Il nuovo LP del rapper di Newark, “Pray For Haiti”, ha anticipato di poche settimane la nuova crisi politica e umanitaria nel suo paese d’origine, ospita Westside Gunn e suona già come un classico.
Quando il suo ultimo atteso LP Pray For Haiti è uscito a fine maggio, il tormentato paese caraibico si apprestava a vivere l’ennesima crisi politica della sua storia in un contesto sociale già drammaticamente segnato dalla pandemia, dalle violenze di gang rivali e dalle condizioni di estrema povertà di milioni di minori.
Nella notte del 7 luglio il presidente Jovenel Moïse è stato assassinato nella sua residenza privata di Port-au-Prince da un commando formato da ventisei mercenari colombiani e due statunitensi. La presidenza assunta ad interim dal premier Claude Joseph ha avviato le indagini per scoprire i mandanti, ma è lecito aspettarsi una nuova spirale di tensioni e di precari equilibri di potere.
Anche per questo motivo il plumbeo ritorno di Mach-Hommy si carica di ulteriori significati e di presagi oscuri.
L’elusivo rapper già noto come Dumpmeister ha sempre preservato gelosamente un alone di mistero mistico e spettrale con il viso coperto da una bandana ben prima che ci si abituasse ad andare in giro con una mascherina. Per questo e motivi di affinità compositiva è stato da molti considerato uno degli eredi di MF Doom, l’iconico guru hip hop mascherato scomparso alla fine del 2020.
Mach non ha social e biografie ufficiali, ha un’età compresa tra i venticinque e i trent’anni è cresciuto infatti in New Jersey a Newark in una delle zone degli Stati Uniti che più delle altre hanno accolto la diaspora haitiana, insieme allo Stato di New York e il Connecticut.
Basi nebbiose e jazzate, un timbro che sa essere languido e al tempo stesso oscuro e ipnotico, un immaginario lirico figlio della cultura creola e della cultura street della East Coast che ha adottato la sua famiglia e dove ha mosso i suoi primi passi da rapper. Nelle sue tracce si sentono echi di Rom Marciano, Mos Def, Ghostface Killah e buona parte del suo percorso musicale si è intrecciata ispirando e traendo ispirazione dal collettivo newyorchese Griselda, fondato dal duo di Buffalo Hall N Nash, Conway The Machine e Westside Gunn, oggi non più un nome di culto, ma uno dei nomi mainstream più apprezzati da appassionati di vecchia e nuova scuola.
L’ultimo ispiratissimo album di Westside Gunn si chiama Pray For Paris e non è un caso che il nuovo lavoro di Mach-Hommy si chiami Pray For Haiti, creando una sorte di ponte fraterno da due culture conflittualmente legate da una storia di colonialismo e post-colonialismi.
Westside Gunn è tra i guest di questo ambizioso lavoro in tre brani Folie Á Deux, Rami e Murder Czn insieme a uno dei nomi di culto di East Atlanta, Tha God Fahim e il risultato è un brano che scorre come un unico flusso che sarà molto apprezzato da chi negli ultimi anni si è fatto annebbiare la mente da Earl the Sweatshirt (suo grande estimatore), MIKE e affini.
Haiti e la sua storia complessa, drammatica e tragicamente esemplare, ancora una volta è lo sfondo allegorico delle storie raccontate da Mach, prive di facile retorica politica, quotidiane e altrettanto esemplari. Rispetto all’altro lavoro a tema, l’ottimo “HBO” (gioco di parole nell’acronimo che sta per “Haitian Body Odor” e non per la famosa emittente televisiva), questo nuovo album porta a compimento una ricerca compositiva che lo fa suonare già come un classico, a poche settimane dall’uscita con ottimi feedback e un rilancio sincero e disinteressato di Drake che con la sua potenza di fuoco social l’ha trasformato presto in un album virale, nonostante la complessità del disco non lo renda esattamente un disco pop da amore a primo ascolto.
Tra le peculiarità di Mach c’è sempre stata quella di provare a dare ai suoi lavori discografici un valore simil-artistico, non da bene “illimitato” e non riproducibile all’infinito. Per questo motivo aveva messo in vendita a centinaia di dollari limitatissime copie dei suoi vecchi lavori. Nel 2019 aveva venduto a Jay Z l’esclusiva streaming di Mach’s Hard Lemonade per Tidal, recludendo la possibilità di ascoltarlo, se non per vie illegali, a chi non era iscritto alla piattaforma.
Pray For Haiti per fortuna è messo a disposizione su tutti i canali convenzionali di streaming, quindi non avete davvero scuse per darci un ascolto.
Chi non ha mai rinnegato e mai rinnegherà la fascinazione per l’hip hop dell’East Coast dal canto suo, ascoltando queste oscure preghiere pagane dedicate a Haiti, potrebbe davvero respirare quell’inconfondibile odore di asfalto delle strade di New York.
Ascoltalo Mach-Hommy Spotify.