Dopo La migliore offerta, Giuseppe Tornatore esce al cinema con La Corrispondenza. Il film è raccontato dal punto di vista della protagonista femminile, una bellissima studentessa universitaria, Amy, interpretata dall’attrice ucraina Olga Kurylenko, che tra un esame e l’altro fa la stunt woman per il cinema e la televisione. Le piace riaprire gli occhi dopo ogni morte e questo la rende invincibile. Ma la prova più difficile arriva il giorno in cui il professore di astrofisica, Jeremy Irons, con cui vive un rapporto d’amore ai limiti della clandestinità, sparisce nel nulla senza lasciare alcun messaggio. Perché è fuggito? E perché continua a inviarle messaggi in ogni istante della giornata? Tra i due protagonisti c’è un divario di età che per Tornatore è essenziale per rendere credibile una relazione clandestina tra una bellissima studentessa e un uomo over sessanta sposato e con due figli. Il professore fa perdere le sue tracce dopo pochi minuti dall’inizio del film, così seguiamo Amy lungo la strada della ricerca di cosa è accaduto. Un percorso che si rivelerà, ovviamente, anche un’indagine molto personale.
Una storia monotona, stucchevole, che non incuriosisce. Mano a mano che il film procede, ci si appassiona di più alle acrobazie della giovanissima studentessa piuttosto che a scoprire che fine abbia fatto il fortunato professore di mezz’età. Nulla di straordinario, nulla di diverso, nulla di indimenticabile.
Eppure, in conferenza stampa e durante le interviste il regista sembra soddisfatto del risultato: “Come spesso mi è capitato – racconta Tornatore – l’idea del film viene da molto lontano. Questa in particolare me la porto dietro da tempo, ho deciso di realizzarla solo quando mi sono persuaso che riusciva a stare in piedi. All’inizio prevedeva un protagonista maschile e diversi personaggi femminili, ma non mi persuadeva del tutto, e continuavo a tenerla chiusa nel cassetto. Poi grazie all’evoluzione della tecnologia in tema di comunicazione, è diventato un progetto maturo per essere raccontato, concreto. Tutto ciò che vi si racconta è assolutamente realistico”.

Sarebbe facile dire che La Corrispondenza non funziona perché sull’amore, in particolare quello al di là del tempo e dello spazio, quello che non finisce mai per intenderci, si è invece già detto tutto. Troppo, e si rischia di essere retorici. È anche vero che nel cinema come nella letteratura non ci sono storie d’amore semplici. Ma non sempre il destino rende difficile quello che dovrebbe essere semplice. Perché l’inutile complicazione della storia, i momenti melodrammatici, la simbologia cosmica per provare a riflettere sui misteri dell’amore, non confermano il prestigio di ottimo regista che Tornatore si è guadagnato con i film precedenti.
A credere nell’amore eterno è anche Olga Kurylenko, ma che allo stesso tempo dice di essere spaventata dall’uso eccessivo dei social media. Nel film le nuove tecnologie (mail e videomessaggi) diverranno onnipresenti nel tentativo di confortare Amy e cercare di colmare il vuoto “inspiegabile” che divide i due innamorati. Ma anche sul ruolo della tecnologia nei rapporti tra le persone si è detto fin troppo. Eppure Tornatore dice di essere ancora incuriosito da tutto ciò e ci ricorda che, se è pur vero che la tecnologia sta cambiando il nostro modo di gestire i rapporti, almeno può darci una mano a rendere (ecco che ci risiamo) l’amore eterno.
E Jeremy Irons? Il premio Oscar per Il mistero Von Bulow, nel film fa fatica ad impadronirsi del ruolo, ma non a dichiarare di pensarla diversamente sull’amore: “Per me – confessa – l’amore è mortale come noi, mentre sono scettico sulla tecnologia che non facilita le relazioni tra le persone”.
E infine c’è l’amore artistico che dura da almeno 25 anni tra Tornatore e l’autore della colonna sonora del film, Ennio Morricone. Qual è il segreto di questa coppia? “Il segreto non lo so – ammette il grande compositore che ha appena vinto il Golden Globe per le musiche scritte per The Hateful Eight di Tarantino – bisogna chiederlo a Peppuccio”.
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