Il 18 dicembre festeggerà il suo sedicesimo compleanno, ma già da un paio d’anni Billie Eilish ha i riflettori puntati per la sua prematura vena di autrice pop, matura e maledettamente accattivante.
Viso angelico, tratti scandinavi, timbro vocale nordico, Billie Eilish Pirate Baird O’Connell nasce a Los Angeles nel 2001 in una famiglia da vera predestinata. La madre Maggie e il padre Patrick sono due attori di professione, così come il fratello, ventenne, Finneas. I tre figurano, con parti più o meno rilevanti, tra i credits di diversi film e serie TV come Iron Man, Glee, Six Feet Under, The West Wing e Modern Family. Finneas tra le altre cose condivide con la sorella minore la passione per la composizione musicale, scrive canzoni da sempre e la affiancherà nella scrittura dei suoi primi brani.
Il percorso musicale di Billie inizia, come per molte sue omologhe, in un coro. Nella fattispecie a soli otto anni si mette in mostra, con il suo incredibile talento vocale, nel Los Angeles Children Chorus di Pasadena. Parallelamente segue lezioni di danza, il che contribuisce a darle una sicurezza e una presenza scenica rara, se raffrontata ad altre promettenti voci della nuova scena pop.
Sul piano strettamente musicale, Billie a soli undici anni scrive i suoi primi brani inediti, sempre guidata dalla figura protettiva del fratello che le fa da produttore e arrangiatore. La prima canzone ufficialmente registrata a nome Billie Eilish è inizialmente scritta per una lezione di danza. Corre l’anno 2015 ed è realizzata a quattro mani dai due fratelli che incoraggiati dai buoni feedback ricevuti dal giro di amici e conoscenti decidono di mettere il brano online su Soundcloud all’inizio del 2016. Il brano si intitola Ocean Eyes e grazie a un passaparola virale raggiunge quasi dieci milioni di ascolti in meno di due anni. Già in questa prima produzione si percepiscono due dei punti di riferimento musicale della giovanissima autrice californiana, su tutte la popstar norvegese Aurora e ovviamente Lana Del Rey, per il mood algido e malinconico del pezzo. Stupisce la qualità e la maturità degli arrangiamenti, molto freschi, essenziali e dal gusto decisamente contemporaneo.
Nel marzo dello stesso anno esce il video di Ocean Eyes che mette in luce un fascino magnetico che buca lo schermo.
Il secondo brano del suo repertorio, pur non eguagliando i clamorosi numeri del singolo di debutto, si intitola Six Feeet Under e la aiuta a conquistare la critica specializzata di tutto il mondo (BBC, Billboard, NME) e i critici dei blog indipendenti più influenti d’America, anche i più impensabili e apparentemente distanti dai lustrini del pop californiano, come Stereogum che scommette subito su di lei.
All’inizio del 2017, l’uscita di una raccolta di remix di Ocean Eyes, contribuisce a far accrescere la curiosità attorno al suo nome.
A febbraio esce Bellyache, sempre prodotta e scritta insieme a Finneas, e accompagnata da un bel video diretto da Miles e AJ, uscito qualche settimana dopo. A fine marzo, dopo la sua esperienza al SXSW, esce un’altra traccia, Bored, inclusa nella colonna sonora della chiacchieratissima serie TV 13 Reasons Why. È con l’estate che arriva la definitiva consacrazione grazie ad altre due potenziali hit come Watch e Copycat, incluse insieme a tutti brani pubblicati in carriera nell’EP Don’t Smile At Me, pubblicato nell’agosto del 2016 da Interscope, con cui si era già legata con l’uscita del primo singolo.
Mica male per una “post-millennial” come lei.