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March 5, 2014
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March 5, 2014
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Isaiah Rashad, il giovane predicatore hip hop del Tennessee

Piero MerolabyPiero Merola
Time: 3 mins read

Con un nome del genere ci si aspetta una sorta di profeta vagamente voodoo. Non a caso il giovane Isaiah Rashad McClain voleva diventare un predicatore prima di diventare uno dei nomi più caldi della nuova scena hip hop statunitense. A soli ventidue anni è già in tour di spalla a Schoolboy Q e ha già firmato un contratto con una delle nuove etichette più apprezzate del genere, la TDE che distribuisce tra gli altri Kendrick Lamar, Jay Rock, Ab Soul oltre allo stesso Schoolboy Q.

Viene dal Tennessee, lo Stato che più di molti altri ha segnato le radici folk, country e blues della musica a stelle e strisce in città simbolo come Nashville, Bristol o Memphis. L'hip hop non è mai stato uno dei generi con cui il Tennessee si è reso noto all'estero, se si escludono nomi come Project Pat o i Three 6 Mafia da Memphis che nel 2005 hanno guadagnato un Oscar per il miglior brano dell'anno, con It's Hard Out Here For A Pimp, colonna sonora di Hustle & Flow di Craig Brewer.

Isaiah viene da Chattanooga, alle porte del Deep South, nel Sud-Est del Tennessee, da una città benestante che si vanta di avere la connessione internet più veloce dell'Occidente. Cresce nella periferia della città con la madre, parrucchiera, abbandonata dal marito quando Isaiah ha meno di cinque anni. In compenso il padre, come ha raccontato nei suoi testi Rashad, ha avuto il merito di iniziarlo al mondo dell'hip hop, da grande appassionato di Too Short, il rapper californiano esploso con The Ghetto.

Pare sia stato Atliens, secondo album dei mitici Outkast, a cambiargli la vita, ascoltato per la prima volta insieme a suo fratello mentre erano diretti in auto alla volta di Nashville per andare a far visita al padre. Perché Isaiah voleva fare sul serio il predicatore, affascinato fin da piccolo dalle performance nelle funzioni religiose di alcuni ministri afroamericani delle sue parti.

La vita di Isaiah è meno movimentata di quella dei suoi idoli adolescenziali come Lil Wayne: finisce gli studi e inizia a produrre pezzi con i colleghi dell'università e non coi compagni di “strada”. Fuma erba dalla mattina alla sera, certo, e non a caso il tour che lo fa conoscere al grande pubblico nel 2012 si chiama Smoker's Club Tour, e lo vede al fianco di nomi clou come il newyorchese Smoke DZA, Juicy J dei citati Three 6 Mafia o il giovanissimo rapper di Flatbush Joey Badass (di cui abbiamo parlato su La VOCE di New York lo scorso giugno).

Isaiah Rashad propone un'interessante contaminazione tra gangsta rap della tradizione californiana ed echi, accenti e tonalità più vicine alla tradizione del Tennessee. Il suo primo EP è uscito a fine gennaio, si intitola Cilvia Demo, come la Honda Civic degli anni Novanta alla guida della quale scriveva i suoi versi. Per registrarlo ha dovuto spostarsi a Los Angeles, nel quartier generale della Tde. Lui e i suoi soci passano, come prevedibile, il tempo a fumare e bere nelle brevi sessioni che danno la vita all'esordio discografico a nome Isaiah Rashad. Nello stesso anno ha un figlio dalla sua partner storica e la sua vita diventa ancora meno movimentata. Più dei gangsta californiani guarda al primo Kanye West come principale ispirazione.

L'EP dura quanto un LP, cinquanta minuti, ha guest di spessore come Jean Deaux, Michael Da Vinci, e tre dei top player della sua nuova etichetta, SZA, Schoolboy Q e Jay Rock. Gli ultimi due sono ospitati nella rivisitazione di Shot U Down, brano di lancio già condiviso sul web che diventa subito un piccolo classico hip hop ad alta rotazione. Un altro brano preannuncia il successo dell'EP, Rip Kevin Miller, dedicata al fratello di Percy Miller, alias Master P, il potentissimo rapper e producer della No Limit, gloriosa etichetta anni Novanta della West Coast.

L'album dell'MC di Chattanooga è arrivato subito al quarantesimo posto nella classifica di Billboard dei 200 dischi più venduti negli Stati Uniti.

“Fatti prendere dall'hype, il successo dura una sera”, proclama scanzonato in Shot U Down. Eppure, c'è da esserne certi, la parabola di questo predicatore mancato durerà molto di più.

Su Soundcloud e Twitter.

 

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Piero Merola

Piero Merola

Laureato in Relazioni Internazionali, lavoro come consulente di comunicazione, pubbliche relazioni e nuovi media. All'interesse per la storia e la politica americana, ho sempre unito quello per la musica. Dopo uno stage in Ambasciata Italiana a Washington, ho seguito per America 24 le presidenziali del 2012, e oggi scrivo per Rivista - Il Mulino. Editor del magazine online Kalporz, dal 2006 scrivo recensioni, interviste e report da ogni dove. Collaboro come ufficio stampa e copywriter con etichette, agenzie di booking, eventi e festival. In passato ho lavorato per festival estivi come Beaches Brew e Ortigia Sound System, oggi per la comunicazione del Diagonal Loft Club e di Deposito Zero Studios dove sono responsabile della direzione artistica del video format Live Zero. In questa rubrica vi presento nomi emergenti della scena americana, alcuni dei quali, intanto, sono diventati grandi.

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