Una delle più sofferte edizioni del Festival di Cannes giunge al termine con un verdetto decisamente sorprendente: vince The Square di Ruben Östlund, film svedese che fa satira del mondo dell’arte contemporanea e dell’alta borghesia. Il regista, esploso qui a Cannes nel 2014 con Forza maggiore, assurge inaspettatamente al rango di grande autore con questo premio che la giuria, presieduta da Pedro Almodovar, ha attribuito a un titolo che non rientrava nei pronostici della vigilia. Un film, The Square, che non aveva entusiasmato né particolarmente diviso, che aveva raccolto discreti apprezzamenti e che sembra un premio “facile”, che non scontenta e non entusiasma.
Le polemiche sul caso Netflix, la militarizzazione della Croisette, l’anteprima di Twin Peaks sabotata da Showtime che ha messo in onda le puntate prima della passerella festivaliera e un concorso di livello decisamente inferiore alle aspettative: non è stato certo il Settantesimo festoso che ci si aspettava e i momenti autocelebrativi che hanno puntellato la manifestazione non hanno risollevato le sorti di un festival che è apparso per lo più senza identità, logorante e un po’ isterico.
Il palmares, per quello che valgono questi premi, riflette questo disorientamento generale: sono stati premiati i film forse più “semplici”, meno sperimentali, che hanno diviso meno. Vale per The Square, per il secondo premio al bel film di Campillo, per la regia di Sofia Coppola. in The Beguiled, per i telefonatissimi premi agli attori Diane Kruger e Joaquin Phoenix (l’unico che sembrava veramente colto di sorpresa era proprio Phoenix, in uno dei momenti più divertenti della cerimonia di premiazione). Fuori dai premiati L’amant double (il nostro preferito) di Ozon e Good Time dei fratelli Safdie, premi minori per Lànthimos e Lynne Ramsay, niente riconoscimenti a Happy End di Haneke e al bel film di Naoki Kawase. L’unica vera sorpresa pare il premio speciale del settantesimo anniversario, appositamente “coniato” per incoronare la “regina” di questa edizione, la bravissima Nicole Kidman, protagonista tanto del film di Lànthimos che di The Beguiled di Sofia Coppola.
Insomma, l’impressione a caldo è che i giurati (oltre ad Almodovar, c’erano Maren Ade, Park Chan-Wook, Paolo Sorrentino, Jessica Chastain, Agnés Jaoui, Fan Bingbing, Will Smith e Gabriel Yared), spiazzati da un concorso piatto e sottotono, abbiano scelto un di stare dentro alla comfort zone per uscire anche loro indenni (e in fretta) da un’edizione infelice di quello che rimane il festival più importante del mondo.
Ecco tutti i premi:
Palma d’oro al miglior film: The Square di Ruben Ostlund
Grand Prix speciale della giuria: 120 Beats Per Minute di Robin Campillo
Migliore attrice: Diane Kruger – Aus dem Nichts (In the Fade)
Miglior attore: Joaquin Phoenix – Were Never Really Here!
Miglior regista: Sofia Coppola – L’inganno
Premio della giuria: Loveless di Andrei Zvyagintsev
Miglior sceneggiatura (ex aequo): A Killing of a Sacred Deer e You Were Never Really Here
Camera d’Or (miglior opera prima di tutte le sezioni): Jeune femme (Léonor Serraille)
Palma d’oro al miglior cortometraggio: Xiao cheng er yue di Qiu Yang
Premio della sezione “Un certain Regard”: A Man of Integrity di Mohammad Rasoulof
Premio speciale della 70esima edizione: Nicole Kidman