Il 29 marzo 2025 è uscito Based on a True Story, il primo album inedito di Will Smith dal 2005 (Lost and Found). Niente groove estivi o frasi ad effetto: solo canzoni. Brani che raccontano la sua vulnerabilità, il bisogno di rimettere insieme i pezzi e, forse, anche il desiderio di tornare a casa — artisticamente parlando. La storia è nota. Il 27 marzo 2022, durante la cerimonia degli Oscar, Will Smith si alza, attraversa il palco e colpisce Chris Rock. Pochi minuti dopo, riceve la statuetta come Miglior Attore per King Richard. Quell’atto — una reazione a una battuta di Rock sull’alopecia della moglie Jada Pinkett Smith — gli è costato una squalifica decennale dall’Academy e ha incrinato irrimediabilmente la sua immagine pubblica. I titoli dei giornali, i meme, le condanne pubbliche. Poi il silenzio. Smith sparisce, o quasi. Poche uscite misurate, una manciata di interviste, il ritorno a un ruolo familiare in Bad Boys: Ride or Die.
L’industria, quella vera, smette di guardarlo come l’uomo che faceva incassare miliardi. L’aura di invincibilità si dissolve. Resta l’uomo. In un’intervista recente, Smith ha detto: “Odio ammettere di essere solo umano. Il mio ego vuole essere Superman”. Ma poi ha aggiunto una parola nuova: brutaful. Un neologismo che unisce brutal e beautiful. Per lui, gli ultimi anni sono stati esattamente così. Smith stesso non ha negato né cercato scuse. Piuttosto, ha scelto una strada più lunga e meno prevedibile: quella della trasformazione interiore.
Based on a True Story, però, non è solo un disco. È pensato come il primo capitolo di una trilogia: tre album, come tre stagioni di una serie, per raccontare in rima la sua vita privata, la relazione complicata con Jada Pinkett Smith, la pressione di essere sempre sotto i riflettori, e il prezzo che ha pagato per tutto questo. Dentro c’è gospel, rap meditativo, e molta introspezione. In You Lookin’ at Me? sembra rivolgersi direttamente a Rock con un tono risentito, come se volesse rimettere in discussione le responsabilità di quella sera. Canzoni come Hard Times (Smile) e You Can Make It raccontano la rinascita attraverso la sofferenza. Persino il video di Beautiful Scars include un siparietto meta in stile Matrix, con Big Sean nei panni di Morpheus e Smith che ammette due grandi errori: lo schiaffo e… aver rifiutato il ruolo di Neo in The Matrix.
Il ritorno alla musica è passato anche da piccoli gesti: un TikTok virale con Doechii e Tatyana Ali, in cui reinterpreta una scena del ballo di Willy, il principe di Bel-Air. Un omaggio leggero, quasi infantile, al ragazzo che era. C’è chi sostiene che tutto questo sia calcolato, che la musica sia solo un modo per ripulire l’immagine. Ma ascoltando l’album si ha l’impressione opposta: Based on a True Story non è un’operazione riparatrice, né un esercizio di autoindulgenza. È il tentativo di un uomo — famoso, potente, caduto — di capire cosa gli resta da dire. Ad agosto inizierà un tour che partirà dal nord dell’Inghilterra, lontano dai riflettori di Hollywood. La prima data sarà a Scarborough, una cittadina di mare quieta, fuori dal circuito consueto delle grandi star. Anche questo, in fondo, sembra coerente con il momento che sta attraversando. Nel frattempo, da West Philadelphia — il luogo in cui tutto è cominciato — è arrivato un piccolo gesto: una strada è stata ribattezzata Will Smith Way. Un tributo discreto, che non riscrive la sua storia, ma ne riconosce il passaggio.