Il Sundance ha inizio. Un festival radicale (torna – letteralmente – alle radici, stando alle dichiarazioni del fondatore Robert Redford) dove il culto per l'indie sembra sia ad un punto di svolta (generazionale, tecnologico, distributivo). L'Hollywood Reporter ha immaginato la planimetria perfetta del Sundance 2014, tra divagazioni e bivi che soltanto una kermesse del cinema indipendente può somministrare. C'è il business di Netflix, ghiotto di nuovi successi all'ombra di House of Cards. Ci sono gli Oscar 2015 per il miglior documentario e la corsa ai trend della prossima stagione (da prevedere e adocchiare). Indelebile la matrice rosa: sarà, il Sundance, un festival di registe e autrici, capace di spezzare la tiepida routine della Hollywood-macho imperante? Le incognite sono per lo più indirizzate ai problemi di distribuzione (chi scommetterà sui lavori in concorso nelle rispettive categorie?) ma il direttore del festival, John Cooper, si dice possibilista e guarda agli ipersviluppati modelli di fruizione.
Sdoganiamo subito le influenze culturali citando il New York Times, secondo cui, quest'anno al Sundance il fronte documentario si può già dividere nei seguenti argomenti:
1. Web – Love Child esamina i problemi di una coppia sudcoreana (con figlia a carico) ossessionata dai giochi online; The Internet's Own Boy è un documentario incentrato sul caso Aaron Swartz, programmatore e attivista statunitense, arrestato per aver scaricato quasi 5 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR, poi liberato dietro cauzione. Aaron si è tolto la vita nel gennaio 2013; Web Junkie indaga su metodi e terapie di un centro di riabilitazione per "dipendenti da Internet" a Pechino.
2. Sport – The Battered Bastards of Baseball, dei fratelli Chapman e Maclain Way, racconta la scalata di una league minore di baseball come i Portland Mavericks, negli anni Settanta; No No è un ritratto su Dock Ellis, giocatore di baseball, e il suo "no-hitter" divenuto celebre in seguito alle dichiarazioni dello sportivo sulla sua dipendenza da LSD; Happy Valley si occupa del caso Jerry Sandusky, coach di football e molestatore seriale di bambini.
3. Tribunali – Dinosaur 13 ruota attorno alla scoperta di Sue il Tirannosauro e della causa legale che ne è seguita (aprirà il festival); Captivated: The Trials of Pamela Smart ipnotizza con la giostra media-tribunali, e il sospetto di un complotto d'omicidio.
Si prosegue con gli altri contenitori di magie indie.
Dal punto di vista della distribuzione, un dato interessante è che, a differenza di molti festival internazionali, tutti e 16 i documentari del Sundance hanno trovato distribuzione e sono cresciuti in visibilità, non solo grazie al canale via cavo del Sundance che li trasmette in TV, ma anche attraverso i contratti con Netflix (che ha appena comprato Mitt, ad esempio, un inside look su Mitt Romney e la sua campagna presidenziale). E così CNN, al Sundance, sta emergendo come grande produttore di documentari: di recente, Blackfish, un film sulle orche, ha conquistato il pubblico in streaming e on-demand, e da gennaio ci attende un memoir del noto critico statunitense Roger Ebert. Da tenere d'occhio, Radius-TWC, divisione della Weinstein Company che si focalizza su video-on-demand.
Nella sezione Park City at Midnight, quest'anno è Sundance a tutto horror con opere estreme e di paura, da The Babadook (in cui un figlio assume atteggiamenti violenti nei riguardi della madre) a Cooties con Elijah Wood in un bagno di sangue scolastico, da Dead Snow; Red vs. Dead dal regista di Kill Buljo—The Movie al transilvano What we do in the shadows.
Per la sezione New Frontier, da segnalare: The Better Angeles ambientato nell'Indiana del 1817 (il regista A.J. Edwards ha lavorato fianco a fianco con Terrence Malick e ha montato The New World); This World Made Itself; Myth and Infrastructure; Dreaming of Lucid Living, progetto, tra corpi animati e silhouette, di Miwa Matreyek; The Girl from Nagasaki di Michel Comte (fotografo), tra balletto, video-arte ed opera, con Christopher Lee; Hitrecord on tv opera seconda di/con Joseph Gordon-Levitt.
Tra le premiere dell'edizione 2014 del festival appaiono i confini della dignità cristiana e dell'integrità spirituale in Calvary, l'eccentrica commedia musicale di Frank, il rapporto d'amore tra uno studioso di biologia molecolare e una modella in I Origins, l'involontario remake di Buon Natale… Buon anno di Comencini, in veste gay, Love is Strange, A Most Wanted Man, thriller spionistico, con Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Robin Wright, tratto dal romanzo di John le Carré, sulla paura del terrorismo dopo l'11 settembre. Inoltre, The Trip to Italy, film d'improvvisazione con road trip culinario nell'Inghilterra del nord, The Voices di Marjane Satrapi, White Bird in a Blizzard di Gregg Araki, la cartolina dalla crisi esistenziale in Wish I Was Here.
Il festival sarà anche occasione per scoprire o rivedere Bottle Rocket – Un colpo da dilettanti, opera di debutto di Wes Anderson, celebrato quest'anno al Sundance (ma la première dell'atteso The Grand Budapest Hotel lui l'ha donata a Berlino).