Passerà anche dall’Italia nelle prossime settimane una delle artiste più intriganti della scena hip hop americana, prima al Rocket di Milano (sabato 22 aprile) e poi, a fine maggio, al festival elettronico romano Spring Attitude.
Bisessuale, espressione esemplare del multiculturalismo canadese, nata a Vancouver da madre svedese e padre Tamil, a oggi non ha mai rivelato la sua età. Di lei si sa pochissimo. Ciò che si sa della sua infanzia è legato alle prime esperienze nello sport, nel mondo dell’hockey come buona parte dei giovani canadesi, e al suo primo approccio con il mondo della musica. È la madre a educarla al culto del pianoforte e dell’R&B. Ben presto Tommy diventa fan di Lauryn Hill e dei vecchi classici del genere, iniziando così a scrivere versi, poesie e, ovviamente, a cantare e rappare. Molto precoce, a dieci anni è già in una band, le God’s Girls, ma il suo primo progetto hip hop arriverà solo sette anni dopo, prima come Sammy, e poi in una nuova band, (Moan), con cui si esibisce ovunque per strada.
Parallelamente coltiva altre passioni come quelle per la pittura, frequenta una scuola d’arte, ma ha sempre un approccio molto discontinuo e punk che la sposta su altri versanti, dalla scultura alle arti performative. In questi anni si addentra nella cultura femminista, avvicinandosi a temi che esploderanno nei testi del suo disco di debutto. L’underground di Vancouver, musicalmente molto indie e bianco rispetto a metropoli come Toronto o Montréal, non sembra essere tuttavia il suo ecosistema ideale. Tommy passa molto tempo su internet per estendere la rete dei suoi contatti, scambiando brani e pareri su SoundCloud. La svolta arriva proprio dal web, attraverso amicizie comuni, virtuali e non, che portano i suoi primi brani tra le grinfie di Father, boss di Awful Records, che vi abbiamo presentato parlando della sua amica e collega Abra). Dopo le continue pressioni di Father, Tommy, che intanto si è trasferita a Los Angeles insieme ad Abra, decide di volare fino ad Atlanta per conoscere il collettivo Awful. È il 2015 e le cose si muovono molto velocemente.
Nello stesso anno esce il disco di debutto che raccoglie vecchi brani riarrangiati e nuovi pezzi registrati al fianco del boss del collettivo/label. Lei definisce la proposta musicale di World Vision “fetish rap” per il suo approccio molto dissacrante nel mischiare temi legati a sesso, perversioni, religione e allucinazioni legate alla sfera del subconscio. Il suo outfit non è scelto per caso, una sorta di rivisitazione urban del classico look da schoolgirl in cui ci tiene sempre a mischiare capi tipicamente maschili a capi tipicamente femminile. Per lei è una sorta di travestimento, ma esteticamente funziona al punto da farla finire nelle mire del mondo della moda. Nel luglio del 2016 è scelta tra i 29 attori, musicisti, atleti e modelli per la campagna autunnale di Calvin Klein, insieme a personalità del calibro di Anna Ewers, Margot Robbie, Selah Marley e Young Thug.
Qualche mese più tardi, nel corso della New York Fashion Week, finisce addirittura sullo Snapchat di Porn Hub, che sceglie di sponsorizzare la sfilata di Shayne Oliver prevista per la collezione primaverile di quest’anno, nel cui spot compare Tommy, tra riferimenti sessuali più o meno espliciti e slogan del tipo “Non credere mai a una ragazza di chiesa”, “Sai dove sono i tuoi bambini?”. Molto affascinante e iconica, la rapper sarà scelta in seguito per sfilate e servizi anche da Alexander Wang e Telfar sempre per la settimana della moda newyorchese. Ancora nell’autunno del 2016 incanta il pubblico dell’edizione parigina del Pitchfork Music Festival con una performance fulminante.
L’album di debutto, come preannunciato, è il primo capitolo di una trilogia sempre a cavallo tra R&B, trap, riferimenti IDM, future pop e fascinazioni elettroniche, come da marchio di fabbrica del collettivo Awful Records. Non sappiamo ancora la sua età, ma sappiamo di certo che nei prossimi anni si parlerà molto di lei.
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