l’altro di origini abruzzesi) saranno i presidenti di giuria di questa edizione. Entro novembre speriamo che la situazione derivata dalla pandemia sarà meno preoccupante di quella attuale e che, con le dovute accortezze, si potrà tornare senza problemi in sala (in Italia è possibile già dal 15 giugno). Stiamo valutando anche ulteriori modalità di accesso alla visione dei film, come una sala virtuale da affiancare a quella fisica e, grazie alla diffusione dell’uso dei social e degli strumenti di videochiamata avvenuta in maniera massiccia in questi mesi, vorremmo utilizzare di più e meglio le dirette e le videointerviste ad attori e registi che eventualmente non potranno raggiungere Sulmona nei giorni del festival.
Intanto, già da marzo abbiamo attivato sul nostro sito una sezione, SIFF REPLAY, in costante aggiornamento, che permette a tutti, indipendentemente dal luogo in cui si trovano, di fruire di opere selezionate e premiate dal nostro festival. Questo consente di entrare anticipatamente nel clima del SIFF e di rendersi conto di quanti capolavori è possibile vedere, spesso in anteprima, a Sulmona”.

Cresce e non si arresta l’interesse per un festival che di strada ne ha fatta molta dalla sua prima edizione e che ha visto dal 1983, anno della sua nascita, avvicendarsi nella città di Ovidio importanti esponenti del mondo del cinema, da Mario Monicelli a Lina Wertmüller , da Luigi Lo Cascio a Gianfranco Rosi e Claudia Cardinale. Negli ultimi anni, la manifestazione ha puntato sul cortometraggio, una modalità espressiva di certo molto cara ai giovani cineasti che vogliono far conoscere la propria opera e misurarsi con un pubblico più ampio.
“Negli anni, il SIFF sta diventando sempre più una manifestazione di riferimento nell’ambito cinematografico italiano – dichiara Marco Maiorano – Sono molti gli autori che hanno presentato i loro lavori al SIFF e poi sono stati premiati e riconosciuti in importanti realtà festivaliere internazionali. Tra i tanti titoli di successo ricordiamo The Neighbors’ Window di Marshall Curry, vincitore dell’Academy Award per il Best Live Action Short Film e Cadoul de Craciun di Bogdan Muresanu che si aggiudicato l’European Film Award per il miglior cortometraggio nel 2020. La presenza nel nostro catalogo di titoli di enorme qualità è la dimostrazione che il Sulmona International Film Festival rappresenta uno dei festival di cortometraggi più ambiti nel territorio italiano”.

Quella del Sulmona International Film Festival è una storia molto lunga che ha attraversato stagioni diverse. Negli ultimi anni, complici i numerosi cambiamenti sociali, sono mutate parecchie cose all’interno della manifestazione, mentre alcuni aspetti del passato sono stati recuperati. Il pubblico di una volta inoltre non è più quello contemporaneo, la città e il territorio circostante hanno subito molti cambiamenti e anche le tematiche di maggiore interesse artistico sono mutate, aprendosi a nuove suggestioni.
“Come tutte le manifestazioni che durano da decenni – continua Marco Maiorano, – anche il Sulmona Film Festival (che ha recuperato il carattere International dei primordi) è cambiato molto in trentotto anni ed è normale che sia così, visto l’avvicendarsi nell’associazione organizzatrice di centinaia di soci e di altrettante visioni. Occorre inoltre considerare i numerosi e sostanziali mutamenti del contesto socio-culturale e delle modalità stesse di fruizione dei prodotti audiovisivi, dai primi anni ‘80 ad oggi. D’altronde, come possiamo pensare di non affrontare delle metamorfosi noi che da sempre abbiamo assunto come nume tutelare il grande poeta Ovidio, cantore delle mutate forme in corpi nuovi? Se nelle prime sette edizioni il ‘Sulmonacinema’ ha studiato in maniera monografica i film dei Paesi emergenti in ambito cinematografico come Canada, Ungheria, Svizzera, Australia, successivamente il Festival, dai primi anni ‘90, grazie al concorso nazionale per opere prime e seconde, ha virato la sua ricerca iniziando a promuovere il cinema italiano, soprattutto giovane, sempre con un occhio all’internazionalità dei registi. Purtroppo dal 2009 (dopo il sisma che ha colpito L’Aquila e gran parte del suo territorio provinciale) sono venute meno le certezze, in particolare quelle economiche, che non hanno consentito di dare seguito alle tante cose belle che nonostante tutto stavano accadendo.

