
Il cantautore italiano Francesco De Gregori è stimato in Italia come lo è il suo contemporaneo americano Bob Dylan negli Stati Uniti. Dopo una carriera piena di successi, di più di 50 anni, De Gregori farà finalmente il suo debutto negli Stati Uniti a novembre. Un paio di spettacoli, in un ambiente “intimo”, sono in programma per domenica 5 novembre al The Regent Theatre di Arlington (Boston), Massachussets e martedì 7 novembre presso, The Town Hall a New York City. In queste due attese date americane, De Gregori si esibirà mostrando tutto il suo ampio repertorio.
Francesco De Gregori è nato a Roma nel 1951. Nella sua adolescenza ha vissuto in prima persona i movimenti politici e studenteschi dell’Italia del Sessantotto. Influenzato da Fabrizio De André prima, e da Bob Dylan poi, De Gregori ha iniziato a suonare dal vivo all’età di 17 anni. De Gregori mostrò le sue enormi doti di cantautore e cantante al leggendario Folkstudio Trastevere Club, dove fu protagonista con la nuova generazione di artisti italiani, tra cui Antonello Venditti, con cui De Gregori avrebbe anche rilasciato un album di debutto congiunto.
Francesco De Gregori è finito sotto i riflettori con il suo primo album solista, “Alice non lo sa”, nel 1973 (Alice Does not Know). Sebbene non sia stato un successo commerciale, quel progetto gli permise di produrre uno dei brani più conosciuti, che lo avrebbero reso famoso: “Alice”. Prodotta grazie a parecchie influenze che includono anche tra gli altri Leonard Cohen, “Alice” permise a De Gregori di essere riconosciuto come una delle più promettenti giovani voci italiane, conquistando il soprannome “Il Principe Dei Cantautori” (The Prince of Singer-Songwriters).
Gli anni ’70 si sono rivelati un momento prolifico e turbolento, per Francesco De Gregori. Sarebbero iniziate le collaborazioni con De André e Lucio Dalla. E De Gregori avrebbe anche pubblicato una serie di canzoni destinate a diventare “grandi classici”, nell’album “Rimmel”. Ma allo stesso tempo il successo commerciale non è arrivato senza pagare uno scotto. Durante l’ “incidente di Palalido”, infatti, l’artista venne accusato da un gruppo di attivisti di avere un ritorno dal sistema capitalistico, con i suoi testi, sfruttando le preoccupazioni dei lavoratori. Ci fu una vera e propria minaccia fisica, che spinse De Gregori a prendersi una pausa dalla sua carriera musicale. Il suo album di ritorno, invece, un lavoro album eponimo in cui l’artista continua a considerare il suo sforzo ancora più compiuto, presenta anche una delle sue canzoni più famose: “Generale”. Con la chiusura del decennio, noto in Italia per le tensioni dei cosiddetti “Anni di Piombo”, De Gregori torna sul palco come “headliner” da stadio. Il tour, album e film di “Banana Republic” del 1979, che incluse ospiti tra cui Dalla e il nuovo arrivato Ron, ebbe rapidamente successo.
E gli anni ’80 segnano un periodo di maturazione musicale per l’artista, attraverso una miriade di progetti, che comprendono la collaborazione con il produttore di Rolling Stones Andrew Loog Oldham e la colonna sonora del film “Flirt” di Monica Vitti. Una colonna sonora che generò anche il rilascio di un EP, che comprendeva la traccia de “La donna cannone della donna”, forse la canzone più famosa di De Gregori. La sua collaborazione con Ivano Fossati del 1985 “Scacchi e Tarocchi” (scacchi e tarocchi), fu inoltre un omaggio a Pier Paolo Pasolini.
Tra la fine repentina degli anni ’80 e i primi anni ’90, De Gregori produsse almeno tre album, che portò in vari live. Gli sforzi dello studio di “Prendere e lasciare” del 1996 di De Gregori hanno dimostrato poi l’evoluzione dell’artista verso un sound che fosse più moderno, con l’aiuto del super-produttore italiano Corrado Rustici.
Entrando nel quarto decennio della sua carriera e nel nuovo millennio, De Gregori non ha poi mostrato segni di rallentamento. Tra le collaborazioni registrate, infatti, da sottolineare “Amore nel pomeriggio” con Franco Battiato e Nicola Piovani, accompagnati dai live tour con Pino Daniele e Fiorella Mannoia. Nell’album “Il Fischio del vapore”, poi De Gregori accompagna la cantante italiana Giovanna Marini, per rivisitare la tradizione del canto popolare italiano. Con canzoni come “Bella Ciao” nella sua versione originale di Mondine, poi, l’album ottiene un successo commerciale inaspettato. Il secondo decennio degli anni ‘2000 vedono un De Gregori in grandiosa forma, e in tour in tutta Europa. Durante un concerto “tutto-esaurito” del 2015, tenutosi nella spettacolare Arena di Verona in occasione del 40° anniversario dell’album Rimmel, De Gregori è stato onorato sul palco da una serie di artisti italiani, tra cui Ligabue, Elisa, Giuliano Sangiorgi, Fedez e Caparezza.
“De Gregori canta Bob Dylan – Amore e Furto” (De Gregori canta Bob Dylan – Love and Theft) è invece l’ultimo album dell’artista, e presenta traduzioni e interpretazioni di 11 canzoni di Dylan riprodotte da De Gregori personalmente, con “amore e rispetto”. Francesco De Gregori è vincitore di sei volte del prestigioso Premio Tenco (Tenco Prize) italiano e ha pubblicato 32 album.