Il Tributo a Mario Fratti, rappresentato presso The Secret theatre di Long Island City è stato l’ultimo atto del festival di teatro Italiano In Scena!, prodotto dalla Kit theatre, la cui direzione artistica e organizzativa è stata curata da Laura Caparotti e Donatella Codanesu. Per la prima volta una rassegna di teatro italiano, articolata in piu’ giorni, viene ospitata nei 5 distretti di New York. Di solito la maggior parte di iniziative culturali di richiamo internazionale si svolgono esclusivamente a Manhattan, limitando la visione ai residenti e spesso penalizzando coloro che vivono al di la del mare, sulla terra ferma.
“Il festival è stato concepito con l’idea di portare il teatro italiano in tutta la città di New York, in ogni distretto — ci spiega Laura Caparrotti, stanca ma molto soddisfatta — La gente ci ha seguiti con entusiasmo in tutti questi giorni, come dicessero 'finalmente qualcosa anche per noi!' Era incuriosita, ed io nascosta dietro le quinte ogni sera osservavo il pubblico interessato, attento a comprendere, a prescindere dalla traduzione. E quando lo spettacolo finiva tutti venivano a ringraziarci. C’è tanta richiesta di teatro italiano e anche per questo il festival ha avuto successo. E poi – continua la Caparrotti – è stato emozionante vedere come i giovani attori del KIT, 'gli young kit' siano stati all’altezza della situazione. Sono dei 'fanciulli' ma già molto maturi artisticamente. Mi hanno commosso, mi sono rivista un po’ in loro. Solo che al mio posto 20 anni fa c’era il maestro Fratti, oggi autore celebrato ed apprezzatissimo. Il festival In Scena! è stata un’esperienza molto positiva che necessariamente deve avere una continuità”.
Ci vuole il “coraggio giusto” ad imbarcarsi in un’avventura del genere, specie se immaginiamo che la grande mela è un centro teatrale di importanza e risonanza mondiale: sbagliare è concesso, ma meglio avere successo! E non solo, il festival che si è avvalso dell’alto patronato del presidente della Repubblica, è stato sostenuto dall’Ambasciata italiana di Washington e rientra tra le iniziative dedite a celebrare l’anno della cultura italiana negli Stati Uniti. Per cui, le aspettative e le responsabilitá, anche di tipo istituzionale, non erano poche.
“Siamo andati ben oltre le nostre previsioni, anche quelle più rosee – ci confessa Donatella Codanesu direttore organizzativo e talent scout del festival – l’accoglienza negli spazi USA, non legati ad istituzioni italiane è stata straordinaria. E’ meraviglioso sentire quanto L’America ami l’italia, gli italiani e la nostra arte. Ritorno a Roma con la consapevolezza che il nostro paese ha ancora una ricchezza culturale riconosciuta all’estero. La fatica di questi giorni è stata ripagata dagli apprezzamenti del pubblico, tutto: americano ed italiano. Inizierò presto a selezionare artisti e compagnie per l’edizione 2014. So che non sarà facile, ci sono tante cose belle nel teatro italiano di oggi.”
Calato il sipario e spenti i riflettori non c’è spazio per la malinconia. Ma sorrisi soddisfatti, abbracci e strette di mano, mentre già si fantastica sulla prossima edizione.
Gli artisti si sono rivelati eccezionali, non solo per la loro valenza interpretativa, ma anche per le loro qualità umane. Sono stati tutti sia protagonisti che spettatori: hanno creato un’atmosfera di assoluta familiarità che è stata l’ennesima prova che il festival è un’operazione riuscita al 100%.
“Abbiamo conosciuto molta gente, persone con cui contiamo di avviare anche delle collaborazioni – dichiara Ernesto Orrico della compagnia Teatro della ginestra di Cosenza (in alto un'immagine del suo Jennu Brigannu. Courtesy @Andrea Picchio) – E questa è una risorsa importantissima. Da protagonista ringrazio l’organizzazione perchè recitare a New York è un emozione grandissima, e da spettatore ringrazio doppiamente perchè ad esempio stasera ho assistito ad alcuni brani del maestro Fratti, di cui avevo sempre sentito parlare. E mi sono emozionato".
Manolo Muoio e Dante De Rose, colleghi di Ernesto ringraziano la generosità degli sponsor calabresi che hanno contribuito alle spese della trasferta americana.
Francesco Foti (nella foto a destra, courtesy @Yana Byryukova) sorride: “La mia performance di Niuiorc Nouiorc chiude un cerchio: quello che si era aperto qualche anno fa proprio qui nella città che non dorme mai, e che mi aveva dato l’ ispirazione per scrivere questo monologo. La particolarità di In Scena! credo sia stata che artisticamente ha promosso produzioni piccole ma di grande bellezza. Inoltre ci siamo sentiti tutti parte di un unico progetto — continua l’attore catanese — come se fossimo stati prima riconosciuti e poi scelti. Si è creato un gruppo affiatato e divertente, con il quale sarebbe bello poter continuare a collaborare".
Gli ospiti si intrattengono, si celebra, si brinda. La gente uscendo dal teatro chiacchiera con gli attori, li ringrazia. Credo che questi artisti stiano offrendo al teatro, soprattutto a quello italiano, un servizio straordinario. Quell’umanità che spesso, nelle grandi produzioni, manca.
Nicola Iervasi del Mare Nostrum Elements, partner organizzativo del festival, è anche lui soddisfatto. “ Io sono un ballerino. Sono arrivato dalla Calabria molti anni fa, ho studiato sodo, ho lavorato duro, e il palcoscenico per me significava principalmente danzare. Aver debuttato oggi come attore in una piece del maestro Fratti, mi riempie di orgoglio. New York aveva bisogno di un festival italiano di teatro: Laura Caparrotti aveva ragione: i tempi erano maturi.”
Sulle pareti di cemento vivo del centro teatrale di Long Island City ci sono delle foto bellissime. Sono gli scatti di Stefano Corso, un fotografo italiano già premiato con l’Honorable Mention at IPA – International Photography Awards, e con altri riconoscimenti internazionali di grande prestigio. Stefano, che vive a Berlino, ha scelto di seguire il festival in ogni suo momento, documentandolo con fotografie di struggente sensibilità che attirano gli sguardi di tutti.
Il Maestro Mario Fratti vive con felicità questo meritato tributo. Durante la performance i suoi occhi erano fissi e lucidi, e le labbra seguivano a tratti il parlato degli attori: come un padre che guida con gli occhi i suoi figli, con quell’amore unico che può solo chi li ha concepiti.
Si spengono le luci del The Secret Theatre, mentre gli ultimi attori si diriggono verso l’uscita. Qualcuno tra poche ore sarà su un aeroplano in volo verso casa col l’animo pieno di emozioni forti che solo questa città ti sa dare: come un pugno nello stomaco che non dimentichi.