Nelle strade di Milano si diffonderanno le note di Beethoven lunedì sera, per rendere omaggio al grande maestro Claudio Abbado, scomparso a Bologna il 20 gennaio. Nominato da Napolitano senatore a vita, appena il 30 agosto scorso, Abbado aveva 81 anni e da tempo lottava contro il cancro.
Per commemorare uno dei più grandi direttori d'orchestra della storia, lunedì 27, alle 18.00, Daniel Barenboim dirigerà l'orchestra della Scala nella marcia funebre dell'Eroica di Beethoven, a sala vuota e con le porte del teatro aperte. Questa è una tradizione del teatro per ricordare i suoi ex direttori musicali. La musica sarà diffusa anche in piazza Piermarini.
“Rendo omaggio, non solo da amico e ammiratore di antica data, ma da rappresentante della collettività nazionale delle istituzioni repubblicane, all'uomo che ha onorato in Europa e nel mondo la grande tradizione musicale del nostro paese, contribuendo in pari tempo con il suo eccezionale talento e la sua profonda sensibilità civile all'apertura di nuove strade per un più ricco sviluppo dei rapporti tra cultura e società. (…) Restano non solo le tracce durature della sua altissima qualità di interprete rigoroso e creativo, ma l'eredità delle orchestre che egli ha saputo costruire valorizzando intere schiere di giovani musicisti”. Queste le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio di cordoglio.
Claudio Abbado era nato a Milano nel 1933 da una famiglia dal profilo alto borghese, molto orientata verso le attività culturali. Suo padre, Michelangelo Abbado, era insegnante di violino al prestigioso conservatorio Giuseppe Verdi di Milano di cui in seguito divenne vicedirettore. La madre, Maria Carmela Savagnone, era una pianista e scrittrice di racconti per bambini. Tra i fratelli spiccano la sorella Luciana che fondò il famoso festival Milano Musica e il fratello Marcello che divenne direttore dello stesso conservatorio dove anni prima aveva insegnato il padre.
Nel corso dei suoi studi musicali, Claudio Abbado aveva presto scelto di specializzarsi in composizione, pianoforte e direzione d'orchestra. Troppo lunga la lista dei percorsi di specializzazione compiuti in Italia, in Europa e nel mondo negli anni della formazione, ma cruciale fu il periodo di permanenza a Vienna dal 1955 dove il maestro seguì corsi con Hans Swarowsky e con il coro della Gesellschaft der Musikfreunde e dove entrò in contatto, fra gli altri, con un importante direttore d'orchestra, Herbert von Karajan. Nello stesso anno partecipò ai corsi di perfezionamento dell'Accademia Chigiana di Siena, tenuti da Alceo Galliera che all'epoca dirigeva anche la Philharmonia di Londra, con Carlo Zecchi, dell'Orchestra Filarmonica Cecoslovacca.
Il primo grande riconoscimento arrivò nel 1958, quando Abbado conquistò il primo posto al concorso Koussevitzky a Tanglewood, nel Massachussetts, grazie al quale debuttò poi negli Stati Uniti con la New York Philarmonic. L'anno successivo lo portò a Trieste come direttore sinfonico, mentre l'esordio alla Scala arrivò nel 1960 con la direzione di alcuni concerti alla Piccola Scala. Ma la consacrazione definitiva nella sua carriera artistica avvenne nel 1963 quando il maestro fu invitato da Herbert von Karajan alla direzione dei Wiener Philharmoniker al Festival di Salisburgo. Il 1967 lo vide sul podio alla direzione della Lucia di Lammermoor in apertura della stagione del Piermarini. Abbado fu alla direzione del Teatro alla Scala di Milano dal 1968 all 1986, mentre dall'86 al 1991 guidò la Staatsoper di Vienna e, fino al 2002, fu direttore artistico dell'Orchestra Filarmonica di Berlino fino.
Anche fuori dall'ambito musicale, si misura la grandezza di quest'uomo: Abbado si è dedicato appassionatamente al tema ambientale ma é soprattutto nel sociale che ha espresso al massimo la propria visione di un cambiamento possibile. Con il progetto Abreu si è occupato dell'educazione musicale pubblica rendendo l'accesso allo studio della musica libero e gratuito ai bambini e ai giovani appartenenti a tutti i ceti sociali. Raccontava: “Quando soggiornai in Venezuela ho avuto conferma di come la musica possa salvare i ragazzi dalla criminalità, dalla droga e dalla prostituzione. In Venezuela nascono centinaia di orchestre giovanili e la musica ha davvero una grande valenza sociale ed i ragazzi facendo musica trovano se stessi. Io li ho visti”. Abbado credeva nella funzione terapeutica della musica in ambito sociale e con queste motivazioni, nel 1972, inaugurò il ciclo di concerti per studenti e lavoratori, espressione della sua visione non elitaria della musica classica.
Grande il suo impegno per la valorizzazione dei nuovi talenti. Tante le nuove orchestre da lui create: la European Union Youth Orchestra, l'Orchestra Mozart, la Chamber Orchestra of Europe, la Mahler Jugendorchestra, l'Orchestra del Festival di Lucerna. Nel complesso e strutturato mondo della musica classica, Claudio Abbado era un incredibile innovatore. Il grande maestro fu sempre molto critico nei confronti dei governi che fecero tagli ai fondi alla cultura e fece scalpore l'aspro scontro del 2008 con l'allora ministro, Sandro Bondi, che il maestro accusò di "pura dimostrazione di ignoranza". Abbado ha sempre promosso una stretta collaborazione tra le varie arti e condannava i tagli alla cultura in nome della crisi: “si deve colpire il vero spreco ed eliminare le speculazioni” diceva.
Nel 2008, provò a contrattare il proprio ritorno a La Scala con un “cachet in natura” ovvero, 90 mila alberi per Milano. Purtroppo il progetto, nonostante fosse sostenuto anche dall’architetto Renzo Piano, non prese mai forma. Abbado era un sognatore visionario e ci mancherà molto.