Riapre lo storico Carnegie Deli!, annuncia Amazon Prime alla città e al mondo intero.
A dire il vero non è esattamente così, purtroppo il Carnegie Deli ha chiuso i battenti nel dicembre del 2016, dopo 79 anni di delicatessen (glorioso il suo pastrami sandwich) e decine di film e programmi televisivi girati al suo interno (uno fra tutti, Broadway Danny Rose di Woody Allen).
Per chi aveva sperato quindi nella riapertura del famoso deli a pochi passi dell’ancor più famosa Carnegie Hall sarà una delusione, ma qualcosa di nuovo c’è a New York questo dicembre, serialmente parlando. Anzi, nel dicembre del 1958. Si tratta infatti di un pop up store aperto per una settimana su Lafayette che richiama il meraviglioso Carnegie Deli e i meravigliosi anni Cinquanta, il tutto per celebrare il lancio della seconda stagione – si spera anch’essa meravigliosa – di The Marvelous Mrs. Maisel (La fantastica signora Maisel), in streaming su Amazon Prime a partire dal 5 dicembre. Pulled pork e cheese cake, cameriere in uniformi abbottonate, juke box, tutto a ricreare l’esperienza del Jewish delicatessen nella New York degli anni Cinquanta. Nel menù, rigorosamente d’epoca. spicca the Maisel, “per donne che mangiano, non per signore che vanno a pranzo”. Entrando al Carnegie Deli Pop Up, aperto solo fino all’8 dicembre (sempre che si riesca ad entrare, viste le file interminabili), si entra non solo nei meravigliosi anni Cinquanta ma nel mondo di Mrs. Maisel, che dopo una sola stagione è diventata una pietra miliare della commedia brillante in serie. Insomma, una fantastica promozione per La fantastica signora Maisel, che è un piccolo gioiello davvero nel panorama della serialità di questi anni – non a caso ha vinto cinque Emmy Award e due Golden Globe, essendo tra l’altro la prima serie in streaming a vincere un Emmy.
E’ una commedia, è una favola vestita di rosa e pesca, è tutto idealizzato, non c’è nulla di realistico negli anni Cinquanta che mette in scena ma è appunto tutto fantastico, sia perché è una gioia per gli occhi sia perché fantastico è il personaggio della protagonista, che può sembrare poco plausibile ma in realtà la signora Maisel è più vera del vero. Si perché se il plot ci racconta di una giovane donna ebrea dell’Upper West Side, benestante e bene educata, madre di famiglia impeccabile, che scopre di avere un talento per la stand-up comedy, a guardar bene dietro alla stand-up comedy (meravigliosa!), e dietro alla scrittura dei personaggi e dei dialoghi (meravigliosi!), dietro alle scenografie e agli abiti (meravigliosi!), dietro all’esuberante leggerezza c’è la scrittura impeccabile e acuta di una protagonista femminile tanto adorabile quanto complessa (per quanto può concedere la commedia naturalmente), una donna che è passata dall’essere figlia all’essere moglie senza essere mai stata realmente se stessa.
Potrebbe essere un dramma, no? E infatti lo è, a guardar bene, lo è nei conflitti con gli inadeguati genitori (irresistibile Tony Shaloub nei panni del padre e istericamente perfetta Marin Hinkle nei panni della madre), con il marito che come da copione la lascia per la segretaria, con il mondo tutto maschile del cabaret e di un’America, fuori da quei comedy club, irrimediabilmente conservatrice. Ma c’è appunto la stand-up comedy, c’è la satira, ci sono vestiti e cappellini, grandi magazzini di lusso, gag, battute brillanti, la bravura straordinaria di Rachel Bosnahan (è lei Mrs. Maisel! Finalmente in un ruolo da protagonista che le calza a pennello) e della sua manager e forzatamente e improbabilmente amica Susie Myerson (Alex Borstein): lei e la Brosnahan formano una coppia comica perfetta, i loro tempi comici e l’esperienza dei creatori Amy Sherman Palladino e Daniel Palladino (Gilmore Girls, la loro creazione più nota fino ad ora) fanno la magia di questa serie. Serie che appunto viene rilanciata adesso con la seconda stagione, mentre una terza è stata già annunciata mesi fa.
Indiscrezioni e recensioni varie ci parlano di uno spostamento di set a Parigi (ovvio, Parigi!), e poi nei Catskills (classica località di vacanza delle famiglie ebree newyorkesi dell’epoca), quasi a cercare un modo per evitare a tutti i costi l’impegnativo paragone con la prima stagione, cercando vie di fuga che non sono solo narrative ma geografiche. Funzioneranno queste fughe da New York? Lo scopriremo a breve, intanto non ci rimane che chiederci se Miriam “Midge” Maisel ce la farà a sfondare come stand-up comedian. E prima ancora, memori del finale della prima stagione, ci chiederemo non tanto se la signora Maisel tornerà o meno con suo marito (di questo sinceramente ci importa poco) ma se la signora Maisel, in cuor suo, con l’educazione che si porta addosso e le convenzioni dell’upper class newyorkese di allora, vuole veramente sfondare come stand up-comedian. Dubbi del cuore e dell’anima, che speriamo questa meravigliosa serie riesca a raccontare ancora una volta facendoci sognare una New York immaginata e vista al cinema e soprattutto facendoci sorridere, e ridere parecchio.