C’è una canzone di Lucio Battisti che fa: “Le discese ardite, e le risalite, su nel cielo aperto… E poi giù il deserto”. Ecco, questa edizione di Sanremo 2022 è esattamente così. Le discese ardite di Checco Zalone, le risalite con una serata dedicata ai duetti e alle cover che non ci aspettavamo così coinvolgente, su nel cielo aperto con le sorprese, Jovanotti che sale sul palco dell’Ariston assieme all’amico Gianni Morandi – una notizia confermata solo a tardo pomeriggio.
E poi giù il deserto. La co-conduttrice della serata di venerdì Mariachiara Giannetta dice dei ciechi “Da ciascuno di loro ho imparato qualcosa”. Una narrazione pietista che non è sfuggita all’ennesima minoranza chiamata in causa senza averlo richiesto. L’errore di partenza? Far interpretare un personaggio non vedente a un’attrice non disabile. Un pò come quando nel teatro shakespeariano gli attori maschi si vestivano da donne, o come quando attrici magre usano il “fat suit”, costume da scena per sembrare grasse. Come se non esistessero attrici cieche, donne, o attrici grasse. L’errore che ne scaturisce è quello di rendere “visibili” le persone con disabilità solo quando servono alla narrazione dominante, sempre in funzione della persona non disabile. Con un’inevitabile sensazione non detta di “poveretti” alla fine.
Ed ecco svanito il messaggio di Drusilla Foer, di appena una sera prima, che aveva invitato così calorosamente all’ascolto. Solo dando voce potremo di conseguenza metterci in ascolto. Ma come possiamo ascoltare chi non lasciamo parlare?
Sarebbe bastata la musica, così coinvolgente, ben preparata, conosciuta, da creare un effetto “Sanremoke”, una fusione tra Sanremo e il karaoke. Già da quando vengono diffusi i nomi dei cantanti “ospiti” con il brano cover che eseguiranno, si crea l’hype, l’attesa, sperando di vedere dei piccoli capolavori di performance.

Accade: con Mahmood e Blanco che non hanno paura di mostrare la loro dolcezza, tenerezza, sensibilità, l’esempio di una mascolinità spontanea che non è mai stata così sexy. La rappresentante di lista crea un mood rave con l’inaspettata Be My Baby sul palco dell’Ariston, con l’aiuto di Margherita Vicario, Cosmo e Ginevra. “È il momento che la musica dal vivo riparta” e “No greenwashing” i due messaggi lanciati alla fine.
Iva Zanicchi omaggia Milva: la sua voce riempie, l’immagine di Milva a maxischermo anche.
Il giovane Matteo Romano sceglie Malika Ayane per cantare Your Song di Elton John con un arrangiamento orchestrale che rende il tutto ancora più prezioso. È una serata di standing ovation. Succede anche per Achille Lauro e Loredana Bertè. Il grido della Bertè ti graffia solo come quando canta pensando a Mia Martini.
Elisa con What a Feeling vibra con la sua voce pazzesca, che la stacca da tutto il resto.

Il maestro Andrea Rodini, che dirige l’orchestra per Noemi, indovina del tutto l’arrangiamento di Natural Woman, che fa emergere Noemi con tutto il suo potenziale inespresso e la sua voce roca, in un’interpretazione pianoforte e voce per niente scontata, rischio che era invece dietro l’angolo.
Colpisce e viene premiato con il primo posto della classifica della serata il medley tra Jovanotti e Gianni Morandi che scendono dalla scalinata vestiti uguali, come due ragazzotti dall’occhietto furbo pronti a fare una marachella divertendosi tantissimo. Tutto l’Ariston balla, la gente a casa in pigiama almeno canta. C’è divertimento nell’aria, è tutto accessibile e di nuovo vicino: le sagre, i concerti, i karaoke, le feste con tanta gente, i balli di gruppo, gli assembramenti, tanti assembramenti. Tengono il palco solo come due che lo fanno con mestiere da una vita.
È un Sanremo che ringiovanisce se stesso. Se la prima sera Francesca Michielin ha consegnato i fiori ricevuti da Amadeus al musicista primo violino, un po’ per fare punti al FantaSanremo, un po’ per veicolare il messaggio che certi stereotipi non hanno genere, ora Amadeus porta sempre fiori per tutti, finalmente anche agli uomini. E non smette di sottolinearlo come la rivoluzione di genere che non saprebbe da che parte far comunque cominciare: “Doppio bouquet perché i fiori sono per tutti!”, esclama festoso. Mentre noi pensiamo “Sì bravo, dai, prossima canzone in gara”.
Podio serata cover
- Gianni Morandi – “Medley” (assieme a Jovanotti)
- Mahmood & Blanco – Il cielo in una stanza
- Elisa – What a Feeling
Classifica generale
- Mahmood & Blanco
- Gianni Morandi
- Elisa
- Irama
- Sangiovanni
- Emma
- La rappresentante di lista
- Massimo Ranieri
- Fabrizio Moro
- Michele Bravi
- Achille Lauro
- Matteo Romano
- Dargen D’amico
- Aka 7even
- Noemi
- Ditonellapiaga e Rettore
- Iva Zanicchi
- Giovanni Truppi
- Rkomi
- Le vibrazioni
- Yuman
- Highsnob & Hu
- Giusy Ferreri
- Ana Mena
- Tananai