“Parlare è complementare del fare. Meno si parla e più si può fare”. Con queste semplici parole Vincenzo Marra, presidente di ILICA (Italian Language Inter-Cultural Alliance) ha aperto a Roma, la prima conferenza dei giovani talenti italiani in Italia e USA. Dopo cinque conferenze sull’identità degli Italiani nel XXI secolo, ILICA passa dunque alla prossima decade della sua esistenza con una nuova sfida legata alla fiducia nelle giovani leve degli Italiani del XXI secolo.

Vincenzo Marra, presidente ILICA
Dopo un intervento di Giulio Libutti, rappresentante Ilica a Londra, Monica Barni, rettrice dell’Università per stranieri di Siena, ha aperto i lavori al Cantico spiegando la funzione di ILICA. “Lavorando insieme con ILICA per 9 anni – ha esordito Barni – abbiamo assimilato un concetto difficile da importare in Italia, la cultura come imprenditoria. Non si capisce perché’ tutto il mondo invita i privati a partecipare attivamente allo sviluppo dei progetti accademici ovvero alle responsabilità culturali delle università mentre in Italia la parola cultura è spesso sinonimo di “spesa”. UNISTRASI collabora attivamente con ILICA per arrivare ad un giusto traguardo di intese che possano coinvolgere nel breve, le forze economiche private nel mantenimento della nostra cultura e dei valori linguistici”.
Un’apertura moderna che ha immediatamente ben disposto 22 giovani imprenditori (il più vecchio aveva 40 anni tra amministratori delegati di 28 e 29 anni) venuti da Taranto, Venezia, Chioggia, Firenze, Ravenna, Lugano, Parma, insomma da tutta Italia. Francesco Gianni, titolare dell’omonimo studio legale, tra i più potenti d’Europa, ha spiegato ai giovani che: “Il successo richiede pazienza e perseveranza. Guai a fermarsi davanti a ostacoli apparentemente proibitivi, abbiamo educazione e mezzi per competere allo stesso livello con i primi del mondo. Noi lo siamo stati e torneremo ad esserlo quando questa crisi di fiducia in noi stessi permetterà a voi giovani di capire che anche per noi non è stata una passeggiata. L’importante sarà crederci”. La parola è passata all’avvocato Stefano Maria Zappalà, partner di Norton-Rose, Fulbright che ha ribadito il concetto di Gianni: “Dobbiamo avere molta pazienza e rassegnazione zero! Le nostre energie non dovranno tornare ad essere 'al servizio di qualcuno' Possiamo far da soli senza farci condizionare da chicchessia.”
Pino Aprile, autore dei famosi libri sul Sud d’Italia (Terroni, Giù al Sud, Mai più Terroni e Il Sud puzza), è venuto a spiegare, insieme al suo amico Lorenzo del Boca, (Polentoni e Italia Bugiarda) la propria esperienza con ILICA. “Voi non avete più punti cardinali, voi avete finalmente l’intelligenza di un territorio dove sono passati tutti lasciando qualcosa che fa dell’Italia il Paese unico che conosciamo. L’esasperazione delle nostre differenze il nostro pessimismo ci hanno spesso chiuso gli occhi alla realtà. L’italia – ha continuato Aprile – è un crogiuolo di etnie che hanno costituito il focus del mondo più di quanto lo sia oggi la lingua Inglese o l’emergente Cina. Dobbiamo ripartire da noi stessi con la convinzione che ci sarà pure una ragione per la quale tutti vogliono venire in Italia.”
E Lorenzo del Boca, promuovendo il suo ultimo libro che sta per essere tradotto in Inglese, Italia Bugiarda, aggiunge: “Noi non ce la contiamo giusta! I soldi ci sono, il benessere si respira ovunque ma la divisione del reddito, fin dall’unità d’Italia, ha sempre favorito i furbi contro i più bravi. Il momento storico favorisce oggi i creativi e i più bravi contro la nemesi storica di un Paese che continua a credere alle falsità facendone un dibattito politico. Io sono qua – ha concluso Del Boca – perché non riesco a capire cosa ci facciano 27 rappresentanze consolari Italiane all’estero, più della Germania e della Francia, se non ce la facciamo più a pagarle. Cosa stanno facendo gli Istituti di cultura, raddoppiati dai responsabili della cultura nelle ambasciate e dalle sedi della Dante Alighieri, quando la cultura sta provando a farla ILICA senza chiedere un centesimo alle istituzioni ovvero a noi contribuenti?”.
Su queste note sono intervenuti tutti i giovani presenti che dopo aver visto un video inviato da Claudio Bozzo, presentato da Gianpiero Pagliaro accompagnato da Michele Siracusano, hanno portato le loro dirette testimonianze su un sistema rimasto al palo perché indietro tecnologicamente rispetto al resto del mondo. Su questo fenomeno culturale negativo si concentrerà l’azione di ILICA nei prossimi anni. Marco Sacco e Pagliaro stanno realizzando la nuova piattaforma ILICA, un concetto ancora più evoluto del co-working 2.0 ovvero Multimedia Social co-working 2.0. Quello che si sta realizzando è una piattaforma basata sulla struttura di un forum che, evoluto dal punto di vista tecnologico e funzionale, permetta la condivisione sinergica di idee. A Giugno si troverà, in fase sperimentale, su www.ilica.it . Dulcis in fundo Nicola Bertinelli che è arrivato a Roma solo per illustrare il tragitto di un sogno (2006) fino alla sua realizzazione, 2014. Nicola presentò il suo sogno alla conferenza ILICA del 2008; c’erano i giovani Claudio Bozzo, Annalisa Liuzzo e tanti altri che oggi sono affermati professionisti. L’attenzione dei giovani sul percorso Bertinelli è stata incredibile e il dibattito successivo è stato fermato solo dall’orologio. “Venite in America portando un prodotto richiesto dagli americani”, ammoniva Claudio Bozzo nel suo video. “Il mio successo è venuto dalla mia esperienza americana dove tutti vogliono avere successo e pochi si consorziano per fare un solo prodotto. Il latte che mio padre dava insieme ad altri migliaia di produttori per fare il Parmigiano, oggi fa solo il Parmigiano Bertinelli. E sul Parmigiano Bertinelli abbiamo costruito una pasticceria, 5 ristoranti, una pista da ballo per 2.000 giovani, una piscina caraibica e tutto quello che una mente creativa ha potuto concepire adattando il pensiero americano al mercato Italiano.”
Nicola è il primo a volare nel futuro, perché ormai tutti i partecipanti sono sullo stesso pianeta e ringraziano gli USA per l’opportunità di portare un nuovo formato di conferenze a Roma: 5 ore di conferenza, 64 interventi per una durata inferiore ai 5 minuti. Sono tornati a casa tutti carichi e positivi a riprova che ormai le barriere interessano solo a gruppi ben identificabili e ancorati al secolo scorso.