A un mese dalla scomparsa del regista e sceneggiatore Ettore Scola, la Casa Italiana Zerilli-Marimò della NYU ha proiettato in suo onore Una giornata particolare, capolavoro del cinema italiano degli anni Settanta, scritto insieme a Ruggero Maccari in collaborazione con Maurizio Costanzo. A inizio serata è arrivata la notizia di un’altra scomparsa, quella di Umberto Eco, e il pubblico è stato invitato a osservare un minuto di silenzio. A seguire, un dibattito con Jacqueline Reich, direttrice del Communications and Media Studies Department della Fordham University, Elizabeth Pauker, produttrice dell’azienda The Criterion Collection, che ha restaurato la pellicola proiettata alla Casa Italiana, e Antonio Monda, docente alla Tisch School of the Arts della New York University.
Secondo quest’ultimo, “è davvero importante sottolineare l’importanza del background da sceneggiatore di Ettore Scola in film come Il sorpasso di Dino Risi, in alcune commedie di Totò e nei film di Antonio Pietrangeli. La sua grandezza consiste principalmente nella scelta geniale delle ambientazioni (il quartiere Tuscolano nel caso di Una giornata particolare) e nella bravura con cui dirigeva gli attori. Non esiste un singolo film di Scola senza una grande performance”. Riguardo a Una giornata particolare, Monda ha poi aggiunto: “Essendo legato alla Commedia all’italiana, credo che la parte migliore del film sia quella comica (la scena in cui Marcello Mastroianni macina il caffè e Sophia Loren si aggiusta i capelli fingendo che il suo ricciolo perfetto sia finito sul suo viso per caso). Non dobbiamo dimenticare che Scola era prima di tutto un umanista ed era solito interpretare l’amore con passione attraverso i suoi interpreti e rispettando i suoi personaggi”.
Già a partire da C’eravamo tanto amati, Ettore Scola aveva adottato atmosfere e toni più intimisti e sentimentali rispetto alle sue prime opere e, senza abbandonare del tutto l’umorismo critico, aveva trovato il modo di mettere in luce l’interiorità dei personaggi attraverso una connessione tra privato e pubblico/personale e politico, esercitando un’incredibile presa emotiva sullo spettatore, grazie anche ai sapienti giochi di macchina. Nel corso di Una giornata particolare, infatti, Scola è capace di raccontare l’intero contesto storico-sociale dell’epoca pur muovendosi soltanto tra due appartamenti, una rampa di scale e una terrazza.
Il film, ambientato nei giorni della visita di Hitler a Roma, a cui sono dedicati i filmati di repertorio dei cinegiornali dell’Istituto Luce che ne precedono l’apertura, parla dell’incontro tra Antonietta, frustrata moglie e madre di famiglia che incarna la tipica donna di stampo fascista, e il suo dirimpettaio Gabriele, un solitario e malinconico ex annunciatore radiofonico dell’EIAR in attesa di andare al confino perché omosessuale. Magistralmente interpretati da Sophia Loren e Marcello Mastroianni, i due trascorrono una giornata memorabile e amara al tempo stesso, mentre la radiocronaca dell’incontro tra Hitler e Mussolini fa da sottofondo all’intera vicenda.
Sebbene i loro punti di vista sembrino inizialmente molto lontani, alla fine della giornata si ritrovano a guardare nella stessa direzione, accomunati dallo stesso senso di solitudine capace di colmare le loro differenze socio-culturali e dalla stessa condizione di vittime (affrontata in modo più o meno consapevole) del regime mussoliniano. Così, Gabriele, intellettuale vigile ma impotente, riesce a mettere in discussione le convinzioni morali, apparentemente più radicate, di una donna indottrinata di dogmi e stereotipi nazionalisti, fino a farle ampliare i propri orizzonti e a cambiare la visione che ha della vita. La sua gentilezza e i suoi modi colti e delicati, che si oppongono a quelli del rude marito, affascinano l’ignorante Antonietta tanto da farle desiderare di essere ricambiata sentimentalmente.
A proposito degli attori, Jacqueline Reich ha detto: “Abbiamo sulla scena due divi del cinema italiano e internazionale che avevano lavorato già precedentemente insieme in altre commedie come Matrimonio all’italiana, Peccato che sia una canaglia e La fortuna di essere donna, nelle quali avevano avuto modo di sviluppare una certa affinità e un certa chimica, evidenti anche in questo film drammatico. Ma la cosa più interessante è che entrambi interpretano ruoli diversi dai loro personaggi standard (la maggiorata fisica degli anni ’50-’60 per la Loren e il latin lover per Mastroianni)”.
La figura dell’omosessuale interpretato da Mastroianni non è affatto caricaturale e, proprio per questo, grazie alle sue qualità intellettive e culturali, induce lo spettatore (di allora come di oggi) a provare empatia nei suoi confronti. Un tema audace per l’epoca, per quanto secondario, e ancora attuale.
Per quanto riguarda le immagini, “ciò che nel film attira l’attenzione – ha spiegato Elizabeth Pauker – è l’uso di colori tenui. Il lavoro di restauro della pellicola è avvenuto proprio sotto la supervisione di Ettore Scola, che si è assicurato che il colore rimanesse invariato. Non si tratta di un effetto seppia, né di un bianco e nero, bensì di un effetto di desaturazione voluto dal regista: è il modo in cui Scola ricordava la sua infanzia e voleva che gli spettatori vedessero quell’epoca da lui vissuta attraverso i suoi occhi”.