New York non dimentica l'11 settembre ma, a 12 anni dall'attacco alle torri, nella vivacità della città che non dorme mai il ricordo passa attraverso l'arte e la cultura.
L’11 settembre 2001 due aerei si abbattevano sulle twin towers, ferendo New York e cambiando la storia. Quel giorno per la prima volta questa immensa e tostissima città si è scoperta vulnerabile. Quella grande giostra che non si ferma mai e che da nulla può essere rallentata o scalfita, è caduta in ginocchio e per un attimo è rimasta attonita, scioccata e incredula.
Ma giusto un attimo, perché nonostante il dolore, lo shock e le enormi disastrose perdite che quei due aerei le hanno inflitto, New York si è rialzata e ricostruita. L’11 settembre 2013 la città corre di nuovo al suo ritmo, e a vederla sotto questo sole tiepido di fine estate, caotica, rude e arrogante come solo lei sa essere, viene da pensare che forse quell’immensa ferita sanguinante abbia lasciato il posto a una profonda cicatrice. Un solco che resterà lì per sempre a ricordare quel dolore a cui la città è sopravvissuta.
E anche se i newyorkesi oggi corrono trafelati come sempre, state pur certi che non dimenticano, e in città sono tanti gli eventi per commemorare quella triste data, cercando di fare qualcosa di bello per ricordare un giorno brutto.
Oltre alla classica commemorazione della mattina, con la lettura della lunghissima lista dei nomi delle vittime al World Trade Center, in serata sono in programma diversi appuntamenti per cercare di concludere con qualcosa di bello quella che per questa città rimarrà per sempre una brutta giornata. Al Fulton Ferry Landing di Brooklyn si tiene l'ormai tradizionale Bargemusic Memorial Concert che quest'anno propone opere di Bach, Brahms, Schubert, Chopin e Bottoms. L'evento, in programma alle 19, è gratuito e aperto al pubblico.
Per chi alla musica preferisce il cinema alle 19, al Regal Union Square (tra Broadway e 14th st) c'è la preview del documentario Out of the Clear Blue. Una pellicola diretta da Danielle Gardner, il cui fratello, Doug, morì negli attacchi, insieme a 658 colleghi che lavoravano per la sua stessa società. Il film raccoglie interviste a Howard Lutnick, CEO dell'azienda, che, fu massacrato dai media per aver bloccato le buste paga dei dipendenti dispersi subito dopo la tragedia. Dopo la proiezione ci sarà un dibattito con il regista e il produttore del film, Genevieve Baker.
Al Tribeca Performing Arts Center al Borough of Manhattan Community College (199 Chambers St) va in scena ResoNation 2013: il direttore d'orchestra e compositore Sarah Tessitore conduce l'ultimo di una serie di concerti commemorativi interculturali per l'11 settembre. Giunta alla sua quarta edizione, la serie di concerti si propone di promuovere la pace e la comprensione attraverso la musica. Gli eventi si svolgono in tutto il mondo e sono trasmessi in streaming su Internet.
Infine, come ogni anno, lo skyline di New York si illuminerà delle luci del Tribute in Light. Appena sei mesi dopo gli attacchi, la Municipal Art Society di New York ha innaugurato il suo memoriale luminoso composto da 88 lampadine da 7.000 watt. Il doppio raggio di luce che si innalza da ground zero dal tramonto dell'11 settembre fino all'alba del giorno successivo, sono visibili da un'area di 25 miglia in ogni direzione. Negli ultimi cinque anni, le lampade ad alta intensità sono stati alimentati da biocarburante a base di olio da cucina raccolte dai ristoranti di New York.
Stamattina, nella Josie Robertson Plaza del Lincoln Center, è andato invece in scena il progetto italo-americano Table of Silence Project 9-11. Una performance che ricorda quei tragici eventi con un silenzio simbolico creato da figure, gesti e suoni di una danza ricca di un significato rituale. Dalle 8.15 alle 8.46, tempo trascorso tra l’impatto del primo aereo e il crollo della prima torre, il Buglisi Dance Theatre ha presentato uno spettacolo dove 158 ballerini di diversa provenienza ed età si sono esibiti muovendosi in cerchi concentrici attorno alla fontana principale, seguendo il ritmo di una musica minimale e ripetitiva, e concludendo alzando le braccia al cielo in un minuto di assordante silenzio. All’iniziativa ha presenziato anche il ministro italiano dell'integrazione, Cécile Kyenge, a New York per partecipare a un dibattito all'ONU.
Al di là delle celebrazioni ufficiali, a New York ognuno oggi ricorda anche a modo suo, e parlando con le persone ci si rende conto di come ognuno ricordi perfettamente che cosa stava facendo alle 8.46 del'11 settembre 2001. C’è ad esempio Adam, broker di 38 anni, che si trovava sulla metropolitana diretto proprio a Wall Street, e racconta di come sia stata fermata ed evacuata. C’è Rachel, manager di 43 anni, che aveva partorito da pochi giorni e ricorda di come ha visto cadere la prima torre dalla finestra del suo appartamento. C’è Karen, 50 anni, che non era andata a lavorare nella prima torre. E l’elenco potrebbe essere infinito.
Nessuno dimentica, ma in realtà nessuno ha neanche troppa voglia di rivangare ancora parlandone troppo. Perché New York è così, nel bene e nel male, va avanti.