Ogni tanto ho bisogno di riposare la mente con una commedia piacevole, per l’intera famiglia. Ho rivisto per la terza volta “Harvey” di Mary Chase (Studio 54, 254 West 54th Street). Abbiamo qui un giovane che sogna e immagina, come molti di noi, un amico immaginario. Questa volta l’amico è un invisibile coniglio. Grazie al regista Scott Ellis, quasi lo vediamo aprir porte e muovere oggetti. Il protagonista è l’abile, timido Jim Parsons. E’ saggio nelle sue risposte. Sa giustificare il suo sogno. Sua sorella e nemica è la magnifica Jessica Hecht (nella foto). Un’affiatata compagnia che sa divertire. Un bel dramma politico è “Warrior Class” di Kenneth Lin (MacGinn-Cazale Th., 76th Street & Broadway). Quando si vuol diventare deputato o presidente bisogna aver le carte in regola. Rivelare tasse e peccatucci. Essere, teoricamente, puri. Nathan (il simpantico, convincente David Rasche) ha l’incarico di scoprire se l’ex fidanzata di un promettente politico ha segreti da rivelare. Molte domande alla giovane Holly (Katharine Powell) che è ora sposata con figli. Non collabora e rivela difetti inJulius (Louis Ozawa Changchien). Lo incontriamo; lo descrivono come un grande, possibile Obama asiatico. Incontro, duello dialettico, sconfitta. Non è perfetto come Obama. Deve rinunciare ai suoi sogni.
Gli ultimi musical del festival hanno, possibilmente, un futuro se vengono migliorati. “Flambè Dreams” di Matthew Hardy e Randy Klein. Il giovane Joe (Jarrod Spector) vuol diventare un “Maitre D” come suo padre che morì fra le fiamme. Viene aiutato e a volte ostacolato dalla madre Catherine Cox, da una donna innamorata (Jillian Louis) e dall’energica, affascinante J. Elaine Marcos. “Trouble” di Michael Alvarez ed Ella Grace. Sei bravi danzatori sul fondo. Tre coppie che litigano in primo piano. Sedotti e seduttori. Ricatti, guai. “What If” di Jeremy F. Richter. Jared (Jeremy Zoma) si sente tradito da Kari (Katie Zaffran) che invece lo ama. Come convincerlo? Saggi consigli di Renae (Mallory Hawks). “He’s Not Himself” di Marc Silverberg. Gene (Keith Panzarella) ha un doppio ruolo. Poliziotto o ladro? Non lo sa nemmeno lui. Il teatrino Soho Playhouse (15 Vandam Street) è trasformato in una giungla dove prevalgono i suoni di bestie antidiluviane. Il musical è “Triassic Park” di Destiny, M. Pailet, B. Norbitz ed S. Wargo. Sette abili attori in bizzarri costumi (Dina Perez) ci fanno rivivere le lotte dei primi umani fra tanti dinosauri. Agili e convincenti. Si ride e si applaude. “Nymph Errant” di Cole Porter è stato affidato dalla produttrice Cara Reichel a Will Pomerantz. Regia riuscita nel guidare giovani studentesse in viaggio. La prima canzone è di Miss Pratt (Cady Huffman). Ci prepara a tante avventure. Eve (Jennifer Blood) incontra in treno l’ambiguo Andrè (Sorab Wadia). Sa evitare le sue false promesse. E’ timida e non ha fortuna con gli uomini. Finirà con lo sposare il modesto Oliver (Andrew Brewer), evitando il tormentato, malinconico russo Alexei (Abe Goldfarb). Indimenticabili canzoni di Cole Porter. Un successo (410 West 42nd Street). “Zapata” di Ana & Peter Edwards. Entusiasmante racconto della rivoluzione messicana. Parallelo con i novantanove contro uno dei giovani di New York. Sempre entusiasmante una ripresa di “Fela” a teatro (302 West 45th Street); danzatrici eccezionali. Buone voci. Applausi entusiastici. E’ tornato a New York anche Dave Lefkowitz col suo “Shalom Dammit! An evening with Rabbi Sol Solomon” (300 West 43rd Street). Un energico autore-attore che ci diverte criticando tutte le religioni. E conclude che non bisogna attaccare l’Iran. Il dialogo è sempre preferibile alla guerra. Il progetto Potomac di Faraone, Petosa e Romagnoli presenta anche quest’anno due spettacoli al teatro Atlantic (330 West 16th Street). Un originale “Monster” di Neal Bell e il noto “Serious Money” di Caryl Churchill. Il primo è una nuova versione del “Frankenstein”, il mostro creato dallo scienziato Victor (Joe Varca). Inizia, stranamente, con il capitano (C. Grabowski) che incontra al Polo Nord un uomo fra i ghiacci. E’ il dottor Frankenstein che si è isolato sentendosi colpevole. Narra al capitano il suo amore per la scienza e i suoi tentativi. Li rivive per noi. Dà vita a un cadavere e appare un interessante mostro, molto simile a noi, con desideri e sogni. E’ interpretato, sapientemente, da John Zdrojeski. Somiglia a tutti noi ma diventa cattivo quando gli viene negata uuna sposa. Brava anche la cugina e fidanzata Elizabeth (Britian Seibert). Una compagnia che merica applausi. Nel teatrino 59E59 un’originale commedia scritta e diretta da Seth Panitch, un professore che usa bene la sua conoscenza della letteratura. E’ anche protagonista con gran senso dell’umorismo in “Hell Paradise Found”. Simon (Matt Lewis) arriva in una specie di limbo dove deve scegliere fra il Paradiso, descritto come noioso, e l’Inferno. Lucifero (Chip Person) non è antipatico. Si difende bene dalle accuse di un dio-donna (Dianne Teague). Gli otto attori si presentano anche come Hitler, Einstein, Sinatra, Shakespeare, Eva, Lizzie Borden, Don Juan e Madre Teresa. Si ride. Un testo intelligente.