“Nessuno di loro vuole morire davvero. Loro vogliono vivere. Solo che non ce la fanno più, perché quella non è vita”. Poche, chiare e semplici parole, che rendono in modo cristallino il significato di tutto il dramma personale che si cela dietro il termine eutanasia. A pronunciare la frase è Miele, personaggio principale del primo film da regista di Valeria Golino, liberamente tratto dal libro di Mauro Covacich A nome tuo.
In occasione dell’uscita negli States del film che segna l'esordio alla regia della nota attrice italiana di fama internazionale, martedì sera la Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University ha ospitato Valeria Golino, insieme alla protagonista Jasmine Trinca e ai produttori Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri, che dopo la proiezione del film hanno parlato di Miele in conversazione col direttore della Casa Italiana, Stefano Albertini.
Miele è un angelo della morte, che aiuta i malati terminali nel suicidio assistito, ma è anche una giovane donna che deve fare i conti coi propri sentimenti e la propria coscienza, quando a richiedere i suoi servizi si presenta un uomo che malato non è.
Un argomento doloroso e provocatorio, che Valeria Golino presenta in modo diretto, raccontandolo attraverso immagini e parole d'effetto, capaci di arrivare alle viscere con violenza e ironia, senza mai essere eccessive. “Ho voluto eliminare tutta la cronaca e presentare solamente il concetto nudo e crudo, senza questioni ideologiche – ha detto la regista a La VOCE di NY – L’eutanasia è un tema doloroso e molto importante da affrontare, specie in questi tempi bui che vedono una profonda crisi di ideali”.
Rispetto al libro la regista ha voluto offrire un punto di vista diverso. Infatti, mentre nel romanzo è Miele che fino alla fine ha il potere di decidere se dare o meno un potente barbiturico al distinto ingegnere aspirante suicida, nel film la ragazza vende subito la sostanza a Grimaldi, credendolo malato. Da qui si innesca un meccanismo di sensi di colpa che porta Miele a mettere in discussione tutto il suo operato. “Ho voluto cambiare completamente la prospettiva, dando a lei una ragione per tornare” ha spiegato Valeria Golino. Accorgendosi di aver commesso un errore, Miele viene assalita dai sensi di colpa, che la portano a instaurare un rapporto di amicizia col cliente. Rispetto al libro ci sono altri cambiamenti che non vi sveliamo per non rovinarvi la visione del film. “Lui è l’eroe romantico del film – ha aggiunto la regista – perché preferisce scegliere di infliggere un dolore a se stesso, piuttosto che dare un dolore a lei”.
Il film è deciso e delicato allo stesso tempo, concentrato sulla figura di Miele, magistralmente interpretata da una Jasmine Trinca, che per Valeria Golino si taglia i capelli e abbandona tutta la sua femminilità, per assumere un aspetto quasi androgino, dai movimenti veloci e dallo sguardo tanto profondo quanto sfuggente. “Appena ho visto Jasmine, ho subito sentito che era lei – ha raccontato la regista – Ho visto molte altre attrici, ma alla fine ho scelto lei, nonostante il primo screen test fosse stato un disastro. È stata una scelta irrazionale, ma sapevo che era lei il personaggio che immaginavo”.
Per Jasmine Trinca lavorare con Valeria Golino è stata una rivelazione: “Non mi sono mai sentita così diretta e così libera allo stesso tempo. La mia carriera come la conoscevo prima è finita, e mi si è aperto un nuovo mondo”. Jasmine ha in programma un film dal titolo The Gunmen, dove reciterà con Sean Penn e Javier Bardem, oltre a un film dove reciterà in coppia con Riccardo Scamarcio.
Miele ha già avuto un successo incredibile, contrario a molte previsioni. “All’inizio cercavamo qualcuno che producesse il film con noi, ma alla fine lo abbiamo fatto da soli – ha raccontato Riccardo Scamarcio – Infatti nessuno a Roma ha voluto rischiare investendo sul primo film di Valeria. Anzi, tutti ci dicevano di non farlo, preannunciando disastri”. Invece Miele è piaciuto a pubblico e critica, ricevendo numerosi riconoscimenti, tra i quali i nastri d’argento per la miglior regista esordiente a Valeria Golino e per la miglior attrice protagonista a Jasmine Trinca, e una menzione speciale della Giuria Ecumenica a Valeria Golino al festival di Cannes.
“Il successo non è stato sui soldi, dove per ora siamo riusciti giusto ad andare in pari – ha detto Scamarcio – Ma il film è piaciuto ed abbiamo dimostrato che se davvero credi in qualcosa, devi andare avanti e insistere”.
Per l'attore, talento del cinema italiano che ha già dimostrato di essere bravo, oltre che bello e tenebroso, è stata la prima esperienza da produttore. Ne ha parlato a La VOCE: “Sono stati due anni di intenso lavoro, dai quali esco un po’ con le ossa rotte, ma ne è valsa la pena. Per me è stato anche un modo per imparare un nuovo mestiere, e se mi chiedi se lo rifarei la risposta è sì, anzi lo sto già rifacendo, ma questa è un’altra storia”.
Riccardo ci ha parlato anche di Miele, definendolo “una lettura esistenziale e vitalistica di un tema molto importante”.
Miele sarà in programma al Lincoln Center da venerdì 7 a giovedì 13 marzo.