Dopo Uomini di Dio, film basato sull’episodio dei monaci benedettini massacrati in Marocco da un gruppo di integralisti musulmani, Xavier Beauvois torna a raccontare pezzi di storia e questa volta parte dal cinema stesso. In La rançon de la Gloire, presentato in concorso a Venezia 71, il regista francese racconta la storia vera del trafugamento della bara di Charlie Chaplin a pochi giorni dalla sua morte, da parte di due balordi al fine di ricavare con il denaro del riscatto quanto necessario per aprire un'autofficina. La salma fu ritrovata qualche mese dopo nelle campagne circostanti.
“L'idea del film mi è venuta quando dopo aver visto per la quindicesima volta Luci della ribalta, mi sono imbattuto sul web nella storia di questi due emigrati dell’Est che fecero il colpo. Ho subito pensato che fosse una storia incredibile e che meritava di essere raccontata in un film”, ha dichiarato il regista durante la conferenza stampa. “E comunque, per fare questo film, sono entrato nello spirito della commedia all'italiana”. Il figlio di Chaplin, Eugene, che ha collaborato al film, ha confessato che all’inizio la famiglia aveva dei dubbi ma poi ha acconsentito all’utilizzo di materiali privati. Quando tutto accadde, era l'epoca in cui anche Aldo Moro era stato sequestrato. Mi ricordo che ricevemmo delle minacce. Fu insomma un periodo difficile”.
Un brutto episodio che Beauvois, in onore all’uomo che si è sempre schierato dalla parte dei poveri e degli umili, ricostruisce in chiave tragicomica con quel tocco di amara ironia tipica del cinema di Chaplin. Realizza così una commedia leggera su due maldestri uomini della classe operaia, costretti all’estremo gesto per trovare un via d’uscita ad un'esistenza ai margini della società.
È il 1° marzo del 1978, in un paesino della Svizzera due poveri sprovveduti, il belga Eddy (il comico francese Benoit Poelvoorde) e l’algerino Osman (Roschdy Zem), il primo appena uscito di prigione, il secondo con una figlia a carico ed una moglie malata in ospedale, vien l’idea di rapire la salma di uno dei grandi maestri del cinema comico, convinti di poter risolvere buona parte dei propri problemi. Ovviamente le cose non vanno come sperato, e ben presto per i due “soliti ignoti”, scattano le manette della polizia svizzera.
La Rançon de la Gloire, con i tantissimi riferimenti a capolavori come Il Monello, Luci della Ribalta, Tempi Moderni, riduce ad una sceneggiatura troppo schematica seppur non priva di gag divertenti e di un certo brio di memoria chapliniana. Ma rimane soprattutto un omaggio a Charlot, l’immortalità in bombetta di chi ha subito l'umiliazione, la povertà, gli scandali sessuali, e la cacciata dagli Stati Uniti. Fu il Senatore Joseph McCarthy a scatenare la battaglia. Chaplin venne accusato di avere finanziato il partito comunista con i proventi dei suoi film. dirà: "tornerei più negli Stati Uniti neppure se il presidente fosse ù Cristo”. tornerà però, il 16 aprile del '72, nel suo ottantatreesimo compleanno, per ricevere un Oscar riparatore alla carriera.