Arriva per la prima volta in Europa Pharmakon, con quattro tappe in Italia: sabato 9 novembre al Bronson di Ravenna, il giorno dopo al Mattatoio di Carpi, poi martedì 12 al Rocket di Milano e il 13 novembre al Bastione Alicorno di Padova. Trovare in Italia una ragazza di soli ventidue anni come lei è impossibile. La semplice idea sarebbe impossibile da comprendere o concepire per gli standard italiani. La bionda esorcista noise di Brooklyn risponde al nome di Margaret Chardiet. Da quando ha diciassette anni offre una proposta musicale che non è quella tipica dei suoi coetanei che tentano la fortuna nei reality show e nei programmi-talent per artisti emergenti.
La sua alchimia è fatta di suggestioni industriali in atmosfere crude e rumorose, accompagnate da una voce urlante e aliena. Non esattamente formula di immediata metabolizzazione, eppure in pochi anni è diventata una delle artiste più celebrate dai media specializzati e da leggende della scena internazionale, come gli Swans e i Godspeed You! Black Emperor che l'hanno convocata in supporto dei loro tour. Lei a Brooklyn ci è nata. Non vi si è trasferita come molti suoi colleghi. Margaret è infatti originaria di Far Rockaway, estremità orientale della penisola martoriata un anno fa da Sandy. Lì cresce, figlia di genitori punkettoni (padre chitarrista, madre pittrice). Inizia come chitarrista, poi abbandona lo strumento per affidare il suo talento alle macchine, tra synth ed effetti analogici con cui plasma il suo disturbante cocktail noise. A Rockaway compie i suoi primi passi artistici unendosi al collettivo Red Light District, network "comunitario" di post-adolescenti smanettoni in grado di offrire degli spettacoli rumoristi di un impatto straordinario a dispetto della giovane età. Arrivare in questo loft nell'estrema periferia di New York non è cosa facile e diventa ancora più difficile dopo l'interruzione della metro causata dal passaggio di Sandy.
https://youtube.com/watch?v=tjbJCDqePA0
Anche per questo Pharmakon si stabilisce in un altro loft polivalente per avanguardie artistiche e musicali, il 538 Johnson di Bushwick, meno periferico, e nel mezzo del mezzo della scena indipendente di Brooklyn. Qui inizia la sua scalata verso il successo, a partire da uno show sold out di beneficenza proprio per gli sfollati post-uragano. Al 285 Kent, club di culto di Williamsburg, Margaret affianca i Merchandise, band indie rock della Florida della sua stessa etichetta, la Sacred Bones (vedi Zola Jesus, Moon Duo, The Men, Psychic Ills, Cult of Youth , Blank Dogs tra gli altri artisti distribuiti). Con questa etichetta, tra le più influenti di Brooklyn e di tutti gli Stati Uniti, dà alle stampe il suo album d'esordio, dopo una serie di introvabili CD e musicassette con cui si era resa nota negli ambienti underground.
Ma la Chardiet non scende a compromessi, continua a tenersi fuori dalle logiche promozionali figlie della sua generazione. Non ha una pagina facebook, non ha un profilo twitter, come unico compromesso è su Spotify e Soundcloud, ma solo per doverose esigenze di etichetta. Figlia di due punk e dell'attitudine Do It Yourself 100% punk, vuole che gli appassionati la vengano a vedere dal vivo, per poter cogliere al meglio le sfumature di un suo spettacolo, che al di là delle impressioni, è uno spettacolo studiato al dettaglio. Non le piacciono le mediazioni, non le piace che la gente passi tutto il tempo con in mano uno smartphone durante i suoi show.
https://youtube.com/watch?v=Bc7WnO5COho
Le dilatazioni ambientali che accompagnano le sue urla non sono frutto di improvvisazione, ma di uno studio rigoroso, encomiabile per la giovane età della compositrice. L'album è un distillato perfetto della sua proposta musicale oscura e coraggiosa. Le sue suite sono dei sabba horror, caldi e al tempo stesso distaccati. Figli di un mood completamente demodé e sincero, ma al tempo stesso desideroso di abbracciare l'ascoltatore in un'interazione che si trasforma in un'esperienza multisensoriale. In cinque tracce martellanti Margaret fa da Caronte in un viaggio nei lati più oscuri e inquietanti dei bassifondi di New York. Rievoca le sperimentazioni da colonna sonora degli inferi dei suoi padri putativi, gli Swans del guru Michael Gira e gli spettri post-industriali dei maestri del genere, gli avanguardisti Throbbing Gristle. La sua voce è quella di una Diamanda Galas, con un timbro più rauco e acerbo.
L'album si intitola Abandon, non a caso. Per ascoltarlo (o subirlo) serve proprio quel tipo di abbandono e distacco che a lei farebbe così tanto piacere.