Portano Milano in giro per il mondo, segreta tra le corde dei violini, incastonata nella cassa armonica del contrabasso. Loro sono i Cameristi della Scala che si sono esibiti il 9 ottobre, per il secondo anno consecutivo, alla Carnegie Hall di New York, tra le tappe del minitour per gli Stati Uniti che ha interessato anche Washington ed è atteso a Boston. Come la costola d’Adamo divenne autonoma estrinsecazione più che suo compendio, un po’ in occasione del semestre italiano di presidenza UE, un po’ per promuovere l’Expo 2015, una costola dell’orchestra della Scala se na va per palcoscenisci a riempirli di grazia, ambasciatrice di uno dei teatri più prestigiosi al mondo e insieme dotata di sua autosufficiente pervasività.
Non di formazione fissa, ma includente a rotazione ogni musicista che offra disponibilità per le date dei singoli eventi, l’orchestra da Camera della Scala si è esibita mettendo a confronto il nostrano Antonio Vivaldi con l’argentino Astor Piazzolla, accostando due autori solo a primo acchito tanto lontani fra loro. Sessantotto minuti no stop, in cui i brani dell’uno si alternano a quelli dell’altro, in una mistica sonora in grado di trovare un suo filo rosso che dal barocco seicentesco arriva al tango dei giorni nostri. Così, le stagioni diventano otto, come vuole lo stesso titolo del concerto, sommando quelle dell’emisfero boreale vivaldiano alle stagioni australi di Piazzolla, speculari e insieme contigue, come gli stili musicali dei due compositori, notoriamente distanti nel tempo, ma passionalmente e ritmicamente vicini. “Non suoniamo il tango come gli argentini, l’approccio è chiaramente diverso – dichiara Gianluca Scandola, presidente dei Cameristi – ma le partiture scritte da Piazzolla, risalenti agli anni ‘60, lasciano poco spazio a interpretazioni, chiedono un rigore nell’esecuzione. Allo stesso tempo, l’interpretazione di Vivaldi ne viene condizionata. La ritmica, che è proprio quanto accomuna questi due compositori, sembra un continuum, non si percepisce alcuna drasticità nel passare dall’uno all’altro”.
Ad accompagnare i musicisti, oltre alle autorità locali quale l’ambasciatore Cardi e la Console Quintavalle, sul palco anche l’assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno, accorso in supporto all’iniziativa. “Siamo qui anche per promuovere la cornice di eventi culturali che accompagnerà Expo 2015 – dice Del Corno – Per l’occasione il teatro della Scala per la prima volta nella storia resterà aperto dal 1 Maggio al 31 Ottobre, con più di 140 spettacoli in diverse lingue”. Questa è solo una delle iniziative di Expo in città, che prevede un’ampia programmazione di mostre, spettacoli, workshop ed eventi a completare la cornice dell’atteso evento internazionale. Tra le esibizioni di punta, la grande mostra su Leonardo da Aprile a Giugno, seguita da Giotto da settembre a gennaio. Non mancheranno performances itineranti, come Piano city, un festival di pianoforte dislocato in diversi punti o il Book city, dedicato ai libri e celebrato in location insolite, per tenere alta l’attenzione di visitatori e turisti. “Expo 2015 non parla di cibo – precisa l’assessore Del Corno – ma di nutrizione. E’ importante sottolineare che le iniziative, come il Festival dell’acqua, sono rivolte alla sostenibilità dei risultati che ci si propone di produrre”. Milano c’è e si fa sentire.