Il conto alla rovescia per la finale dell’Eurovision è iniziato. Tutti sintonizzati su Rai Uno sabato sera alle 21 orario italiano per vedere quale Stato si porterà a casa il primo premio dell’evento che conta 200 milioni di spettatori. Ma se d’ora in poi il dibattito diventerà prettamente musicale, quali sono i 5 dettagli di questi giorni e della storia dell’Eurovision che ancora non sapete?
Ecco qui un rapido prontuario per recuperare immediatamente.

Madonna, che ospite!
Si sa.
Madonna si esibirà durante la finale con due brani. Con un cachet stellare da 1,3 milioni di dollari, è stata accompagnata a Tel Aviv da un cast di 160 persone. La sua performance sul palco richiederà 30mila chili di materiale ed effetti speciali.
Ciò che non si sa.
Viste le numerose pressioni che le sono arrivate da parte di fan e organizzazioni pro Palestina che la invitavano a boicottare l’Eurovision, Madonna è arrivata a Tel Aviv a inizio settimana senza però firmare il contratto. Il dubbio “Si esibirà oppure no?” è proseguito per giorni fino alla sua dichiarazione: “Non smetterò mai di fare musica per l’agenda politica di qualcuno”. L’ufficialità è arrivata solo giovedì sera alle 21 ora israeliana e la sala stampa ha accolto con un applauso la conferma della sua partecipazione.
Accoglienza made in Tel Aviv
Si sa.
Tutta la città si è mobilitata per accogliere al meglio tutte le delegazioni dei Paesi partecipanti ma l’accoglienza è andata oltre, mostrando una disponibilità da parte degli israeliani che in pochi potevano prevedere.
Ciò che non si sa
“Quando l’organizzazione dell’Eurovision si stava ancora mettendo in moto _ ci racconta una guida israeliana durante un tour per visitare la città – c’era necessità di avere 300 volontari che lavorassero ad una fase iniziale. Si sono presentati in duemila.”
“L’Eurovision è possibilità per noi di dimostrare che siamo persone accoglienti come tutti gli altri, non siamo dei mostri – aggiunge un’altra ragazza sulla trentina che per ovvie ragioni preferisce restare anonima – Anche noi siamo feriti per il comportamento del nostro governo: Israele discrimina con le mie tasse, con il mio nome e quello di altre decine di migliaia di persone. Anche noi pensiamo che il valore delle persone sia per tutti e di tutti, e come pensate che ci sentiamo quando vediamo che i turisti non vengono qui perché pensano sia pericoloso? Ma il dibattito di dissenso interno c’è e per noi è importante che prosegua. Anche i nostri attivisti sono molto rumorosi e il dissenso si fa sentire. Noi semplicemente viviamo la nostra vita, che è un po’ dentro una bolla, non siamo esposti alle atrocità. Ne parliamo apertamente e senza paura. Il giorno che avremo paura di parlare di questi temi allora ci sarà un problema.” Pochi minuti dopo però torna da me chiedendomi che l’intervista possa rimanere anonima.
And the winner is…
Si sa
Il favorito, vincitore annunciato da prima che le semifinali iniziassero, è Duncan Laurence dei Paesi Bassi. Le scommesse dicono che il nostro Mahmood si posizionerà quarto o terzo.

Non si sa
“Vincerà Mahmood, no?”. Quando sentono che sei italiana gli autoctoni te lo dicono subito. “E’ bello, ha stile, non si atteggia da diva ed è umile. Ci piace”.
Occhio agli Hatari dell’Islanda, con il loro misto di growling e sonorità old school anni ’80, rischiano di far parlare (oltre a fare paura).

Nel blu dipinto di blu
Si sa
L’Eurovision è una manifestazione molto seguita specialmente fuori Italia, che da noi sta prendendo piede specialmente negli ultimi anni.
Non si sa
Il primo Eurovision fu nel 1956 a Lugano e fu interamente condotto in italiano. L’Italia era già presente assieme a Olanda, Svizzera, Belgio, Germania, Francia e Lussemburgo.
La performance italiana del 1957 durò più di 5 minuti e da quel momento le performance non possono durare più di 3 minuti.
Nel ’58 all’Eurovision Domenico Modugno arrivò terzo con “Nel blu dipinto di blu”.
Americavision?
Si sa
Gli americani non amano particolarmente l’Eurovision, anzi, su Youtube si trovano diversi video di influencer schifati che si chiedono come sia possibile tanto trash e kitsch nelle esibizioni musicali su un palco.
Non si sa
Chi disprezza compra e a partire dal 2021 anche gli Stati Uniti avranno il loro contest con lo stesso formato in chiave americana. Si chiamerà American Song Contest e verrà sviluppato dalla produzione svedese Brain Academy, che detiene la licenza esclusiva per il formato. “Al di fuori degli sport, l’Eurovision Song Contest è il più grande programma televisivo sulla Terra, unisce un continente e tutti possono votare – ha dichiarato Peter Settman, Ceo di Brain Academy – Non vediamo l’ora di presentare questa meravigliosa competizione al più grande mercato televisivo del mondo poiché i telespettatori stanno crescendo ogni anno e questo è il momento perfetto per portare questo spettacolo emozionante al di là dell’Atlantico.”
Pare i diversi Stati americani si sfideranno l’uno contro l’altro portando ad un vincitore finale.
Noi intanto attendiamo il vincitore dell’edizione europea 2019. Ormai è davvero questione di ore.