Alcuni potranno obiettare che questo secondo episodio è migliore del precedente. Vero, anche perché era praticamente impossibile fare peggio del primo. Qual è dunque il pregio di superare degli standard cinematografici così bassi se non si riesce comunque a regalare al pubblico un prodotto che abbia profondità?
Il primo The Amazing Spider-Man si era sfortunatamente distinto per la banalizzazione di contenuti e suggestioni, riadattando, per un pubblico sempre più giovane, tematiche e storie care al supereroe. Un processo di "ringiovanimento" che aveva significato soprattutto impoverimento a livello di caratterizzazione dei personaggi e semplificazione della trama. Il secondo capitolo, sempre diretto da Mark Webb, continua su questa strada. Alcuni meccanismi narrativi sono stati aggiustati, la produzione ha puntato maggiormente a impreziosire il livello estetico, ma quanto a vera tensione nel racconto o possibile empatia con i caratteri ancora proprio non ci siamo.
La volontà specifica di continuare a rivolgersi principalmente a un pubblico adolescenziale parlando loro con linguaggio ovattato e retorico rimane assolutamente discutibile. Possibile che uno spettatore di quella fascia d'età non sia ritenuto disponibile o addirittura capace di apprezzare uno spettacolo cinematografico che problematizzi tematiche e psicologie? Difficile crederlo. Eppure anche The Amazing Spider-Man 2 si ostina a tratteggiare figure monodimensionali, stereotipate secondo i canoni di moda oggi, riproposti in maniera superficiale. La storia d'amore tra Peter Parker e Gwen Stacy, ostacolata più di tutto dal senso di responsabilità del giovane eroe che vorrebbe tenere al sicuro dal pericolo la sua amata, è descritta tramite una serie di ovvietà sconcertante, così come la backstory che all'inizio ci viene fornita di Max Dillon/Electro, praticamente la caricatura di un "cattivo".
Tra romanticismo da cartolina, battute e citazioni, qualche bella scena d'azione ed effetti speciali, The Amazing Spider-Man 2 si trascina per quasi due ore e mezzo, una durata davvero eccessiva. Il film ha poi un notevole problema di ritmo, in quanto dopo ogni momento spettacolare alterna pause di lunghezza estenuante, concedendo troppo tempo a dell'introspezione che in realtà non c'è. Il nutrito cast di star non riesce a risollevare le sorti del lungometraggio. Dai protagonisti Andrew Garfield ed Emma Stone, passando per i comprimari di lusso Jamie Foxx, Paul Giamatti e Dane DeHaan, nessuno riempie il proprio ruolo con efficacia e capacità di emozionare, tutt'altro.
Di fronte a supereroi "adulti" come il Batman di Christopher Nolan, o anche soltanto a prodotti meno stereotipati come gli altri film di supereroi Marvel, il nuovo franchise dedicato all'Uomo Ragno continua a rimanere un gradino più in basso. Povero a livello di idee, più o meno superficiale nella definizione emotiva e nei discorsi sotterranei ai personaggi, The Amazing Spider-Man 2 conferma una tendenza che non fa per nulla ben sperare sulla prosecuzione della saga.