Il concerto andato in scena presso Subculture di New New York il 9 aprile ha visto un trionfante Peppe Voltarelli accompagnato dai musicisti toscani, Paolo Baglioni alla batteria ed Italo Andriani al basso. Uno spettacolo davvero suggestivo e coinvolgente che ha stregato gli spettatori dall'inizio alla fine dell'evento. Un Peppe Voltarelli travolgente ha catturato l'attenzione della sala che lo ha seguito paso dopo passo fondendosi con il trio e lasciandosi trasportare in tutte le dimensioni emotive proposte e sapientemente ricreate dai musicisti.
Le sonorità jazzistiche del basso di Adriani accompagnano la batteria del "treno Baglioni" che in una marcia costante e crescente sostengono le performance di Voltarelli lasciandolo libero di esprimersi al meglio. "Tale struttura musicale é una scelta stilistica precisa – raccontano gli strumentisti – l'accompagnamento quadrato e la marcia sono caratteristica tipica del modo di far musica di Voltarelli".
Durante lo spettacolo vengono fuori una ad una tutte le qualità dell'artista non solo quelle di compositore, interprete e musicista ma salta all'occhio anche l'immagine del mattatore. Peppe Voltarelli é un uomo di spettacolo a tutto tondo che con aneddoti ed un uso sapiente della parola incanta il suo pubblico riuscendo ad arrivare anche in lingua inglese grazie alla sua spiccata ironia. Davvero apprezzabile la capacità di avvicinamento e dialogo compiuto nel tentativo, per altro riuscito, di porre in contatto questi due mondi così lontani per natura ovvero l'Italia ed il concetto di essa visto attraverso gli occhi di un americano. Voltarelli riesce sorprendentemente a superare i limiti che le diversità culturali impongono attraverso l'utilizzo sapiente della parola raccontata con ironia proponendo uno spettacolo intenso, comico e dalle sfumature malinconiche capaci di ricreare e rievocare immagini dal forte contenuto pittorico.
Lo spettacolo presenta l'ultimo album dell'artista calabrese, Lamentarsi come ipotesi registrato a Firenze e prodotto da Finaz della Bandabardò. Questo lavoro é il lavoro conclusivo dalla trilogia che comprende i precedenti lavori Distratto ma però (2007) e Ultima notte a Malastrana (vincitore della targa Tenco come miglior album in dialetto 2010).
Il brano che dà il titolo all’album è una ballata in cui si analizza il concetto del lamento come piacere e si conclude con un coro che coinvolge il pubblico in sala che intona “il lamento per noi è un godimento”. Lamentarsi come ipotesi è una riflessione sull’arte e sul percorso battuto dall'artista nel viaggio svolto in solitaria nel tentativo di raggiungere il successo. Un inno alla necessità del confronto nelle diversità culturali e della loro mescolanza come valore nella santificazione delle proprie radici culturali. Davvero un concerto da non perdere!