La qualità dei nuovi musical è migliorata al Festival di quest’anno. Ce ne sono almeno tre pronti per il mondo commerciale. Abbiamo già lodato i primi due (“Himself and Nora” e “Stuck”). Ce n’è ora un terzo che si presenta con eccellenti attori, una storia interessante, bei costumi di Anne Liberman e Barry Doss ed una mobile scena di John McDermott. Si tratta di “Foreverman” di Brett M. Boles (libro, musica e liriche). Nel 1676, in Inghilterra, lo scienziato Will (Omar Lopez Cepero) ed il suo collaboratore Jack (Adam Monley) scoprono una medicina, un nuovo intruglio, che promette immortalità. Nel 1849 abbiamo una scena in cui si incontrano con grande sorpresa la governante Morgan (Karen Elliott) e Hawkins (Larry Cahn), suo amico di due secoli prima. Sono ancora vivi, grazie a quella medicina. Sopresa, un bacio. Nel frattempo la bella Fiona (Kelly McCormick) teme che sua madre Anna (Glory Crampton) possa morire, dopo quei duecento anni. Le donne sono più fragili. Anna viene curata da Jack. Fiona va a chiedere l’aiuto del dottor Will. Sono tutti vivi dopo 200 anni. Jack e Will avevano litigato e distrutto la formula. Son sorpresi di incontrarsi e nasce una nuova rivalità: sono entrambi innamorati di Fiona. Belle canzoni (“If she only knew”, “Ghosts”, “Notice me”, altre ancora). Ben diretto da Stephen Machamie, è un musical veramente riuscito.
“Prison Dance”, di Romeo Candido (libro, musica e liriche) e Carmen De Jesus. Una prigione filippina con guardie severe e condannati che si amano e odiano. Molti conflitti. Picchiano un nuovo arrivato (Christian Jose Llana) che viene poi visitato dalla fidanzata Cherish (Catherine Ricafort) e riesce a fuggire con l’aiuto dei prigionieri. Ma la storia più importante è la presenza della dinamica Lola (il giovane, snello, divertente Jeigh Madjus) che li guida in balletti che li cambiano e redimono. Buona regia e coreografia di Jenn Rapp. “Le cabaret Grimm” di Jason Slavick (libro e liriche) e Cassandra Marsh (compositrice e pianista della serata). Una compagnia di giovani ballerini viene guidata da Veronique, (Haley Selmon) in danze energiche e divertenti. C’è anche un’abile principessa (Ashley Lanyon) e un suo principe (Bart Mather), giovanili e gioiosi. Ben diretti dall’autore. Divertono. “Tombostone – la leggenda di Wyatt Earp” di Brandon Wood. Un rock musical che ci riporta alle lotte dei cowboys. Wyatt Earp (Bran don Wood) è amato dalla sua comunità ma scelgono come sceriffo il corrotto Behan (James Parks). Amano entrambi la bella Sadie (Taylor Lintelman). Due innocenti vengono uccisi durante un furto in banca. Wyatt con il suo amico Doc Holliday (Don Sandeen) cercando di trovare i colpevoli. Vengono accusati ed ostacolati da Behan. Alla fine trionfa la giustizia. Energia ed entusiasmo. Belle canzoni: “A Hero is born”, “Hold on”, “Doc’s Arrival”, “Life’s too short”, e altre. Ben diretto da Teresa Fallon.
C’è anche una commedia con canzoni di Vincent Gogliormella: “Whatta Ya Nuts!”. Vincent (Ernest Mingione) e Lou (Al Sapienza) sono due gangster che vorrebbero cambiar vita. Non è facile. L’amante di Lou (Autumn Ready Potter) crea guai e tutti esagerano il loro comportamento. Meritano applausi Gina Ferranti e Vale rie Smaldone che recitano normalmente, con chiarezza e dignità. Salvano la serata. Hanno dato anche quest’anno i premi innovativi per teatranti Off Off. Qualche sorpresa e alcune scelte giuste. In particolare “Condensed Stage Directions” di O’Neill; Christian Shipp (Ajax); gli scrittori Vincent Marano, Anna Ziegler, Zac Jaffee, Melanie Jones; Up to You (Tada).
Al Midtown International Festival di John Chatterton (312 W36th street) anche due eccellenti monologhi di Maisah Sobaihi e Dina Ninette Plotch. Il primo è un vero gioiello. L’adorabile araba Maisah ci narra e si confessa in “Head over Heels in Saudi Arabia”. In quel paese gli uomini possono pretendere quattro mogli. La protagonista-scrittrice ci dà le mille sfumature di mogli e vedove respinte da miliardari egoisti e barbari. Bravissima, merita decine di repliche in tanti teatri. Il nome della seconda è anche nel titolo “Plotchanalities”. I pensieri e di dubbi di una trentenne che, essendo una privilegiata con vita facile, deve ora scegliere e decidere. Abile e divertente. Nel teatrino 59 E59, sempre tante novità. “The Hunchback of Variations” di Mark Messing (musica) e Mickle Maher (testo). Idea originalissima. Beethoven (George Andrew Wolff) e Quasimodo (Larry Adams) si incontrano per discutere il tema dei suoni. Sono entrambi sordi. Stimolante. “I Heart Hamas” di Jennifer Jajeh. Le difficoltà di una palestinese controllata dovunque dagli israeliani rivela molto. “Tenderpits”, scritto ed interpretato dal giovane talentuoso Anthony Johnston. Si presenta come cameriere che serve due silenziosi clienti.
Torna poi al passato e ci racconta le tante difficoltà della sua vita da immigrato che vuol sopravvivere a New York. Chiede anche alle spettatrici se vogliono sposarlo. Bravissimo. rinascimentale, dai paesaggisti dell’Arcadia, dai costumi d’epoca barocca o dalle atmosfere fiabesche di epoca vittoriana; oppure Paolo De Biasi che utilizza il collage per costruire le sue particolarissime narrazioni artistiche che fanno riferimento all’iconografia degli anni ’50 e ’60; e ancora i più giovani come Silvia Argiolas, Diego Dutto, Massimiliano Pelletti, Michael Rotondi, Giuliano Sale e Giuseppe Veneziano che hanno come comune denominatore le influenze più contemporanee mescolate al paesaggio, al mondo animale ma anche all’iconografia immediata e di facile lettura della Pop art, del fumetto e della comunicazione più attuale. ITALIAN NEWBROW, Cattive compagnie, Forte dei Marmi (LU), Fortino, 8 agosto – 2 settembre 2012 INFO : http://www.comunefdm.it