Anche quest’anno va in archivio la serata di gala dei David di Donatello, il più importante premio del cinema italiano assegnato dall’Accademia (quella con la A maiuscola e tutto il peso specifico del caso) presieduta dall’eterno Gian Luigi Rondi.
La cerimonia si è tenuta negli studi di via Tiburtina a Roma ed è stata trasmessa per la prima volta sui canali Sky, che si è anche occupata della confezione dell’evento. La cerimonia è stata così modellata sugli Oscar ed è stata condotta da Alessandro Cattelan il mattatore dei programmi X Factor ed E poi c’è Cattelan. La confezione molto up-to-date è forse stata la cosa migliore della serata, e ha visto anche andare in onda, prima della cerimonia un corto ironico che mette insieme alcuni protagonisti della stagione cinematografica, da Claudio Santamaria a Paolo Sorrentino (in veste di attori e nella parte di se stessi).
Tre sono stati i film mattatori della serata: Il racconto dei racconti (7 statuette) di Matteo Garrone, Lo chiamavano Jeeg Robot (7 statuette di cui 4 sono andate a premiare tutti gli attori del cast) di Gabriele Mainetti e infine il titolo che si è aggiudicato il riconoscimento più importante, assegnato al miglior film italiano uscito negli ultimi 12 mesi, e cioè la commedia Perfetti sconosciuti diretta da Paolo Genovese, in questi giorni in concorso al Tribeca Film Festival di New York.
Rileviamo, con una punta profonda di rammarico, che, dopo mesi di grandi ricordi, omaggi e sviolinate, nessuno si è più praticamente ricordato di Claudio Caligari e del suo Non essere cattivo, film che, presentato all’ultima edizione della mostra del cinema di Venezia, sembrava aver tardivamente permesso la scoperta di questo grande regista che in vita non era riuscito a trovare la consacrazione che avrebbe meritato. Stasera si è largamente capito che l’infatuazione che molti avevano dimostrato nei suoi confronti e nei confronti del suo cinema è stata in realtà una forma transitoria di riparazione la cui onda ormai si può dire conclusa.
Complessivamente, l’indicazione che la manifestazione di questa sera ci lascia è che gli ultimi 12 mesi per il cinema italiano siano stati ricchi di segnali estremamente positivi: sembra essere tornato, innanzitutto, il cinema di genere, di cui la nostra industria, si sa e si dice ormai fino alla nausea, ha disperatamente bisogno. Lo dimostra la presenza fra le nomination di film come il già citato Non essere cattivo, ma soprattutto di opere bizzarre per la nostra produzione, coraggiose e atipiche, come Il racconto dei racconti e Lo chiamavano Jeeg robot, fantasy il primo, action con tanto di super eroi romani il secondo.
Anche Perfetti sconosciuti rientra in qualche modo nel cinema di genere, una commedia brillante e ben scritta che si è aggiudicata il riconoscimento come miglior film ma anche quello molto importante della miglior sceneggiatura. Tutto intorno, tanti eccellenti titoli a ricordarci che la stagione appena trascorsa è stata effettivamente una delle migliori per le produzioni italiane. Ora, mentre il cinema italiano si specchia nei lustrini del David e nell’apparato retorico liturgico messo in piedi dall’austero direttore Gianluigi Rondi, quasi contemporaneamente, il festival di Cannes annuncia che nemmeno un italiano sarà nel concorso principale. Uno smacco che non va assolutamente sottostimato come si è tentato di fare in questi giorni.
Ecco tutti i premi assegnati:
Miglior film
Perfetti Sconosciuti, regia di Paolo Genovese
Miglior regista
Matteo Garrone per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Miglior regista esordiente
Gabriele Mainetti per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore sceneggiatura
Filippo Bologna, Paolo Costella, Paolo Genovese, Paola Mammini, Rolando Ravello per Perfetti sconosciuti
Miglior produttore
Gabriele Mainetti per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore attrice protagonista
Ilenia Pastorelli per Lo chiamavano Jeeg Robot
Miglior attore protagonista
Claudio Santamaria per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore attrice non protagonista
Antonia Truppo per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore attore non protagonista
Luca Marinelli per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore autore della fotografia
Peter Suschitzky per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore musicista
David Lang per Youth – La giovinezza
Migliore canzone originale
Simple Song #3 per Youth – La giovinezza
Migliore scenografo
Dimitri Capuani – Alessia Anfusi per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore costumista
Massimo Cantini Parrini per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore truccatore
Gino Tamagnini per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore acconciatore
Francesco Pegoretti per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
Migliore montatore
Andrea Maguolo con la collaborazione di Federico Conforti per Lo chiamavano Jeeg Robot
Migliore fonico di presa diretta
Angelo Bonanni per Non essere cattivo
Migliori effetti digitali
Makinarium per Il racconto dei racconti – Tale of Tales
David Giovani
Giuseppe Tornatore per La corrispondenza