Il cinema italiano contemporaneo sbarca a New York in occasione di Open Raods 2019, l’evento organizzato da Florence Almozini e Dan Sullivan per Film At Lincoln Center e Istituto Luce Cinecittà; nel ricco programma pieno di giovani e meno giovani autori italiani della settima arte sarà possibile vedere venerdì 7 Giugno alle ore 15:30 Dafne, il poetico lungometraggio di Federico Bondi presentato fuori concorso all’ultima edizione del Festival del Cinema di Berlino.
Il film dal forte impatto emotivo e poetico racconta le vicende di Dafne, una giovane donna che insieme al padre si ritrova ad elaborare l’improvvisa scomparsa della madre. A rendere unico questo piccolo gioiello cinematografico è proprio l’interpretazione della protagonista Dafne alla quale la dolcissima e bravissima Carolina Raspanti ha dato corpo e anima. Carolina è affetta da Sindrome di Down e per tutto il film lo spettatore non può che rimanere abbagliato dall’energia che questa attrice ha profuso nel rendere il suo ruolo unico.
La sua interpretazione stravolge il luogo comune che vuole le persone come lei “con qualcosa in meno”, vivere una esistenza meno felice rispetto alla presunta “normalità”. Dafne per tutto il film dimostra di avere una sicurezza di sé e una personalità da fare invidia a chiunque, e nella elaborazione della tragica dipartita della madre sarà lei a prendere le redini della famiglia e sostenere emotivamente il padre.
Federico Bondi con la sua opera prima del 2008 stupì il pubblico del Festival di Locarno con il film Mar Nero dove ottenne tre premi: il Pardo d’oro alla migliore interprete femminile assegnato a Ilaria Occhini, il Premio della Giuria Ecumenica e il Premio della Giuria Giovani; siamo sicuri che l’incontro con la giovane ed eclettica Carolina Raspanti, che nella vita reale come nella finzione scenica lavora presso un supermercato e scrive libri per diletto, sia stato non casuale ma voluto dal destino che ha messo sulla stessa strada un autore di spiccata sensibilità autoriale e una donna la cui personalità lascia un segno profondo nello spettatore.
Come è stato il rapporto tra l’attrice e i primi giorni di ripresa?
“Mi sono immerso nel mondo di Carolina Raspanti. Volutamente non ho consegnato a Carolina la sceneggiatura di Dafne, in modo tale da lasciarla libera nella sua interpretazione, rispettando i suoi tempi e cercando di plasmare il personaggio quanto più possibile sulla sua persona. Abbiamo iniziato le riprese partendo dalle scene che prevedevano dei campi lunghi, per darle modo di entrare in confidenza con la macchina da presa e con tutta la troupe senza farle sentire troppo la nostra presenza”.
Il tuo Direttore della Fotografia vive e insegna a New York presso la New York Film Academy, com’è avvenuta la scelta di affidargli la fotografia di Dafne? Ho molto apprezzato l’uso delle lenti anamorfiche.
“Avevo apprezzato i lavori precedenti fatti da Piero Basso come Direttore della Fotografia e l’ho voluto per questo film. Insieme a lui abbiamo voluto utilizzare questo tipo di lenti per raccontare la protagonista e lo spazio circostante, perché Dafne vive nello spazio e in questo si muove, la scelta delle lenti anamorfiche ci dava questa libertà narrativa che volevamo e che abbiamo ricercato”.
Il tuo è un racconto leggero che scorre, emoziona e parla a tutti.
“Ho sempre ricercato la semplicità, facendo un lavoro di sottrazione e ho cercato di utilizzare questo metodo sia nella storia che nella conduzione della mia regia”.
Il film oltre al riconoscimento ricevuto a Berlino ha ottenuto un Nastro D’Argento speciale giustamente meritato. Dello stesso regista va ricordato un bellissimo documentario distribuito nelle sale cinematografiche nel 2013 dal titolo Educazione affettiva che racconta gli ultimi giorni di scuola di una classe elementare, tra sogni, desideri e paure che accompagnano i giovani protagonisti prima della pausa estiva.