Ad aprile saranno trascorsi quattro anni dalla morte prematura di una delle figure più influenti della musica elettronica black contemporanea. Vi avevamo parlato di DJ Rashad qualche mese prima, su queste pagine, anche se il suo mito era da tempo vivo nei circuiti underground di tutto il mondo.
Negli ultimi anni il footwork, genere che affonda le sue radici nella street dance nera di Chicago nei primi anni Novanta fondendo musica da break dance, Chicago house, Detroit techno e bpm elevatissimi da drum’n’bass, ha conquistato un seguito sempre più nutrito oltreoceano. Con la sua esplosione il genere, nato come un genere da ballo, è diventato un genere da clubbing grazie a figure come DJ Spinn, DJ Earl e per ultima Jlin che l’ha arricchito di suggestioni afro e tribali nel suo ultimo lavoro uscito su una delle label che ha esportato il genere oltreoceano, Planet Mu. DJ Taye, il più giovane degli esponenti del genere, si prepara invece a uscire con un altro lavoro sulla prestigiosa label britannica Hyperdub fondata dal producer di culto KODE 9 che oggi ha ampliato lo spettro delle sue contaminazioni, arrivando peraltro di recente a pubblicare per la prima volta anche l’album di un italiano, il torinese Mana, già noto come Vaghe Stelle che si avventura in contaminazioni molto più ambientali e introspettive.
Definire Dante Sanders, vero nome di DJ Taye, un artista precoce, non gli renderebbe probabilmente il giusto merito. Nato nel 1994, come moltissimi altri artisti di questa generazione, in uno dei quartieri più malfamati di una delle zone più pericolose e violente del pianeta, il South Side, di Chicago. Fin da piccolo palesa la sua passione per la musica, iniziando a suonare la tromba ad appena otto anni. Si esibisce in talent show, spettacoli scolastici e ama stupire amici e parenti nelle classiche feste in casa.
I suoi punti di riferimento sono piuttosto tradizionali e svariano dal jazz a Tupac, passando per Jay Z, la musica dei videogame e la house di Chicago.
Nemmeno adolescente, però, dopo aver trovato per caso un cd con la sua crew di amici, scopre il footwork, genere nato e diffusosi nei ghetti di Chicago quando lui non era ancora stato concepito. E se ne appassiona, scoprendo insieme al genere, un inaspettato talento di ballerino.
Sono gli anni dell’ennesima rinascita musicale della musica hip hop di Chicago, trainata da Kanye West e dalla drill, e da nuove icone come Chief Keef o Chance The Rapper. Un po’ come il suo padre putativo DJ Rashad, Dante inizia a produrre le sue tracce da beat-maker a dodici anni e a quattordici anni organizza i suoi primi party e frequenta le affolatissime Battle Groundz della domenica, le sfide di street dance organizzate nei club dal giro di Teklife, la label di Rashad e DJ Spinn. In uno di questi appuntamenti entra in contatto coi due guru del footwork che sorpresi dal giovanissimo producer ballerino non esitano a coinvolgerlo.
Il primo album a nome DJ Taye, dal titolo piuttosto eloquente (Overdose on Teklife) esce nel 2012, anticipato da un altro EP eponimo altrettanto promettente cui farà seguito un potentissimo album autoprodotto, appena un anno dopo, Just Coolin’. Il 2014, dopo la tragica e improvvisa morte di DJ Rashad, Dante sentirà come una missione quella di dare un seguito e un futuro alla lezione dei maestri del footwork e la sua incredibile e prematura vena di producer lo porta tra le grinfie di Hyperdub che nell’autunno del 2015 darà alle stampe il 12″ Break It Down. Il seguito e il nome di DJ Taye si diffonde anche oltreoceano e un altro EP (Move Out), pubblicato sempre dalla label britannica nel novembre del 2016, lo consacra come una delle promesse più brillanti del genere.
Nel 2017, tra una data e l’altra, si prende una pausa per ultimare il suo primo LP che esce finalmente il 2 marzo del 2018. Pubblicato sempre da Hyperdub, Still Trippin’ è anticipato da due tracce che fanno presto il giro del web, le incontenibili Trippin’ e Get It Juking (il titolo è un riferimento al “juke” che è la denominazione originaria del filone musicale). Tra i collaboratori spiccano iUNIIQU3, Chuck Inglish, DJ Manny, DJ Lucky e DJ Paypal, il producer mascherato di Teklife esploso negli ultimi anni. Tra nuovi elementi di hip hop e le irresistibili digressioni tipicamente footwork, l’album si preannuncia come uno dei dischi più chiacchierati dell’anno.
L’ascesa del ventiquattrenne di South Side Chicago, insomma, sempre essere solo all’inizio della sua luminosa traiettoria.
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