Mi piace ricordare che Sulmona era diventata set per film importanti, la nostra associazione gestiva con formula innovativa il cinema della città, registi come Luca Guadagnino frequentavano il territorio e iniziavano a intessere relazioni con il tessuto imprenditoriale e culturale. Da qui gli anni di resistenza, con soluzioni avventurose e minimaliste, siamo riusciti comunque a non saltare mai l’appuntamento, in attesa di concepire una formula nuova che assicurasse la qualità e la continuità di un evento ormai necessario alla comunità locale. Siamo tornati tra la gente, persino riportando dopo tanto tempo il cinema estivo in centro storico e nei paesi del circondario, progettando attività con le scuole, orientandoci per una proposta autoriale intelligibile e non troppo ostica né intellettualistica. Nel 2015/2016 l’intuizione di Carlo Liberatore, uno dei nostri giovani soci nonchè ora direttore del concorso dedicato ai corti il quale, forte della sua collaborazione con il regista e VFX artist Victor Perez, ha suggerito un percorso diverso, spostando il focus dai lungometraggi ai corti, opere snelle, moderne, complete, ideali per un pubblico giovane e generalmente create dai registi all’inizio della carriera.Da qualche anno quindi, è iniziata una nuova avventura con strumenti promozionali innovativi, forieri di ampia visibilità, come le piattaforme di intermediazione, che consentono di giungere in tutto il mondo e di competere, pur nel mare magnum dei contest, con kermesse più titolate.
Un festival che attraversa vari periodi storici incontra più generazioni di pubblici; noi stessi siamo letteralmente i figli di chi, all’inizio dell’avventura Sulmonacinema, assisteva alle proiezioni o partecipava attivamente all’evento curandone degli aspetti.
Possiamo in ogni caso certamente affermare che il pubblico ha sempre seguito con interesse il festival e che negli ultimi cinque anni, grazie anche a una serie di azioni messe in atto dall’associazione, siamo riusciti a coinvolgere più che in passato gli studenti delle scuole superiori, i loro professori e le istituzioni scolastiche che essi rappresentano, come pure gli allievi di scuole di cinema abruzzesi, nonché una fascia di appassionati tra i 30 e i 60 anni che sta scoprendo grazie al SIFF il grande valore del cortometraggio come prodotto cinematografico di assoluta dignità artistica”.

Molta voglia di innovare, tanto lavoro, attenzione, serietà e perseveranza contraddistinguono l’impegno degli organizzatori del SIFF. Permangono certo alcune difficoltà organizzative specialmente nel reperimento di fondi riservati alle manifestazioni culturali, che però si bilanciano con gli aspetti positivi provenienti dall’organizzare una manifestazione cinematografica internazionale in una piccola cittadina , lontana dai grandi centri culturali del paese, aspetto questo che di primo acchito potrebbe sembrare svantaggioso.
“La vita di un piccolo centro è scandita da ritmi lenti – afferma Marco Maiorano- per questo una manifestazione come la nostra, che rappresenta una parentesi creativa, di intrattenimento e di approfondimento, risulta un evento a cui non possono mancare naturalmente i cinefili ma anche tutti coloro che nutrono curiosità per le nostre proposte culturali in senso più generale. Il bello di un piccolo evento è che ci sono le condizioni ideali per creare, seppur in pochi giorni, una comunità di visione e di ascolto, che sia a proprio agio in sala e che si senta per questo stimolata a conoscere meglio le opere, a parlare con i registi, a porgli domande e magari a finire la serata insieme davanti a una pizza nel locale vicino al cinema! Inoltre non abbiamo la concorrenza di altri eventi, avendo peraltro scelto un periodo di minore frequentazione della città sul piano turistico, anche per contribuire per quanto possibile a una destagionalizzazione dei flussi. Gli aspetti negativi sono legati perlopiù alla difficoltà di reperire fondi pubblici e privati, stante le perduranti crisi e i tagli verticali che in provincia diventano ancora più pesanti, nonché di intercettare, data la posizione periferica, attori, registi e professionisti del mondo del cinema che orbitano intorno ai centri di produzione e di fruizione principali come Roma o Milano.
Tutti i festival di cinema medio-piccoli come il nostro hanno quantomeno la duplice caratteristica di essere un presidio culturale per la comunità locale e di costituire una potenziale vetrina per quei registi che iniziano la loro carriera e che hanno difficoltà a trovare spazi di visibilità e occasioni nei circuiti distributivi maggiori. Tanto dal budget, dalle attività che nel corso dell’anno l’associazione riesce a garantire per tenere alta l’attenzione, dagli eventi collaterali che arricchiscono quello principale, ampliando l’offerta in funzione della crescita di un pubblico trasversale per interessi e per età”.

E se le proposte che giungono al SIFF da tutti i paesi del mondo, ognuna per una precisa sezione, aumentano sempre di più col passare degli anni e offrono un ‘importante lente di ingrandimento sullo stato di salute dell’arte cinematografica, è impossibile non domandarsi quali cambiamenti stia vivendo il cinema d’autore a livello nazionale e internazionale.
“Una delle componenti più stimolanti della fase di valutazione e analisi delle opere che riceviamo – conclude Marco Maiorano- risiede proprio nella constatazione delle diverse interpretazioni dei temi in relazione ai paesi di provenienza. La visione dei giovani autori è spesso scevra da sovrastrutture di tipo produttivo, per cui i punti di vista sono il più delle volte originali e tendenzialmente unici. Ad ogni modo, per quanto il giovane cinema d’autore possa assorbire anche le tematiche più attuali e rilevanti esprimendole cinematograficamente in modalità sempre più spinte, una cosa risulterà sempre necessaria e inderogabile: la capacità di raccontare una storia in grado di connettersi emotivamente con lo spettatore”.