Jim Jarmusch è uno dei pochissimi cineasti contemporanei capaci di lavorare su stilemi e metafore spudoratamente esposti e riuscire comunque a renderli efficaci. Nel caso di questo suo ultimo film, addirittura emozionanti.
Sotto molti punti di vista, Only Lovers Left Alive è un film “gemello” di Dead Man, il magnifico anti-western con Johnny Depp, che il cineasta realizzò quasi vent’anni orsono. Come l’altro infatti si tratta di un’opera-contenitore, che contiene al proprio interno moltissime delle fascinazioni letterarie e musicali che Jarmusch ha introiettato in questo tempo. Come al solito il genere cinematografico – in questo caso il film di vampiri – viene adoperato come cornice per dissertazioni che abbracciano molti campi dell’umano. La differenza sostanziale con Dead Man è invece nella forma filmica: dove il bianco e nero del grande direttore della fotografia Robby Müller e la musica distonica di Neil Young avevano contribuito a rendere l’altro un’opera altera, quasi distaccata, Only Lovers Left Alive è invece un film “caldo”, avvolto dallo spleen romantico dei due magnifici protagonisti.
Adam ed Eve sono due vampiri che hanno attraversato i secoli, hanno vissuto qualsiasi esperienza per arrivare infine alla sublimazione del sentimento più alto: l’amore. Alla fine del percorso c’è la semplicità di questo sentimento, assaporato dentro le mura domestiche di una casa oppure attraverso desolati ma intimissimi giri in macchina. Sospesi in un fascinoso non-mondo senza tempo Adam ed Eve sono la coppia perfetta, quella che ha lasciato alle spalle tutto per esistere solo l’uno in funzione dell’altra. Hanno vissuto così a lungo da aver perso ogni tentazione o gusto del proibito, a differenza della più giovane Ava, vampiro ancora attratto dalla propria natura di predatore.
Finché Only Lovers Left Alive rimane un film d’atmosfera, è praticamente perfetto. Jarmusch sfrutta in maniera incredibile la sensualità e l’eleganza innata di Tom Hiddleston e Tilda Swinton, coppia straordinariamente affiatata. Musica, immagine e parole si fondono in un susseguirsi di scene che sono ostentatamente romantiche senza diventare mai stucchevoli. La scelta di Detroit come cornice veramente “defunta” per due non-morti al contrario pieni di vita è un tocco di genio tra i più alti nella filmografia di Jarmusch.
Quando parte la storia più specificamente strutturata, con l’arrivo in scena di Mia Wasikowska, il film perde un minimo del suo sex-appeal, senza per questo comunque inficiare più di tanto il risultato finale.
Il cinema di Jim Jarmusch ha sempre avuto due anime: una sardonica, quasi pigra, votata alla rappresentazione del reale. L’altra sfrontata, bohémien, se vogliamo addirittura spocchiosa. Quando il regista riesce a trovare un equilibrio tra queste due dimensioni ne vengono fuori grandi film. Only Lovers Left Alive è uno di questi.