La passione per la lirica o per il teatro fa talvolta fare delle autentiche pazzie. Non parliamo di quei melomani che in inverno stanno in attesa tutta una notte, al freddo, l’apertura delle biglietterie per acquistare un posto in platea, magari per una “prima” importante prevista mesi e mesi dopo. Parliamo stavolta di chi invece ha sognato in grande, molto più in grande: cioè di chi ha voluto costruirsi un proprio personale “palcoscenico”, ispirandosi magari a qualche altro teatro più grande e famoso.
Per esempio, per anni, proprio a New York nel Lower East Side a Manhattan, al 319 Bowery, ci fu l’Amato Opera House. Nacque grazie al sogno di un italo-americano Tony Amato, di sua moglie Sally. Era il più piccolo teatro al mondo, solo sei metri di lunghezza e appena 107 posti a sedere, il piccolo palco sul quale stavano attori o cantanti lirici, la buca per l’orchestra, poi scale e cunicoli per i camerini, e all’ultimo piano il guardaroba per i costumi.
Fu l’unico teatro d’opera indipendente degli Stati Uniti, autogestito e senza sponsorizzazioni o finanziamenti pubblici, nato con l’obiettivo di fare teatro dell’opera a basso costo, fruibile dalla classe operaia americana, e di offrire un palcoscenico ai giovani talenti.
Il sipario si aprì con Rossini nel 1948 e restò sollevato per quasi 60 anni. Si chiuse per sempre con “Così fan tutte” di Mozart nel 2009. Una storia di passione che rese famoso, anche dopo la sua chiusura, questo piccolo ma incantevole teatro, che riprendeva, in miniatura, la stagione del Teatro d’Opera più grande al mondo, cioè il Metropolitan.

E oggi? Oggi la palma del teatro più piccolo al mondo va ad un teatro altrettanto piccolo e affascinante che sta in un borgo italiano, anzi della Brianza lombarda, a Barlassina. Qui un altro appassionato d’opera, Marco Belloni, con alle spalle la tradizione di una famiglia che dal 1875 si occupa di ebanisteria e mobili di pregio, ha deciso di disegnare e poi di costruire un suo piccolissimo teatro lirico, dedicandolo al padre Antonio.
L’occasione arrivò quando la sua azienda avrebbe dovuto lasciare un capannone per spostarsi e ingrandirsi altrove. Belloni cambiò sede alla fabbrica ma non abbandonò il capannone storico, anzi lo rilanciò e lo trasformò in un vero teatro d’opera.
Un lavoro incredibile, durato alcuni anni, che ha portato il “Teatro Belloni” ad essere ora non solo il più piccolo ma anche il più elegante al mondo tra i teatri minori.

Poltrone comodissime in platea, palchi curatissimi e arredati con mobili diversi, come da tradizione ottocentesca (allora gli spazi erano personalizzati), acustica eccellente, insomma un vero teatro d’opera in scala ridotta che può ospitare al massimo qualcosa meno di 100 spettatori.
Oggi, l’Antonio Belloni di Barlassina è ormai nell’elenco dei piccoli teatri che hanno un vero e proprio cartellone stagionale, che fanno grandi serate dedicate alla lirica, magari anche quella meno nota ma non per questo meno interessante.
Tra l’altro, qui si punta molto su un format innovativo, ideato dal direttore Andrea Scarduelli, cioè quello del “Concerto-spettacolo narrato” che permette al neofita di immergersi nel mondo della lirica o della pianistica senza la necessità di conoscere l’argomento.

Lo spettatore viene accompagnato dalla narrazione attraverso i segreti e le meraviglie dell’opera o delle sonate per pianoforte, trasformandosi in personaggio attivo del programma.
Come nei grandi teatri, le musiche sono di Chopin, Beethoven, Wagner, Verdi, e di tanti altri compositori, con in scena ogni volta giovani cantanti lirici e musicisti di fama internazionale.

Senza dimenticare che oltre all’attività lirica, il teatro si distingue per l’impegno dello stesso Giovanni Belloni nel guidare il Piccolo Coro, una formazione di voci bianche con bimbi dai 6 ai 10 anni e il Corpo di Ballo.
E c’è pure uno spazio riservato alla prosa e a Concorsi nazionali e internazionali di canto e danza. Insomma, un storia unica di un teatro altrettanto unico, che non ti aspetti di trovare fra villette anonime e altri capannoni industriali di mobilieri, a pochi chilometri da Milano.