La città è pronta per Halloween, da settimane scheletri e fantasmi fanno capolino dalle finestre, in ogni angolo spuntano pop-up stores stracolmi di maschere orrorifiche e scherzetti, le vetrine dei negozi si velano di ragnatele e scenografie gotiche. Turisti e newyorchesi prenotano tour nelle case stregate, nel Village si fanno le prove per la Halloween Parade, mentre dall’altra parte della città, a Dycker Heights, case e giardini sono popolati da spiriti e mostri di ogni sorta, con macabre melodie che si diffondono nell’aria e pipistrelli che si calano dagli alberi.
In questo periodo dell’anno tutta New York si cala nelle atmosfere gotiche e spooky previste dall’occasione, svelando così i suoi lati (cinematograficamente) più oscuri.
Sebbene forse non sia il primo posto che viene in mente pensando al genere horror, New York è stata spesso set di film dell’orrore nelle sue varie declinazioni: scary movie, splatter, supernatural, thriller, slasher, oltre a sconfinamenti sci-fi e ghost stories più o meno paurose, più o meno ridicole. Tra queste ultime, primo fra tutti arriva Ghostbusters, in cui improbabili acchiappafantasmi (e anche il loro sequel femminile) si aggirano tra l’Upper West Side e la New York Public Library per portare a termine la loro missione.
Un’immaginaria “horror movies map” di New York ci mostrerebbe come film inquietanti, spaventosi, orrorifici siano stati girati in tutti e cinque i distretti della città, sebbene con la consueta prevalenza di Manhattan. Immaginiamo che ciascun distretto abbia un film in particolare che lo caratterizzi, un film che ci rimanda immediatamente a quel borough o a quel quartiere.
Manhattan tra gotico e lusso

Lasciati da parte i ghostbusters, andando alla ricerca di set spaventosi e inquietanti di film altrettanto spaventosi e inquietanti, a Manhattan il film horror per eccellenza è Rosemary’s Baby di Roman Polanski (1968). Ambientato nell’esclusivo e goticissimo Dakota Building, il film in verità presenta solo alcuni esterni del famoso e lussuoso palazzo affacciato su Central Park, in quanto non è mai stato permesso girare all’interno di quello che è uno degli edifici più misteriosi e più inaccessibili della città. Prima di lasciare l’isola, una curiosità: non particolarmente degno di nota è la serie TV 666 Park Avenue, ma quel che vale la pena notare è che in quel condominio, che si trova in una delle strade più ricche ed eleganti della città, al numero civico che come noto corrisponde al numero del diavolo, pare sia concentrato il maggior numero di super ricchi di New York, o il maggior tasso di ricchezza. Verità o leggenda che sia, la connessione è interessante…
La porta dell’inferno è a Brooklyn
A Brooklyn non c’è un film iconico come poteva essere Rosemary’s Baby ma tra i classici più angoscianti c’è sicuramente il thriller/horror The Sentinel di Michael Winner (1977), in cui una malcapitata modella trasloca in una brownstone di Brooklyn Heights per poi scoprire di trovarsi esattamente sopra l’ingresso dell’inferno. Nel cast, anche Ava Gardner.
Le gemelline di Staten Island
Oltre il Verrazano Bridge, c’è la tranquilla Staten Island, che tanto tranquilla non è nell’inquietante Sisters di Brian De Palma (Le due sorelle, 1973), in cui una delle due gemelle siamesi (separate) protagoniste – già inquietanti per conto loro – si rivela essere un’assassina. Ma quale delle due?
Maniaci al Queens
Per il Queens si fa più difficile, non molto horror è stato girato da queste parti, uno per tutto è Maniac di William Lustig (1980), slasher movie come ce ne sono molti, in cui un maniaco assassino si aggira per Woodside in un’escalation di ossessione e violenza.
I lupi mannari del Bronx

Salendo nel Bronx si incontrano invece i lupi mannari di Wolfen (Wolfen, la belva immortale), film curiosamente diretto nel 1981 da Michael Wadleigh, noto documentarista autore, fra gli altri, di Woodstock (Woodstock – Tre giorni di pace, amore e musica, 1970). Le atmosfere horror di Wolfen ben si calano nell’allora degradato e pericoloso South Bronx, scelto proprio perché set naturale perfetto. Film non superbo (nonostante il grande Albert Finney nel ruolo del protagonista) che all’epoca ha acceso un lungo dibattito se si trattasse di un vero film di lupi mannari o meno, è stato fra i primi ad usare l’“in-camera effect” per rappresentare la soggettiva del lupo.
Terrore fuori porta
Ma la New York che fa più paura non finisce qua. Allontanandosi un pochino, nella soleggiata Long Island si trova una cittadina divenuta tristemente famosa per un terribile fatto di sangue, Amityville. Il cinema si è impossessato subito di storia e location creando così Amityville Horror di Stuart Rosenberg (1979) nonché il sequel diretto da Andrew Douglas nel 2005. Film (e prima romanzo di Jay Anson) fra più spaventosi e inquietanti di sempre. Risalendo invece lungo il fiume Hudson, tra le sue sponde boscose punteggiate di graziosi paesini si rischia di incrociare il cavaliere senza testa, nella livingstoniana cittadina di Sleepy Hollow, la cui leggenda è stata messa sullo schermo nel 1999 (Il mistero di Sleepy Hollow) dal meraviglioso Tim Burton, a cui ha fatto seguito la solita serie TV.
A ognuno il suo orrore

Ci sarebbe da ricordare tanto altro horror girato in città, e ciascuno di noi sceglierebbe un film diverso, in base alle proprie personali paure, alle propria più o meno oscura immaginazione. Personalmente ricorderei ancora Jacob’s Ladder (Allucinazione perversa, 1990) di Adrian Lyne, un “tri-borough movie” con un ottimo Tim Robbins che abita a Williamsburg ma si aggira poi a Bushwick, a Long Island City e anche a Manhattan, e Dark Water di Walter Salles (2005) insolitamente ambientato a Roosevelt Island, e ancora e soprattutto gli spaventosi zombi di Lucio Fulci che si trascinano sul Brooklyn Bridge nella sequenza finale di Zombi 2 (Zombie) – a questo proposito, proprio in questi giorni l’Anthology Film Archives dedica una retrospettiva al grande maestro italiano dell’horror (e non solo).
Halloween è alle porte, la città si trasforma, l’horror cinematografico si è nutrito negli anni di pezzetti di città, e continuerà a farlo: strade buie, architetture inquietanti, leggende metropolitane, la natura umana nelle sue forme più varie e anche più terribili. New York offre al genere tutto questo, in fondo, siamo pur sempre a Gotham City.