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October 30, 2015
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October 30, 2015
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De Gregori e le sue canzoni “rubate” a Dylan

Giulia CatanibyGiulia Catani
Time: 3 mins read

Un sentimento di passione, ammirazione e amore per la musica emerge tra le note di Amore e Furto, il nuovo album di uno dei più grandi artisti italiani, Francesco de Gregori.Questo suo nuovo progetto, che esce il 30 Ottobre, è un omaggio al grande artista americano Bob Dylan, il quale è stato fonte di ispirazione fin dagli inizi della carriera di De Gregori.

Nato a Roma il 4 aprile 1951, De Gregori ha imparato a suonare la chitarra, strimpellando nella camera di suo nonno, cominciando così a far fiorire il suo talento ed utilizzando come testi le sue letture giovanili, tra cui Steinbeck, Cronin, Pavese e Pasolini e i suoi amori musicali come, appunto, Dyaln, Cohen, Simon and Garfunkel e De André. Ha iniziato ad esibirsi all’età di diciotto anni, e fin dal principio della sua carriera la presenza di Dylan è stata molto intensa, come infatti mostrano i suoi primi concerti, nei quali si dilettava ad interpretare alcuni dei più famosi brani dell’artista americano. A ventun’anni ha realizzato il suo primo album, Theorius Campus, primo di una lunga serie, che ha portato l’artista a raggiungere le vette delle classifiche italiane.

Da sempre il cantautore italiano, ha desiderato rendere omaggio a Dylan, ritenuto dallo stesso cantautore uno tra i suoi più grandi maestri. E così ora, in una raccolta di undici cover, De Gregori racconta la sua personale ed intima visione della tradizione musicale americana che ha fatto parte della sua giovinezza.

albumTra i brani presenti nell’album, tradotti e reinterpretati, ci sono: Sweetheart Like You (Un angioletto come te), Not Dark Yet (Non è buio ancora), Subterranean Homesick Blues (Acido seminterrato), If You See Her, Say Hello (Non dirle che non è così), Gotta Serve Somebody (Servire qualcuno) e I Shall Be Released (Come il giorno): essi, insieme ai restanti brani, sono frutto di un intenso lavoro di traduzione, al fine di mantenere, nel miglior modo possibile, il significato dei testi di Dylan.

“Tradurre Dylan è stata una grande avventura, in tutti i sensi — ha raccontato Francesco De Gregori sui suoi social — e credo che non avrei mai potuto nemmeno pensare ad un progetto del genere se non avessi amato da sempre il suo straordinario repertorio, e il suo incredibile talento di musicista. Per questo motivo il mio disco ha questo titolo Amore e Furto, rubato a un disco di Dylan, in cui lui stesso dichiarava esplicitamente le sue passioni musicali e le influenze che aveva subito. Furto, quindi, ma soprattutto amore per un grandissimo artista e per alcune delle sue più belle canzoni, forse non le più conosciute qui in Italia”.

Nonostante De Gregori, abbia più volte affermato di non condividere pienamente l’etichetta di cantautore (c’è ancora qualcuno che lo etichetta come il cantautore politico della sinistra), a tutt’oggi ne incarna lo spirito autentico, soprattutto per il suo modo di comporre e interpretare le canzoni. De Gregori utilizza testi ricchi di metafore, costrutti logico-sintattici inusuali, e li accompagna con una musica che, con l’uso di strumenti tradizionali, resta quasi in sottofondo e allo stesso tempo sa trovare momenti di originale complessità.

L’omaggio di De Gregori all’artista americano non è il primo della storia della musica, né sarà l’ultimo: negli anni, tanti artisti hanno voluto dare il loro contributo ed esprimere la loro ammirazione per Dylan, che è ancora considerato come uno dei maggiori musicisti del ‘900, sia per il genere musicale da lui creato (o reinventato) che per il filone di artisti che gli sono succeduti e che in qualche modo si inseriscono nella sua scia.

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Giulia Catani

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